Assolta la cassiera multata durante il lockdown: era in treno per andare al lavoro, ma nel giorno libero
Aveva deciso di prendere il treno nel tardo pomeriggio per riuscire a rispettare l'inizio dell'orario di lavoro l'indomani alle 6 del mattino.
Una vicenda che ha visto coinvolta una cassiera che da Mantova si è recata a Verona con il treno per riuscire a raggiungere il posto di lavoro ma la sua autocertificazione è stata definita falsa dato che la ragazza, quel giorno, era di riposo.
Multata durante il lockdown dalla Polfer
Una disavventura che fortunatamente ha trovato il lieto fine, G.G. 21enne di Mantova ha “collezionato” ben due denunce per autocertificazione falsa. I fatti sono avvenuti in due distinte occasioni, la prima il 18 marzo 2020 e la seconda il 13 aprile 2020, entrambe alla stazione dei treni di Verona Porta Nuova.
In entrambi i casi, la commessa, una volta scesa dal treno, era stata fermata dagli agenti della Polfer e lei nell’autocertificazione aveva indicato che il suo spostamento era ammesso per “motivi di lavoro”. L’autocertificazione le è stata però contestata perché, dopo un controllo, era emerso che la 21enne in quelle due occasioni era di riposo.
E’ stata assolta
Fortunatamente però la ragazza è stata assolta con formula piena dalla giudice Paola Vacca con il rito abbreviato perché, durante le indagini, è emerso che la 21enne nel periodo del lockdown lavorava nella sede distaccata dell’Esselunga di Corso Milano a Verona mentre era in attesa del termine dei lavori di costruzione del supermercato a Mantova.
Il suo turno di lavoro iniziava alle 6 del mattino e la giovane era così costretta a prendere un treno alla sera precedente per riuscire ad arrivare in orario al lavoro, infatti nella prima occasione era stata fermata alle 17.45, nella seconda invece alle 21.
La giudice ha infatti spiegato che non c’erano treni che da Mantova portavano a Verona nelle prime ore del mattino, giustificando quindi la scelta di optare per un treno nel tardo pomeriggio del giorno precedente per riuscire a rispettare gli orari di lavoro. L’unica cosa che viene “rimproverata” alla giovane è che poteva motivare il suo spostamento nel modulo dell’autocertificazione.
(immagine di copertina di repertorio)