«Esci da questo corpo»: a tu per tu con l'esorcista
Villafranca Week ha incontrato don Silvio Zonin, nativo di Buttapietra, capo del team di quindici esorcisti voluto dal vescovo Giuseppe Zenti

Villafranca Week ha incontrato don Silvio Zonin, nativo di Buttapietra, capo del team di quindici esorcisti voluto dal vescovo Giuseppe Zenti
«Lui è mio». La voce è dell’uomo, solo un po’ distorta. Gli occhi sono ribaltati all’indietro. E lui, il ministro di Cristo, che di solito non risponde a quello che chiama «l’inquilino», ne ignora gli insulti e prosegue a pregare, questa volta si ferma: «No, quest’uomo è di Gesù Cristo, non lo avrai mai». Il luogo è sperduto e segreto, in provincia di Verona. All’interno della cappella c’è il capo degli esorcisti della diocesi di Verona, don Silvio Zonin. Accanto a lui la persona «posseduta» e altri individui che aiutano il sacerdote nel rito. Poi il maligno si placa e lentamente l’uomo torna in se.
«Sto bene, ma mi sento esausto dice». Questo è solo uno degli esorcismi praticati dal sacerdote nato a Buttapietra, che il vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, ha voluto a capo del team di 15 «ministri della consolazione», termine tecnico per definire gli esorcisti. Lo incontriamo nella sua parrocchia a Villafontana, alle porte di Bovolone. Padre Silvio è un omone grande e grosso dagli occhi buoni. Accetta di parlare solo per fare chiarezza e sgombrare il campo dai molti equivoci. «Ho la fortuna di operare in una diocesi in cui il nostro vescovo è molto attento a questo tema e ha voluto un vero e proprio team. Io sono stato chiamato sei anni fa e ho subito accettato» ci racconta il religioso. Non è un obbligo: chi non se la sente può rifiutare la chiamata del vescovo.
Chiediamo a don Zonin quali siano i requisiti per diventare esorcista: «Servono equilibrio, capacità di valutazione, “scienza” e integrità». Con don Silvio parliamo subito di numeri: quanti sono i casi di «possessione» da parte del maligno nella nostra diocesi ogni anno? «Intanto bisogna fare chiarezza: non esiste solo la possessione. Noi abbiamo una sorta di scala gerarchica per valutare ciò che abbiamo davanti: c’è una “infestazione” esterna che può riguardare l’ambiente, le cose, le abitazioni; il grado successivo è una vessazione fisica ai danni della persona: si va dal malessere alla sensazione di dolore costante; poi c’è l’ossessione mentale, per cui la persona soffre, ha pulsioni suicide, vive nella disperazione; il caso più grave è infine quello della vera e propria possessione, per cui in alcuni momenti la persona perde il controllo del proprio corpo a beneficio de l"inquilino” - spiega, pesando ogni sillaba, don Zonin, che poi risponde alla nostra domanda - I numeri sono molto, molto limitati se si parla di possessione. Parliamo della mia esperienza: ogni hanno ricevo circa 1200 segnalazioni di situazioni di difficoltà da parte di persone assolutamente normali, e più o meno sono i numeri degli altri esorcisti della diocesi. Mettiamo quindi 40 persone a settimana. Mi parlano dei loro problemi, delle loro angosce. Nel 70 per cento dei casi si tratta di disagi, questioni familiari o legate a difficoltà economiche o di salute. E in questi casi, da sacerdote, fornisco il mio aiuto, ma non c’entra quasi nulla con le questioni legate agli esorcismi» puntualizza don Zonin.
«Poi c’è un 30 per cento che presenta delle problematiche in cui può, e sottolinei bene il “può ”, esserci qualche interferenza del maligno. Diciamo che su 100 segnalazioni, alla fine meno di 10 sono reali casi di presenza del male, in grandissima parte legata ad infestazioni senza compromissione diretta della persona». A questo punto la nostra intervista si fa tesa e ogni parola pesa moltissimo. Parliamo di loro. Quanti casi di possessione ci sono stati nel 2016? «Ho seguito otto casi “pesanti”, tre dei quali decisamente difficili, con reazioni violente e scomposte da parte del posseduto, con attacchi diretti al sacerdote» racconta Zonin, e nei suoi occhi cerchiamo di rivedere le scene a cui ha assistito. Gli esorcisti lavorano in equipe, quasi mai da soli e, questa può essere una sorpresa, ognuno di loro può contare sul supporto di psichiatri e psicoterapeuti che danno il loro contributo scientifico nella valutazione del caso; da questo confronto tra scienza e religione si dà la giusta dimensione a ciò che si ha davanti.
Purtroppo, nei casi di cui don Zonin ci parla, anche gli scienziati hanno alzato le mani. Ma come si svolge un esorcismo? «La persona arriva, a volte accompagnata da un familiare. Molte volte ci appartiamo in una cappella isolata, in un luogo che pochi conoscono. Facciamo un colloquio, parliamo con tranquillità, mettiamo a proprio agio la persona. Poi iniziamo con la preghiera tradizionale, con un Padre nostro o con un Ave Maria. Infine iniziamo con il vero e proprio rito dell’esorcismo. Le reazioni incontrollate della persona possono avvenire anche subito, anche durante la prima preghiera». Quali sono dunque i sintomi di una possessione che emergono durante l’esorcismo? «Ci sono delle spie - ci spiega padre Silvio Zonin - La comprensione di lingue mai conosciute prima, una forza fisica superiore alle possibilità della persona, un’avversione verso il sacro e verso i nostri simboli, e la conoscenza di cose occulte. La persona non è più padrona del proprio corpo, esso ha movimenti e dice cose indipendenti dal suo volere mentre noi continuiamo a pregare».