E se le zone fossero per provincia? Verona e tutto il Veneto sarebbero verdi
E' quanto evidenzia il modello di suddivisione dell'Italia non in regioni, bensì in singole province e elaborato dal dottor Paolo Spada, medico dell’ospedale Humanitas di Milano.
E se le zone fossero provinciali? Verona non sarebbe zona rossa né arancione, anzi. E’ quanto evidenzia il modello di suddivisione dell’Italia non in regioni, bensì in singole province e elaborato dal dottor Paolo Spada, medico dell’ospedale Humanitas di Milano.
E se le zone fossero provinciali? Treviso sarebbe verde
Il dottor Spada, chirurgo vascolare, è presidente di EVARplanning startup innovativa vincitrice del premio BioUpper per le idee imprenditoriali nelle scienze della vita. E’ un esperto di algoritmi applicati alla medicina e dall’inizio dell’emergenza sanitaria pubblica quotidianamente report sui dati del contagio. E’ anche autore della rubrica Pillole di Ottimismo.
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Il suo modello (La fonte dati per quanto riguarda l’incidenza è il Ministero della Salute mentre quella sulla disponibilità dei posti letto è AGENAS) si basa sulla incidenza del contagio da Coronavirus sul numero di abitanti, rapportato alla capacità ospedaliera della singola Regione.
Secondo i dati elaborati nel grafico, l’incidenza nella provincia di Verona sarebbe pari a 197 casi ogni 100.000 abitanti in 7 giorni, a fronte di una soglia regionale pari a 214.
Veneto tutto “verde”
Sempre secondo il grafico elaborato dal dottor Spada, e aggiornato al 20 gennaio 2021, in Veneto l’incidenza più alta è in provincia di Venezia (199 casi ogni 100.000 abitanti), subito seguita da Verona (197), poi Padova (187). In ogni caso tutte le province veneta sarebbe zona verde!
Il modello provinciale
“La distinzione in base all’incidenza provinciale adatta maggiormente la misura alla reale necessità del territorio, valorizzando il senso di responsabilità del cittadino – spiega il dottor Spada Al di fuori delle aree rosse, è ipotizzabile la riapertura delle attività, sottoponendole a contingentamento. La soglia regionale, vincolata alla disponibilità di posti letto (=posti non occupati da pazienti Covid), in particolare in Area Critica, tiene conto della possibilità che alla vaccinazione delle fasce di popolazione a rischio faccia seguito una graduale riduzione del ricorso a misure restrittive”.