"Kadim, non dovevi essere lì": la lettera dell'avvocato

La commovente riflessione del padre di un suo amico: "Quelle dame della carità moralmente colpevoli"

"Kadim, non dovevi essere lì": la lettera dell'avvocato
Pubblicato:
Aggiornato:

La commovente riflessione del padre di un suo amico: "Quelle dame della carità moralmente colpevoli"

Riceviamo dall'avvocato Fabrizio Bertolini e pubblichiamo:

Non doveva essere lì Kadim quel lunedì, doveva essere al parco dell’Esperanto a giocare al pallone con tutti i suoi amici di tutti i colori e di tutte le nazionalità.

I ragazzi si ritrovavano verso le cinque del pomeriggio usavano due alberi come porta, qualcuno portava una palla e via a divertirsi spensierati e senza pericoli. Talvolta, uscendo da studio e rientrando a casa guardavo questo gruppo di ragazzini spensierati che giocavano fin allo sfinimento così che nelle loro teste non balzasse in mente qualche idea strana o sconsiderata tipica adolescenziale.

Mi avvicinavo e mi accertavo che non infastidissero chi i giardini li frequentava con i bimbi piccoli ma tra loro sapevo che vigeva la ferrea regola che ove si fosse stata una carrozzina ci si spostava più in là creando un’altra porta fatta di maglie sudate.

Ma ecco le “dame della carità” cattolicissime piene di fervore religioso, a cui questa innocua ed allegra brigata di ragazzini, forse però con qualcuno dalla pelle troppo nera, non doveva invadere i “loro” giardini anche se di loro non c’è proprio niente. 

Ecco allora correre dall’Autorità a denunciare questo scempio e pronte a combattere questi ragazzini apponendo cartelli con divieti ogni tipo. La determinazione di queste “dame della carità” è talmente forte che riescono a smovere la stampa tacciandoli come dei veri e propri criminali. A questo punto, i “criminali” abbandonano i loro giochi e la compagnia si scioglie e i giardini restano deserti.

No, la morte di questo diciassettenne che tante sfortune aveva già avuto nella vita, non è stata una tragica fatalità, o meglio lo è stata nel senso giuridico del termine ma moralmente ha dei colpevoli ben precisi, che hanno sempre agito vigliaccamente nell’anonimato e che nelle loro case in silenzio gioiranno per la morte di questo ragazzino dalla pelle troppo scura per loro…. salvo poi correre al Rosario serale.

Kadim non doveva essere a Borghetto ad inventarsi idee pericolose per passare il tempo, ma doveva essere al quartiere dell’Esperanto a giocare al pallone come voleva chi quei giardini li aveva donati alla comunità.

Ciao Kadim, e se dal cielo dovesse caderti la palla nel mio giardino suona pure, ti apriremo come sempre perché tu possa venire a riprenderla e tornare a giocare spensierato nel Cielo.

Fabrizio Bertolini, papà di un tuo compagno di giochi.

Seguici sui nostri canali