Sorveglianti «eroine» inseguono il ladro: arrestato
Trambusto sabato 4 marzo all’Eurospin di via Pozza, a Villafranca. Un malvivente è finito in manette

Trambusto sabato 4 marzo all’Eurospin di via Pozza, a Villafranca. Un malvivente è finito in manette
È bastato un attimo perché un ordinario sabato pomeriggio di spese al supermercato si trasformasse in un movimentato susseguirsi di aggressioni e inseguimenti. Tutto è iniziato sabato 4 marzo alle 14.50 circa, quando una coppia si è introdotta nel supermercato Eurospin di via Pozza a Villafranca. La coppia si aggirava fra gli scaffali con fare disinvolto, fingendo di fare la spesa, ma in realtà con intenzioni ben diverse. Quello che i due non immaginavano è che non molto lontano c’era una donna che li stava osservando attentamente. La donna in questione era un’addetta al controllo e qualità e alla tutela del patrimonio aziendale del gruppo Migross spa, che aveva sin da subito notato il modo di fare furtivo che traspariva sotto l’apparente disinvoltura della coppia, come racconta la sua collega, che preferisce rimanere anonima per questioni di sicurezza: «Aveva capito immediatamente che qualcosa non andava. Purtroppo i problemi sono all’ordine del giorno nel nostro lavoro e siamo in grado di riconoscerli dai più piccoli segnali. In quel momento io non ero ancora presente, ma la collega mi ha raccontato di aver visto chiaramente la donna della coppia mentre infilava nella propria borsa personale delle creme nel reparto profumeria e successivamente anche delle bottiglie di olio d’oliva, mentre l’uomo aveva fatto sparire dei bastoncini per cani, il tutto per un valore di una cinquantina di euro circa. Io entravo dalle porte del supermercato proprio nel momento in cui i due erano alla cassa a pagare del pane. Dopo che avevano pagato la loro spesa fasulla, la collega e io li abbiamo avvicinati chiedendo loro di seguirci all’ultima cassa».
È stato a quel punto che la situazione è rapidamente precipitata, come racconta ancora una delle addette al controllo e qualità: «I due hanno subito tentato di fuggire. Inizialmente noi siamo riuscite a fermarli mettendoci tra loro e l’uscita, ma poi ci hanno spintonato e sono riusciti a scappare». A quel punto è iniziato l’inseguimento: «Quando vedo qualcuno rubare in un supermercato – il racconto prosegue – per me è come se li vedessi rubare a casa mia. Per via del mio lavoro passo più tempo nei supermercati che a casa e davvero è come se entrassero nel mio spazio privato. Mi scatta dentro una determinazione invincibile a voler fare la cosa giusta e impedire che riescano a farla franca. Io e la collega ci siamo quindi istintivamente lanciate all’inseguimento. I due si sono diretti correndo in direzione della chiesa di San Rocco. Mentre correva la donna gettava la refurtiva nei giardini delle case che si trovano lungo la strada, poi, una volta svuotata la borsa, ha cambiato bruscamente direzione ed è tornata verso il punto vendita dileguandosi. L’uomo invece, vedendosi tallonato, ha raccolto una pietra da terra e l’ha lanciata contro di noi, fortunatamente mancandoci. A quel punto io ho continuato a rincorrere lui, mentre la collega, che nel frattempo era anche al telefono con i Carabinieri per chiedere il loro intervento, suonava un campanello dietro l’altro chiedendo alle persone ignare di restituirle gli oggetti rubati che si trovavano nei loro giardini. Subito dopo è avvenuto l’intervento dei Carabinieri che sono riusciti a fermare l’uomo e ad arrestarlo». Qui si conclude il racconto della donna, che ha contribuito in modo determinante all’arresto del ladro.
Quando le chiedo che cosa ha provato risponde: «Quando si riesce a fermare un malintenzionato si prova una gran soddisfazione, si sente che qualcosa finalmente è andato per il verso giusto in un mondo in cui spesso succede più spesso il contrario. Quando ho iniziato a fare questo lavoro pensavo che mi sarei trovata ad avere a che fare al massimo con le vecchiette di paese che fanno fatica a sopravvivere con la pensione o ai ragazzini, ma non è stato così». La domanda successiva è se ha avuto paura: «No, non ho avuto paura, faccio questo lavoro da sei anni e ormai sono abituata a situazioni del genere. Quindici giorni fa, durante un inseguimento allo stadio di Verona, il ladro mi ha spezzato due dita quando io l’ho bloccato afferrandolo per il marsupio, ma io non l’ho mollato comunque finché non è riuscito a liberarsi dandomi un calcio. Faccio questo lavoro con passione, non mi faccio abbattere. Solo una volta mi sono davvero spaventata, quando una donna qualche anno fa durante un furto mi ha puntato contro un coltello. In quel periodo ero in cinta del mio primo figlio. Ero terrorizzata, ma ho avuto comunque la prontezza di reagire e toglierle l’arma di mano». Si potrebbe pensare che per lavori di questo tipo, che comportano una buona dose di azione, vengano preferiti gli uomini, invece, almeno in questo caso non è così: «Nel gruppo di controllo e qualità e tutela del patrimonio di cui faccio parte siamo tutte donne, è stata una scelta deliberata dell’azienda formare una squadra tutta al femminile, e ritengo che sia stata giusta. Una donna può svolgere meglio questo lavoro, perché è più difficile che si lasci prendere dall’istinto rischiando di esasperare situazioni già delicate. Noi donne siamo più riflessive, di fronte a una situazione di potenziale pericolo spesso riusciamo comunque ad agire di testa. Anche nei supermercati in cui lavoriamo ci siamo create immediatamente una buona reputazione, e nessuno ha mai messo in dubbio la nostra capacità d’intervento. L’importante è essere ferme, non lasciarsi intimidire. Spesso, trovandosi di fronte una donna, chi viene fermato prova ad alzare la voce e ad agire con prepotenza, ma con me trovano pane per i loro denti, non mi lascio mettere i piedi in testa o intimorire, mantengo la calma, ma allo stesso tempo faccio loro capire che non possono fare i prepotenti con me. Bisogna esserci anche portati di carattere a questo mestiere, a me la grinta non manca».