Aeroporto Catullo, manette per un albanese e per due migranti

L'uomo doveva scontare una pena di cinque anni per gravi reati legati alla prostituzione

Aeroporto Catullo, manette per un albanese e per due migranti
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L'uomo doveva scontare una pena di cinque anni per gravi reati legati alla prostituzione

Intensa attività anticrimine assicurata in questi giorni dagli agenti dell’Ufficio di Polizia di frontiera dell’aeroporto di Verona che ha consentito di raggiungere significativi risultati e di garantire sicurezza allo scalo Valerio Catullo in questo periodo di particolare attenzione e di notevole afflusso di passeggeri in arrivo e partenza per le festività pasquali.

Ieri pomeriggio in arrivo da Tirana gli operatori della Polizia di Frontiera controllavano il cittadino albanese V.B. di anni 53 il quale, convinto che i suoi trascorsi criminali in Italia fossero caduti nel dimenticatoio, risultava invece ricercato nel nostro paese dal lontano 2006 dovendo scontare una pena di 5 anni per gravi reati associativi legati alla prostituzione emessa dal Tribunale di Viterbo. Il predetto veniva associato al carcere di Verona per l’espiazione della pena.

Nei giorni scorsi venivano rintracciati in questo scalo due migranti che volevano raggiungere il Regno Unito con documenti di altre persone, scoperti solo grazie alla consolidata professionalità degli agenti di Polizia:

  • un passeggero diretto a Londra con volo British esibiva una carta di identità della Polonia: gli Agenti di Polizia di Frontiera notavano alcune difformità nei tratti somatici della persona presente con quelli dell’immagine del documento ed evidenziavano che il soggetto non conosceva la lingua polacca. Grazie a tali indizi il soggetto veniva fermato e risultava che la carta di identità polacca era ricercata nelle banche dati perché rubata e che il predetto celava nello zaino un passaporto ucraino intestato a B.V. di anni 30. Il documento polacco veniva sequestrato e lo straniero deferito all’A.G. di Verona
  • un passeggero diretto a Londra con volo Easy Jet di chiara provenienza dal Corno d’Africa, quindi eritreo o somalo: il predetto porgeva agli agenti di Polizia di frontiera un passaporto inglese con la fotografia di una persona di colore somaticamente difforme. Con l’ausilio di un interprete, l’individuo declinava le sue vere generalità M.A. di anni 27 nato in Eritrea che risultava entrato in Italia come profugo attraverso la Sicilia nel 2016. Il documento inglese veniva sequestrato, lo straniero deferito all’autorità giudiziaria di Verona e quindi accompagnato presso la questura di Verona per i provvedimenti di competenza.
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