Iniziativa

Biodiversità nel veronese: progetto Biodiversity Bridges tra Valpolicella, Cerea e Soave

Si terranno dei veri e propri laboratori in loco per gli studenti che potranno partecipare alle numerose attività di ripristino ambientale, come la mappatura della biodiversità presente nei siti.

Biodiversità nel veronese: progetto Biodiversity Bridges tra Valpolicella, Cerea e Soave
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Sono state presentate nella Sala Rossa al Palazzo Scaligero, le iniziative programmate per il progetto Biodiversity Bridges, per la tutela e la valorizzazione di tre siti ricchi di biodiversità in territorio veronese tra Cerea, Fumane, Marano e Soave.

Biodiversità nel veronese

Il progetto, finanziato con 415mila euro dalla Fondazione Cariverona nel contesto del bando Habitat 2020, è indirizzato principalmente alla valorizzazione di tre aree: il parco del Monte Tenda a Soave, il Parco Valpolicella tra Fumane e Marano, la Palude del Brusà a Cerea.

Gli interventi prevedono, nei prossimi due anni, la mappatura delle emergenze naturalistiche, il censimento delle specie vegetali e animali attualmente presenti, l’individuazione delle maggiori criticità legate al mantenimento degli equilibri ecologici, la realizzazione di soluzioni idrauliche e forestali per la salvaguardia delle aree e la messa a dimora di tre ettari di bosco (in totale 5.100 piante) per migliorare l’habitat delle specie presenti.
Agli interventi ambientali il progetto affiancherà, grazie alla partecipazione di alcuni istituti superiori della provincia, percorsi e iniziative didattiche pensate per gli studenti.

Alla presentazione sono intervenuti, in ordine: Giuseppe Venturini dell'Ufficio Scolastico Provinciale; Gianfranco Caoduro di WBA Project Srl (capofila del progetto); Lara Fadini, Vicesindaco di Cerea; Gianfranco Zavanella della cooperativa sociale Centro di Lavoro San Giovanni Calabria; Francesco Rossignoli, Dirigente scolastico dell’istituto Stefani-Bentegodi; Miriam Magnani, Presidente della Strada del Vino Valpolicella e Gaetano Tebaldi, Sindaco di Soave.

Installazioni dimostrative esperienziali

Nei due anni di durata del progetto, gli enti e le associazioni coinvolte opereranno nelle aree individuate realizzando installazioni dimostrative esperienziali, come arnie a favo naturale e cassette nido per api selvatiche, sistemi di fitodepurazione e postazioni per l’analisi delle acque, zone dedicate alla presentazione di pratiche agronomiche dimostrative a ridotto impatto ambientale, webcam per il monitoraggio in tempo reale della fauna selvatica.

Si terranno, inoltre, dei veri e propri laboratori in loco per gli studenti e, gli stessi ragazzi degli istituti coinvolti nel progetto, assistiti dagli insegnanti e da esperti, potranno partecipare alle numerose attività di ripristino ambientale, come la mappatura della biodiversità presente nei siti. Per accogliere le scuole verranno realizzate, all’interno o in prossimità delle aree naturali, delle vere e proprie “classi all’aperto”, definite Bio-Lab (Biodiversity Laboratory), ovvero strutture nelle quali i ragazzi potranno studiare la biodiversità utilizzando strumenti e attrezzature dei naturalisti.
Nel corso del progetto, inoltre, i Comuni coinvolti avranno l’opportunità di aderire a un nuovo standard di certificazione, messo a punto da World Biodiversity Association onlus, denominato “Biodiversity Friend Territory”. Infine, il progetto prevede la realizzazione e la comunicazione di itinerari per turisti ed escursionisti.

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