Senatore leghista condannato per aver diffamato il parroco di San Fermo
Giustizia per il sacerdote: "Sono contento della sentenza che in parte mi restituisce dignità, anche se per un uomo di circa 60 anni cosa significa rimettersi in gioco?".
Contenuti dell’articolo diffamatori, arriva la condanna.
Arriva il risarcimento
Una condanna a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione e il pagamento di 15mila euro come risarcimento. E’ questo l’esito della sentenza emessa dal giudice Paolo Vacca nella giornata di mercoledì 28 ottobre 2020, riferita al caso di diffamazione contro don Tiziano Brusco, ex parroco di San Fermo a Verona nonché direttore per anni del Museo Diocesano d’Arte San Fermo. La condanna è rivolta all’allora direttore responsabile de “La Cronaca di Verona”, Achille Ottaviani che nel 2015 aveva pubblicato un articolo dal titolo “La bollente estate di don Tiziano”, che aveva firmato con lo pseudonimo di Cesare Albertini.
Il fatto
Achille Ottaviani, giornalista nonché primo sindaco leghista del Veneto e senatore della Repubblica, aveva realizzato nel 2015 un articolo che riportava dei fatti che la parte civile ha poi dimostrato essere inventati. In quell’anno don Tiziano era caduto in depresso e aveva chiesto al vescovo Giuseppe Zenti di concedergli un anno sabbatico, cosa che gli era stata concessa. Nell’articolo in questione il giornalista aveva insinuato che il sacerdote fosse in ottima salute e che si fosse “spretato” per poter andare a convivere con un uomo in un’abitazione lussuosa. L’articolo sconvolse don Tiziano a tal punto da indurlo a tentare il suicidio.
La querela
Don Tiziano è stato poi assistito dagli avvocati Chiara Peparello e David Brunelli e ha presentato querela per diffamazione. A cinque anni è arrivato quindi l’atteso verdetto ma Ottaviani ha già annunciato che presenterà ricorso. Sollevato don Tiziano ha affidato ai social la sua considerazione in merito:
“Moltissimi dei 3275 amici di fb, nemmeno sanno chi sono, la mia storia passata, le sofferenze per ricostruire una credibilità messa a dura prova per la cattiveria gratuita che Ottaviani dall’alto delle sue pagine di giornale scrisse come se fosse un mio grande conoscente e nemmeno mi aveva mai visto.
Finalmente un po di giustizia fatta! E come sempre dai giornali laici. La chiesa da 6 anni non si è fatta più sentire, e il nostro giornale diocesano ha preferito tacere e non salvaguardare la credibilità di un figlio di questa chiesa. Ora vorrei solo essere dimenticato, per poter riprendere a vivere una vita nuova.
I finti amici d’infanzia e di maturità ora non dovranno più nemmeno trovare scuse. Rimanete pure dove siete stati fino ad ora abbandonandomi.
Addio per sempre dalle pagine di fb”.
Ha poi deciso di ringraziare chi ha espresso solidarietà nei suoi confronti:
“Ringrazio tutti coloro che a diverso titolo mi hanno dato la loro solidarietà. Andarmene da fb non e’ come qualcuno ha detto: dargliela vinta, anzi, sono rimasto 5 anni proprio per questo, per non dargliela vinta e per far capire che lui nel suo articolo parlo di qualcuno che con me non aveva nulla a che fare, disse solo falsità. Sono contento della sentenza che in parte mi restituisce dignità , anche se voi immaginate per un uomo di circa 60 anni cosa significhi rimettersi in gioco? Che lavoro posso fare, con una madre anziana , malata, con piccola pensione e badante da pagare. Ma è più importante dire a tutti coloro che mi apprezzano e mi amano chi sono realmente. Ho confidato in una chiesa che nel momento del bisogno non c’era, mi ha girato le spalle, a parte il vescovo che alcune volte in segreto ho avuto modo di incontrare. Ma questa non è la chiesa di cui mi ero innamorato e a cui avevo consacrato la vita. Quindi vedremo..”.