Pfas, Bottaccin: "Basta attacchi alla Regione".
L'assessore Bottacin replica alle accuse
L’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin, in merito al tema delle azioni messe in campo dalla Regione per far fronte all’inquinamento da PFAS, diffonde la seguente lettera aperta: “Adesso basta. Veramente non ne posso più di attacchi e bugie. Dopo l'ennesima manifestazione contro la Regione sul tema dei Pfas, le sostanze perfluoroalchiliche che hanno inquinato mezza Italia, sono veramente stanco. Stanco di vedere la verità dei fatti continuamente distorta, utilizzando una tragedia ambientale per meri fini politici. Il mio non è lo sfogo di un politico, di un amministratore pubblico, che vuole sottrarsi alle responsabilità. Anzi, è lo sfogo di chi in più occasioni, col semplice obiettivo di aiutare i propri concittadini si è assunto responsabilità che non erano e non sono sue. E, nonostante ciò, viene continuamente e pesantemente attaccato.”
Gli interventi della Regione nel tempo
"Nel 2013 - spiega Bottacin - il CNR indica alle Regioni la presenza di questi nuovi inquinanti nelle acque di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio. Immediatamente la Regione Veneto si attiva e, tramite la sua Agenzia Regionale, Arpav, individua in pochi giorni la fonte di pressione e, quindi, i presunti inquinatori, procedendo con formale denuncia presso la Procura della Repubblica.
La Regione interviene, poi, sui gestori del servizio idrico integrato per andare a prelevare acqua da falde pulite. Attiva varie iniziative sanitarie, tra le quali la plasmaferesi, che viene bloccata dal Ministero della Sanità.
Ma il vero cuore del problema era e resta ancora oggi l'assenza di limitazioni di legge su queste sostanze. Senza limiti, mancherebbero addirittura alcuni reati. Solo dopo due anni di lavoro, finalmente la Commissione Bicamerale Ecoreati, allora presieduta dal piddino Bratti, attuale direttore di Ispra e già direttore di Arpa Emilia Romagna, ha dichiarato, nero su bianco, che la fissazione dei limiti è "inequivocabilmente una competenza dello Stato".
Ma nel frattempo non potevamo non intervenire e, quindi, la Regione, vista l'inadempienza dello Stato ha fissato i limiti per queste sostanze. Sia negli acquedotti che per gli scarichi. Per averlo fatto mi sono personalmente esposto a 43 ricorsi prodotti da chi sostiene che la Regione non può porre limiti con atti amministrativi fino a quando lo Stato non fissa limiti di legge. 98 milioni di richieste di risarcimento danni accompagnano questi ricorsi.
E mentre la Regione Veneto attuava queste ed altre iniziative, le altre Regioni rimanevano in attesa, senza attuare alcuna iniziativa. D'altronde, è competenza statale fissare i limiti.
Nel frattempo si trattava di bonificare il sito inquinato. La legge è chiara. Chi inquina deve bonificare. Questo prevede la legge e ad ogni fase la legge assegna tempi precisi, affinché chi ha inquinato possa completare quanto previsto a suo carico. Se non rispetta i tempi ci sono le diffide, anche queste con i relativi tempi, e solo dopo tutto ciò l'ente pubblico può intervenire, in particolare il Comune, in sostituzione del responsabile dell'inquinamento.
Una procedura lunga e farraginosa, soprattutto se di mezzo ci mettiamo anche, come nel caso di Miteni, il fallimento dell'azienda con subentro del tribunale e curatore fallimentare. Vista la procedura così lunga, ancora una volta la Regione si è proposta di intervenire in prima persona. Ma per farlo con tempi ragionevoli e più brevi di quanto imposto dalla legge, è necessaria una gestione commissariale, che ora chiediamo allo Stato.
"Campagna politica d'odio"
"I soliti politici sentenziano che la Regione fa da scaricabarile - prosegue la lettera di Bottacin - Ma come? Vogliamo farci carico di un aspetto che altri enti non considerano e così faremmo lo scaricabarile? Sembra una situazione assurda.
A volte mi ritornano in mente le parole di un collega di altra Regione quando mi disse: “Ma perché ti prendi in carico una cosa che non è tua? La Regione non c'entra con questa cosa.” E infatti quando nel 2013 il CNR ha segnalato queste sostanze presenti in varie regioni, nessuno oltre al Veneto si è mosso.
Tutto tace. Dappertutto fuorché in Veneto, dove politici spregiudicati sono riusciti a creare un clima di vero e proprio odio nei confronti della Regione, odio che, come dimostrano i fatti, è assolutamente ingiustificato. Mamme di bimbi vittime dell'inquinamento, probabilmente in buona fede, aizzate contro la Regione. Associazioni ambientaliste che in tutto il resto del Paese tacciono e, qui, in Veneto si scagliano contro la Regione.