Arrestato

Violenze e minacce con la pistola a Verona: è finito il regno del terrore per bar e pasticceri

Due imprenditori hanno vissuto nel terrore e con le continue intimidazioni da parte di Gian Alberto Papale che aveva proseguito con minacce e percosse per riuscire a sottrarre loro denaro e beni.

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E' finito il clima del terrore.

Arrestato il noto "Bibi"

Nella mattina di ieri, lunedì 19 ottobre 2020 è stato arrestato Gian Alberto Papale detto “Bibi” per il reato di estorsioni plurime, lesioni, rapina, porto di arma da fuoco e violenza privata. Si tratta di una serie di reati che sono stati commessi nei confronti di due giovani imprenditori veronesi del settore bar e pasticceri, i quali nel mese di dicembre 2018 avevano deciso di denunciare i fatti alla Squadra Mobile.

Nello specifico i due hanno denunciato che tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, hanno subito aggressioni, violenze di ogni genere e soprusi da parte del signor Papale. Entrambi hanno vissuto nel terrore e con le continue intimidazioni da parte dell’uomo che aveva proseguito con minacce e percosse per riuscire a sottrarre loro denaro e beni.

Lo schema era sempre lo stesso

Papale in un primo momento aveva avvicinato i due imprenditori riuscendo a convincerli di entrare in affari con lui poi i suoi interventi si sono fatti sempre più pressanti sfociando in indebite richieste di denaro o altre prestazioni che, se non venivano soddisfatte in modo celere e spontaneo, Papale li attaccava con gravi violenze e minacce, instaurando un vero e proprio regime di terrore.

Il primo caso

Il primo episodio ha come oggetto il canone di locazione per la mensilità di gennaio 2018 dovuto dall’imprenditore a Papale in ragione del contratto di affitto dell’azienda. In questo caso la vittima ha raccontato di aver esercitato 3 attività distinte di impresa che comprendono quella di affittacamere, attraverso la società Relais Arena s.r.l.s con la quale prendeva in locazione appartamenti situati in pieno centro storico per subaffittarli a terzi. La seconda era quella di Catering, tramite la società “Catering Verona s.r.l.s” e dall’ottobre 2017 l’attività di pasticceria nel locale “La Quinta” di Via Cappello. In quest’ultimo locale, nel mese di novembre 2017 l’imprenditore aveva conosciuto Gian Alberto Papale e da lì erano iniziati i rapporti professionali dato che l’imprenditore era interessato a prendere in affitto un locale più grande per la sua pasticceria e aveva così iniziato una trattativa su un immobile di Via Pellicciai, conclusasi poi nel novembre 2017 tra Papale come socio e legale rappresentante della Domino s.s.s di Papale Gian Alberto & C e l’imprenditore (il denunciante) in qualità di socio unico e legale rappresentate della “Catering Verona s.r.l.s”. L’imprenditore ha riferito che il canone di locazione del nuovo esercizio chiamato “Convivium” ammontava a 15mila euro più Iva per un totale di 18mila euro e doveva essere pagato in contanti in tre rate nel corso di ogni mese.

L’attività non si è rivelata redditizia e il denunciante non era in grado di versare il dovuto con regolarità così Papale nel gennaio 2018 lo aveva offeso e aggredito in presenza della madre e della fidanzata (della vittima). L’imprenditore decise di riconsegnare le chiavi del locale e di spostare tutti gli arredi e le attrezzature in un altro luogo. Papale però costrinse l’imprenditore a proseguire nella gestione dell’attività fino alla risoluzione anticipata del contratto di affitto, prendendo anche un appuntamento davanti a notaio.

In occasione dell’incontro Papale costrinse l’imprenditore a consegnare il suo Rolex come “pegno”. Nel febbraio 2018 Papale aveva prelevato e ceduto a un altro imprenditore tutta l’attrezzatura di pasticceria di proprietà del denunciante a soli 10mila euro quando il valore di mercato era di 60mila euro. Le vessazioni sono proseguite il 18 e il 25 febbraio e Papale si introdusse anche nell’abitazione dell’imprenditore dove gli rubò il portafogli, una telecamera, una bicicletta e lo picchiò. A fine aprile inoltre il denunciante fu costretto a cedere a titolo gratuito un appartamento di Via Cappello a un amico di Papale e infine, nel giugno 2018 la parte offesa è stata minacciata con una pistola da parte dell’uomo.

Il secondo caso

L’altro imprenditore invece entrò in affari con Gian Alberto Papale concludendo un contratto d’affitto di ramo d’azienda di un bar situato in centro e nello specifico in Via Fama 2/a concesso dalla Domino s.a.s. gestita da Papale. Dagli accordi era previsto che l’imprenditore corrispondesse a Papale 65mila euro per il subentro, di cui 20mila euro in nero, oltre a 3 mensilità anticipate pari a 24mila euro. Il canone di affitto era di 8mila euro al mese, 4 in nero.

L’imprenditore era convinto di aver fatto un affare e di essere in grado di coprire le spese con le entrate. Il commerciante, alla stipula del contratto aveva emesso un assegno incassato dalla Domino s.a.s e aveva consegnato i 3 assegni a Papale in garanzia degli impegni assunti oltre alle somme in nero.

L’attività venne aperta nel maggio 2017 e Papale aveva iniziato a frequentare il bar parcheggiato la sua Porsche di fronte al locale. Essendo Papale un uomo molto conosciuto a Verona come soggetto violento e pericoloso, bastava la presenza della sua vettura all’esterno del locale per fare in modo che i clienti non entrassero. Oltre a ciò, l’imprenditore era stato costretto da Papale ad accogliere dei suoi amici all’interno del bar e tutto ciò portò inevitabilmente a una diminuzione dei guadagni. Nel pomeriggio dell’agosto 2017, in seguito a dei contrasti tra i due, Papale si presentò a casa dell’imprenditore picchiandolo e intimandolo a scegliere se cedere immediatamente l’attività o lavorare sotto il suo stretto controllo rispettando gli orari di apertura alle 7.30 con chiusura alle 24. Lo stesso Papale aveva minacciato il commerciante: se avesse denunciato l’aggressione, avrebbe fatto intervenire dei pericolosi malviventi calabresi. L’imprenditore per riuscire a coprire i debiti, aveva chiesto aiuto alla madre anziana che aveva deciso di cedere un quinto della pensione per aiutarlo con una somma di 7mila euro.

L’imprenditore a causa dell’ammontare dei debiti e il continuo clima di terrore, alla fine sel settembre 2017 aveva tentato il suicidio. Alla fine dell’ottobre 2017 aveva deciso di chiudere il locale definitivamente.

L’appello agli imprenditori

Il Dirigente della Squadra Mobile Vice Questore Massimo Sacco, durante la conferenza stampa di oggi, martedì 20 ottobre 2020, ha rimarcato l’importanza dell’arresto:

“Papale è stato arrestato e si trova in custodia cautelare in carcere sulla richiesta emessa dal Gip del Tribunale di Verona dott. Giuliana Franciosi, su richiesta di Silvia Facciotti della Procura della Repubblica di Verona. Siamo convinti che Papale abbiamo coinvolto anche altri imprenditori, per questo motivo invitiamo a sporgere denuncia”.

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