Moussa Diarra: ieri il perito balistico ha cristallizzato la distanza ravvicinata dello sparo fatale
A sette mesi dalla morte del 26enne, ucciso da un colpo al cuore, ricostruita passo per passo la scena con i rilievi dei consulenti di procura, famiglia e difesa

La distanza ravvicinata dello sparo che ha ucciso Moussa Diarra è uno dei dati emersi durante il sopralluogo tecnico effettuato ieri, giovedì 29 maggio 2025, alla stazione di Porta Nuova, a Verona.
Il 20 ottobre 2024 Diarra ha perso la vita per mano di un agente di Polizia: la vicenda del 26enne originario del Mali è ancora oggetto di indagine.
La ricostruzione della tragedia
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Diarra avrebbe aggredito l'agente della Polizia Ferroviaria brandendo un coltello, in preda a un evidente stato di disagio psichico e sociale.
L’agente ha esploso tre colpi, uno dei quali ha colpito il giovane al cuore, provocandone la morte. Gli altri due proiettili hanno trapassato il cappuccio del suo giubbotto.
Sul caso è in corso un’indagine: il poliziotto è attualmente indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Nel fascicolo ci sono le immagini delle telecamere di videosorveglianza, i rilievi della scientifica e i risultati delle consulenze tecniche.
Il sopralluogo e le immagini poco definite
Il perito balistico nominato dalla procura ha condotto ieri un sopralluogo nella zona del binario 10, dove si è verificato l’episodio.
Insieme agli altri tecnici — tra cui quelli nominati dagli avvocati della famiglia e il legale dell’agente — ha esaminato il punto esatto in cui Moussa Diarra è caduto a terra, indicato da un marcatore con la lettera E.
Attorno, i reperti della scena: il coltello, lo zaino del giovane, i bossoli.
Le immagini delle telecamere, che non sono state diffuse, sono state analizzate per mesi dalla scientifica di Padova, ma a quanto pare non offrono una visione nitida: la più vicina al luogo del fatto non era attiva in quel momento, e le altre restituiscono inquadrature da lontano. Tuttavia, la dinamica mostra un rapido avvicinamento tra i due uomini e la presenza, in secondo piano, di un secondo agente rimasto defilato.
I dubbi e le richieste di chiarezza
A distanza di mesi, il corpo di Moussa Diarra si trova ancora in obitorio, in attesa che la magistratura autorizzi il rilascio. I legali della famiglia — tra cui l’avvocato Fabio Anselmo, noto per aver seguito casi simili — hanno sollevato interrogativi sull’accesso agli atti e sul segreto istruttorio applicato anche alle immagini delle telecamere. Intanto, il comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra continua a chiedere trasparenza e imparzialità nelle indagini.