Accordo

Autoferrotranvieri, Filt Cgil Verona: “Ok al contratto ma ora si pensi al ricambio generazionale”

Questa ipotesi di rinnovo mette in tasca ai lavoratori 100 euro lordi mensili ma lascia intatte le criticità che rendono questo lavoro sempre meno appetibile e attrattivo verso le nuove generazioni.

Autoferrotranvieri, Filt Cgil Verona: “Ok al contratto ma ora si pensi al ricambio generazionale”
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Con 306 "Sì" e 258 "No" i lavoratori e le lavoratrici veronesi del trasporto pubblico locale di Atv, Amt, La Linea e Atf hanno approvato l’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro degli Autoferrotranvieri del comparto Mobilità/Tpl.

“Ok al contratto ma ora si pensi al ricambio generazionale”

Il referendum si è svolto tra l’8 e il 10 giugno vedendo una buona partecipazione da parte dei veronesi: 578 votanti su 971 aventi diritto, pari al 59,5%.
Più ampio il consenso a livello regionale (2.288 Sì su 3.264 votanti) dove però la partecipazione al voto è stata inferiore: il 48,7% dei 6.691 aventi diritto.

“Questa ipotesi di rinnovo, faticosamente raggiunta superando il muro innalzato dalle associazioni datoriali del trasporto pubblico, mette in tasca ai lavoratori 100 euro lordi mensili ma lascia purtroppo intatte le criticità che rendono questo lavoro sempre meno appetibile e attrattivo verso le nuove generazioni, come hanno dimostrato tutte le recenti campagne di arruolamento promosse da Atv, andate sistematicamente deserte o quasi malgrado il grande dispiegamento di mezzi pubblicitari” commenta Alessandro Poles, Segretario Generale della Filt Cgil Verona.

Tra i principali problemi – continua – i tempi di guida, regolati da leggi vetuste (un regio decreto del 1923 per il servizio urbano e una legge del 1958 per quello extraurbano) che sopravvivono anche alle più recenti direttive europee, consentendo alle aziende del Tpl il sistematico ricorso al lavoro straordinario per tamponare il turnover e il mancato ricambio generazionale.

Nodo sicurezza

Poles ha aggiunto:

Chi entra in azienda oggi ha la prospettiva di una paga base di 1.200 euro mensili e un ‘nastro orario’ che supera abbondantemente le 10 ore giornaliere con turni che cambiano quotidianamente e non distinguono tra sabati, domeniche e festivi. Tutto ciò rende questo lavoro decisamente poco attraente per i giovani. La mancanza di disponibilità, anche da parte di Atv, ad affrontare questi nodi in sede di contrattazione aziendale di secondo livello, ci spinge a rivolgerci direttamente all’utenza, rendendola conscia delle condizioni in cui si trova a lavorare il personale che ogni giorno trasporta i ragazzi a scuola”.

“Il nodo della sicurezza, come quello di una viabilità inefficiente che lascia imbottigliare nel traffico il trasporto pubblico, o della carenza di comfort sui bus, dove spesso il condizionatore è rotto e i finestrini sono bloccati, sono nodi comuni che come Sindacato e rappresentanze dei lavoratori vogliamo affrontare. Ne vale del futuro del nostro lavoro e della nostra città” conclude Poles.

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