Giona e Federica, sposi tra scherzi e goliardia

Nella frazione di Rosegaferro i matrimoni si organizzano così: sorprese approntate ad arte animano il giorno più bello delle coppie

Giona e Federica, sposi tra scherzi e goliardia
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Nella frazione di Rosegaferro i matrimoni si organizzano così: sorprese approntate ad arte animano il giorno più bello delle coppie

Sabato 29 aprile Rosegaferro ha fatto festa. Infatti si è sposato Giona Cordioli, uno dei giovani più coinvolti nella vita della frazione. Il matrimonio si è celebrato, con la presenza di tre parroci e del cardinale originario di Rosegaferro monsignor Mario Zenari, nella chiesa della frazione, dove sono accorsi non solo i numerosi invitati, ma anche gran parte dei compaesani. Infatti a Rosegaferro è ancora uso al suono delle campane andare nel piazzale della chiesa "par vedar la sposa", ma in questo caso c’era un motivo in più. Il matrimonio di Giona e Federica ha avuto dei wedding planner d’eccezione, che sono ormai celebri a Rosegaferro, come spiega Enrico, amico e testimone dello sposo: «Siamo una compagnia di una trentina di giovani, soprattutto di Rosegaferro, che ha mantenuto particolarmente viva la tradizione di organizzare dei festeggiamenti inusuali ogni volta che si sposa qualcuno di noi. Ormai in paese è risaputo che fuori dalla chiesa ci sarà sempre di che divertirsi. Ogni volta escogitiamo nuove invenzioni pensate specificamente per la coppia di turno. In questo caso oltre a portare via i novelli sposi su un biroccin trainato da un asino, abbiamo allestito un vero e proprio mercato per accoglierli all’uscita dalla chiesa».

A spiegare qual è stata la scintilla che ha fatto nascere l’idea per questo scherzo è un altro membro della compagnia, Matteo: «Federica, la sposa, è di Valeggio e normalmente sarebbe tradizione che il matrimonio si svolga nella sua parrocchia, ma lì sabato c’è mercato. Giona aveva sviluppato una vera e propria fobia, tanto da arrivare a proclamare “Non voglio scendere gli scalini della chiesa in mezzo alle mutande in esposizione, piuttosto non mi sposo!”, così il matrimonio è stato organizzato a Rosegaferro e per noi è stato ovvio che sarebbe stato necessario esorcizzare la sua fobia facendogli trovare lo stesso i banchi della biancheria oltre il sagrato».

Enrico puntualizza: «Secondo noi Giona ha un po’ enfatizzato la fobia per poter festeggiare a Rosegaferro ed essere sicuro che saremmo riusciti a organizzare al meglio i nostri scherzi di rito giocando in casa». Ecco dunque che una dozzina di organizzatissimi amici ha allestito in mezz’ora un mercato rionale di tutto rispetto con furgoni, gazebo, ombrellone, banchi con scatole di intimo procurate da un’altra ragazza del gruppo e fili tesi con appeso vario materiale vintage di recupero con tanto di mutandoni della nonna bene in vista. «Poi, per non rovinare l’uscita degli sposi - prosegue Enrico - li abbiamo rimessi dentro la chiesa, abbiamo sbaraccato tutto in due minuti e li abbiamo accolti trionfalmente, ma con un tocco di campagna, tanto cara a Giona: invece del classico tunnel di spade che si vede nei matrimoni di militari, noi ci siamo messi i cappelli di paglia e abbiamo alzato vanghe, zappe, forche e badili. Per la nostra compagnia tutto questo è la norma, una tradizione di cui non faremmo a meno».

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