Medici: allarme carenza in Veneto, ne mancano 1300

Aumentate le borse di studio per l'accesso alle scuole di Specializzazione

Medici: allarme carenza in Veneto, ne mancano 1300
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Il Veneto cerca 1300 medici ma non riesce a trovarli. Aumentate le borse di studio per l'accesso alle scuole di Specializzazione

Medici: allarme carenza in Veneto, ne mancano 1300

Torna sotto i riflettori il problema della carenza di specialisti negli ospedali del Veneto e dei concorsi indetti da Azienda Zero per tutte le Usl e spesso andati deserti. O quasi. L’ultimo caso l’ha rivelato il governatore Luca Zaia a Venezia, dopo il taglio del nastro della nuova centrale operativa congiunta tra Suem 118 e vigili del fuoco. Le parole del governatore:

«E’ notizia di queste settimane un concorso per 80 medici dell’urgenza-emergenza bandito da Azienda Zero ha visto presentarsi, e superarlo, solo tre candidati. Ecco l’autentica tragedia in Italia: mancano circa 56mila medici, 1.300 nel Veneto. Un problema che si supera aumentando i posti nelle Scuole di specialità e aprendo un percorso parallelo, cioè permettendo ai neolaureati di essere assunti e di fare la specializzazione direttamente in ospedale. La gavetta si può affrontare anche al fianco dei professionisti».

I concorsi di Azienda Zero

Azienda Zero si occupa dell'organizzazione di tutti i concorsi medici. A gennaio un concorso per 81 specialisti dello stesso settore aveva registrato appena 12 candidati. Ogni volta che le gare non ottengono i numeri relativi al fabbisogno delle 9 Usl, delle due Aziende ospedaliere di Padova e Verona e dell’Istituto oncologico veneto, vengono ripetuti. Sono in corso bandi per 294 medici, in più il 15 maggio sono state avviate ulteriori procedure per trovare neuropsichiatri infantili, pediatri, ortopedici, dirigenti di presidio ospedaliero, geriatri, gastroenterologi, otorinolaringoiatri, nefrologi e ancora specialisti di Pronto Soccorso. Sono le figure più «rare» e ricercate, insieme agli anestesisti.

Un progetto per avere più medici

Ed è appunto il progetto presentato dal Veneto al ministero della Salute, che lo sta analizzando insieme al Miur e al dicastero dell’Economia. Sono già stati convocati tre incontri dal ministro Giulia Grillo, affiancata dal sottosegretario Luca Coletto. Nel frattempo il ministero della Salute ha aperto i concorsi agli specializzandi dell’ultimo anno, che possono essere assunti con contratti a tempo determinato fino alla conclusione del tirocinio, e aumentato da 6200 a 8mila le borse di studio per l’accesso alle Scuole di specialità nel triennio 2019/2021. Al Veneto ne spetteranno altre 200, oltre alle attuali 500, alle quali si aggiungono le 90 pagate dalla Regione con 10 milioni di euro.

Il dottor Antonio Maccagnani, primario a Borgo Roma e presidente della Simeu (Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza) per Veneto, Trento e Bolzano riflette sul problema:

"E’ vero, il numero dei medici di Pronto Soccorso è molto ridotto rispetto alle necessità. I motivi sono molteplici: molti si orientano sul Suem 118 ma la maggioranza dei neolaureati decisi a intraprendere questa carriera non riesce a entrare nelle Scuole di specialità e quindi non può lavorare. In terzo luogo bisogna rendere più attrattivo questo mestiere, oggi gravato da un carico di lavoro e responsabilità che può scoraggiare molti colleghi. Abbiamo chiesto un aumento delle borse di studio per l’accesso alle Scuole di specialità, anche se l’effetto si vedrà fra cinque anni, quando completeranno le formazione i neolaureati. Il rischio è che intanto per tappare le falle si torni a far lavorare nei Pronto Soccorso altri specialisti, come internisti e chirurghi generali. Già adesso i concorsi per l’urgenza-emergenza sono aperti a medici di branche considerate equipollenti ma abbiamo chiesto di rivederne l’elenco. Ci vuole una certa attitudine per operare in un reparto così delicato».

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