Incubo foto porno e bestemmie nella chat Whatsapp di gruppo alle medie

Una preoccupazione comune a tutti i genitori di ragazzi preadolescenti e adolescenti.

Incubo foto porno e bestemmie nella chat Whatsapp di gruppo alle medie
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Incubo foto porno e bestemmie nella chat Whatsapp di gruppo alle medie.

E’ un vero e proprio incubo per tutti i genitori di ragazzi preadolescenti e adolescenti. Il problema è che il regolamento di WhatsApp prevede che senza previo consenso di genitori o tutori non possa essere usato dagli under 16, mentre nella realtà dei fatti è installato sugli smartphone di tanti ragazzini o ragazzine, elementari comprese. E ogni spesso sfugge in realtà al controllo, com’è successo di recente nel Milanese.

Foto porno e bestemmie nella chat Whatsapp

Alcuni alunni delle Medie di Pogliano, Vanzago e frazioni hanno deciso di creare una chat di gruppo su WhatsApp con lo scopo di arrivare a 500 partecipanti. “Obiettivo 500 persone e più”, il titolo della “challenge” (così i ragazzi chiamano le “sfide” da affrontare sul Web, anche su Youtube e in altri social network).

Fra ragazzini delle scuole medie

Ma in pochi giorni la sfida è sfuggita di mano: sul gruppo hanno iniziato a circolare messaggi, foto, video e meme di natura pornografica, volgari e con bestemmie. Il creatore, un 13enne, aggiungeva nel gruppo come “amministratore” ogni nuovo membro, con la facoltà quindi di inserire a sua volta altre persone.

Una situazione critica, insomma, senza confini e in gradi di diffondersi potenzialmente a macchia d’olio.

Il Comitato genitori s’è accorto

Ad accorgersi del fenomeno (e del reato) è stato il locale Comitato genitori, che, col supporto della scuola (estranea ai fatti, dove per altro i telefonini non possono neppure entrare) hanno chiesto aiuto alle Forze dell’ordine.

Di recente un’altra vicenda fotocopia

A metà ottobre era successo qualcosa di molto simile. Siamo a Rivoli, in provincia di Torino: due 15enni creano una chat in WhatsApp e anche in questo caso cominciano ad aggiungersi membri veramente da ogni dove. Peccato però che non si tratta di una burla fra adolescenti: lo fa capire già il nome, “The shoah party“, perché nel gruppo si scambiano immagini di violenze (soprattutto sessuali) inaudite contro minori.

I Carabinieri si infiltrano con un trucco all’interno del gruppo social e alla fine spiccano 25 decreti di perquisizione a carico di 19 minorenni (sei under 13 non imputabili) e 6 maggiorenni in 13 provincie d’Italia fra Toscana, Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Calabria.

Colpisce il fatto che formalmente non si conoscevano tra di loro ma condividevano evidentemente l’inconfessabile segreto di provar gusto in maniera più o meno consapevole nell’osservare quelle immagini.

Nel Padovano un caso limite

Un gruppo per comunicare le novità e gli appuntamenti in vista della cresima ai ragazzi. Ma per un sacerdote 73enne di una parrocchia di Padova la sorpresa era dietro l’angolo. Inavvertitamente, infatti, nella chat coi ragazzi l’anziano ha inserito anche una foto hot. L’anziano religioso è stato prontamente rimosso dal proprio incarico, su decisione del vescovo padovano monsignor Claudio Cipolla, in seguito appunto a una «disavventura» dai contorni piuttosto «hard». Come dimostrano diversi «screenshot» la chat di WhatsApp creata dallo stesso sacerdote e da due catechiste insieme con i genitori di 20 bambini di quinta elementare, prossimi a ricevere i sacramenti della Comunione e della Cresima, è stata il teatro della spiacevole vicenda dai contorni a “luci rosse”. Una situazione che ha costretto la diocesi a correre ai ripari trasferendo l’anziano sacerdote.

 

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