Verona

Il parroco vieta l'ingresso ai cani nella chiesa di San Nicolò

A due passi dall'Arena, cani si o cani no nel luogo di culto consacrato nel 1697?

Il parroco vieta l'ingresso ai cani nella chiesa di San Nicolò
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Siamo abituati a dare spazio agli attivisti di "Centopercentoanimalisti" ed alle loro iniziative per la salvaguardia degli animali. Meno indulgenti siamo stati quando le loro azioni le conducono travisati da maschere o passamontagna poiché il comportamento non è confacente alle norme sull'ordine pubblico e, avendoglielo detto, ora il movimento ci manda foto in cui non prevalgono le mascherate rispetto all'oggetto della protesta.

Questa volta però, parlando di cani da ammettere o meno in chiesa, ancorché per rispetto del pensiero altrui, daremo loro lo spazio richiesto, ci permetteremo poi alcune osservazioni a partire da questa: è una questione di rispetto e buon senso ma, soprattutto, è una non questione dal momento che nessuno ne avrebbe parlato se non fosse comparso un cartello di divieto contro il quale i nostri "Centopercentoanimalisti" non hanno potuto fare a meno di vergare la loro "lenzuolata" di protesta.

Il comunicato

La chiesa di San Nicolò all'Arena di Verona, è un luogo di culto consacrato nel 1697, ma i lavori iniziarono molto prima, furono interrotti momentaneamente a causa della peste del 1630.

Il luogo, da sempre, è meta di turisti, ma una decisione del parroco ha lasciato tutti di sale. Sui portoni e all'interno della chiesa, sono stati affissi cartelli in lingua Italiane e Inglese, dove si vieta l'accesso ai cani.

Un divieto che non ha nulla a che vedere con la filosofia della Cristianità, sicuramente San Francesco non sarebbe d'accordo, dato che ogni incontro con gli animali, per il Santo, era un momento di gioia perché avvertiva in loro la presenza di Dio.

Il divieto di ingresso ai cani esposto a San Nicolò all'Arena

La risposta ricevuta

Nel tardo pomeriggio di martedì 20 agosto, gli attivisti hanno voluto sincerarsi della presenza del cartello di divieto ed incontrando il diacono don Bruno, si sono confrontati sulla questione ottenendo come risposta, tra l'altro, che alcuni proprietari a volte non puliscono le deiezioni dei cani all'interno della chiesa, ma che riferirà ai suoi superiori il tema della pacata e rispettosa protesta degli attivisti.

L'azione di protesta

In attesa che i "superiori" e la stessa diocesi di Verona, facciano marcia indietro sulla decisione di vietare l'ingresso ai cani, in serata i militanti hanno deposto uno striscione sul pavimento d'entrata della chiesa

I cani sono angeli?

"I cani sono Angeli, San Francesco docet" protestano gli animalisti e preannunciano altre azioni se non sarà rimosso il divieto:

"Dato che - dicono - le discriminazioni non vanno mai bene, sia per gli umani, sia per gli Animali, esseri senzienti come recita la nuova legge Brambilla approvata di recente in parlamento".

Il tema non è nuovo

Rispetto e buon senso, a nostro avviso, dovrebbero andare a braccetto ma non solo quando l'interesse è di parte o al quale venga data una valenza che tale non è. Gli animali, infatti, normalmente non possono entrare nelle chiese per  motivi di ordine diverso ma tutti di rispetto: igiene, disturbo delle funzioni, rispetto per il luogo sacro.

Il fatto che per il Diritto Canonico non esista un divieto assoluto in tal senso, non vieta invece al Parroco in quanto responsabile dell'immobile, di vietare o permettere l'accesso alla chiesa.

Il Parroco potrebbe avere stabilito il divieto per motivi di igiene: temendo che gli animali possano sporcare l'ambiente sacro e renderlo inadatto alla celebrazione di riti religiosi; disturbo: poiché un animale può disturbare lo svolgimento delle funzioni religiose e disturbare i fedeli; rispetto per il luogo sacro: dato che un luogo di culto è un ambiente che richiede un comportamento decoroso.

Chi decide

Non esistendo una legge specifica che vieti l'accesso, è il parroco a poter stabilire se permettere o meno l'ingresso degli animali, specialmente in luoghi aperti al pubblico come le chiese, non potendo garantire sul buon comportamento degli animali, sul fatto che siano al guinzaglio, non sporchino o disturbino ancorché, si diceva, la legge nazionale non vieti genericamente l'accesso, né il diritto canonico stabilisca un divieto.

Il diritto italiano, però, consentirebbe l'accesso ai cani guida per persone con disabilità, garantendo la loro presenza nelle chiese.

Quanto a San Francesco

Il Catechismo della Chiesa Cattolica riconosce gli animali come creature di Dio, e la tendenza è quella di considerarli esseri senzienti e meritevoli di cura e rispetto.

Tornando al nostro incipit, non sarà che senza bisogno di inventare problemi laddove non ce n'erano o ciascuno avrebbe saputo valutare l'opportunità o meno di recarsi in chiesa col cane. i nostri amici animalisti avrebbero potuto estrarre "lo schéo de mona" che ogni buon veneto è abituato a tenere in tasca, proprio per risolvere col buon senso quello che non può stabilire o non ha ancora stabilito il diritto?

Ah, dimenticavo però che oggi, soprattutto tra i giovani vanno di moda "trasportini" per cani e gatti, o passeggini per i cani piuttosto che per i figli; e che nei supermercati ci sono i carrelli per il cane che, non per colpa sua, potrebbe sbavare o provvedere ai suoi bisogni laddove altri appoggeranno poi la loro spesa.

Se continuiamo a dedicare attenzione alle battaglie degli animalisti, è proprio per il rispetto che anche noi abbiamo per gli animali, ma il rispetto per l'uomo, quello lo stiamo tutti mantenendo?

(Giancarlo Andolfatto)