Allarme microplastiche nel corpo umano: rischio quadruplicato di infarto e ictus
Una ricognizione internazionale svela l'impatto delle micro e nanoplastiche sul corpo umano, con rischi gravi per il sistema cardiovascolare e neurologico
Uno studio presentato al "Planetary Health Forum" di Verona svela che le micro e nanoplastiche si accumulano in organi vitali come cervello e cuore, aumentando drasticamente il rischio di malattie cardiovascolari e neurodegenerative. Gli esperti chiedono azioni urgenti per frenare l'inquinamento da plastica, ormai una minaccia diretta per la salute umana.
Un terzo di una bottiglia nel cervello
Durante il "Planetary Health Forum" di Verona, i riflettori si sono accesi su una minaccia invisibile ma sempre più pressante: le micro e nanoplastiche (MNP). La ricerca scientifica presentata ha confermato ciò che si temeva da tempo: le particelle microscopiche di plastica sono ormai presenti in diversi organi vitali del corpo umano, inclusi cervello, placenta e sistema cardiovascolare. Uno dei risultati più scioccanti dello studio "Tutta la plastica che non vediamo - Rapporto sulla presenza delle micro e nanoplastiche nel corpo umano" ha rivelato la presenza di quantità equivalenti a un terzo del peso di una bottiglia di plastica nel cervello di alcuni soggetti esaminati.
Secondo la ricerca condotta dall'Università della Campania, più del 60% dei pazienti con placche aterosclerotiche alla carotide presentava residui di microplastiche nei tessuti.
"Abbiamo evidenziato che chi era contaminato con microplastiche aveva un rischio di evento cardiovascolare, infarto acuto del miocardio, stroke, ictus, ora morte cardiovascolare, quattro volte più alta rispetto alla popolazione che non era contaminata", afferma in un'intervista al TGR il Professor Raffaele Marfella, professore dell'Università della Campania.
Bisogna ridurne l'utilizzo
Insomma, ci troviamo di fronte a un segnale allarmante, che necessita una presa di posizione anche a livello politico, nell'emanare nuove politiche che puntino a ridurre l'utilizzo di plastiche, onde evitare il peggioramento di quanto già registrato. Come ha affermato al TGR Paolo Russo, ex Presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti:
"Il grido di dolore alto della scelta deve suggerire ai decisori istituzionali politiche a riguardo in questo senso. Insomma, bisogna ridurre l’utilizzo delle plastiche".
Ma una politica nazionale non basta. Bisogna estendere l'urgenza anche al resto della comunità internazionale, affinché si propongano delle politiche comuni da seguire. Su questo, il delegato di WWF Italia, Carmelo Motta, è chiaro:
"Questo è un ulteriore tassello per un trattato globale e giuridicamente vincolante sulla plastica, in modo da porre fine a questo tipo di inquinamento."