Sei denunce per bracconaggio in un solo mese nel territorio veronese
Reti abusive, abbattimenti di specie protette, armi non consentite, sono alcune delle irregolarità contestate.
Dall’inizio della stagione venatoria, lo scorso 20 settembre 2020, ad oggi lunedì 2 novembre 2020, la Polizia Provinciale ha denunciato sei persone in seguito ai controlli anti-bracconaggio effettuati in tutto il territorio veronese.
Diversi gli episodi
Reti abusive, abbattimenti di specie protette, armi non consentite, sono alcune delle irregolarità contestate.
Il primo episodio risale al giorno di apertura della caccia ad Albaredo d’Adige, dove un vicentino di 34 anni veniva sorpreso a vagare nei campi con un fucile, sebbene l’uomo fosse sprovvisto di porto d’armi e di tutta la documentazione prevista per esercitare l’attività venatoria.
Una settimana dopo, durante un controllo nel territorio di Bardolino, un agente della Polizia Provinciale, insieme a una guardia volontaria venatoria, contestavano a un 50enne il possesso di un fucile automatico caricato con sei colpi, anziché tre come prevede la normativa.
L'uso di un richiamo acustico
Il 21 ottobre 2020, in località Muni nel comune di San Giovanni Ilarione, veniva sorpreso un 62enne veronese intento a sparare a volatili attirandoli con l’uso di un richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico, mezzo assolutamente vietato dalla legge. Mentre procedevano alle contestazioni e al sequestro del richiamo, gli agenti si accorgevano di diverse piume di fringuello, specie vietata, sulla giacca del cacciatore. Dopo una breve ricerca, veniva rinvenuta sotto un arbusto una borsa contenente 48 fringuelli. L’uomo è stato denunciato per uso di mezzo vietato e per aver abbattuto esemplari di specie protetta non cacciabile.
Nello stesso giorno, nel comune di Garda, veniva individuata una rete per la cattura di avifauna nel cortile di un’abitazione privata. Nella successiva perquisizione, gli agenti trovavano, tra il cortile e l’orto, altre nove reti appese con intrappolati diversi capi di specie protetta, tra cui alcuni pettirossi. Il bracconiere custodiva altre otto reti in casa, dispositivi di cui è vietata anche la sola detenzione.
Fauna selvatica, pratrimonio dello Stato
Due, infine, le denunce la scorsa settimana. La prima a Badia Calavena, dove un agente della Polizia Provinciale sorprendeva un cacciatore vicentino intento a sparare e abbattere un esemplare di fanello, specie particolarmente protetta. Attività che ha portato alla denuncia dell’uomo e al sequestro del fucile. Stessa sorte per un 50enne veronese scovato ad abbattere fringuelli in località Cengelle di Cazzano di Tramigna. Il Comandante Anna Maggio ha ricordato:
“Il contrasto al fenomeno del bracconaggio rappresenta una delle principali attività della Polizia Provinciale durante la stagione venatoria. La grande maggioranza dei cacciatori opera nella piena legalità e nel rispetto di quelle norme utili a mantenere l’equilibrio ambientale. Invito i cittadini a segnalare eventuali episodi di bracconaggio: la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato. Chi la abbatte, contravvenendo alle norme, oltre a provocare un danno all’ambiente, si appropria di qualcosa che appartiene a tutti noi”.