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Caso Nocini e Università di Verona: interrogazione parlamentare di Crisanti sui “concorsi su misura”

Il professore dell'Università di Padova e dell'Imperial College di Londra ha voluto interrogare la Ministra Bernini sul sistema dei concorsi italiani

Caso Nocini e Università di Verona: interrogazione parlamentare di Crisanti sui “concorsi su misura”

La questione che riguarda Riccardo Nocini e suo padre, l’ex rettore dell’Università di Verona, è approdata anche in Parlamento grazie ad Andrea Crisanti.

Il caso Nocini

In molti hanno espresso i propri dubbi sulla “scalata” di Riccardo Nocini fino a diventare professore ordinario di otorinolaringoiatria al Discomi dell’Univr.

Infatti, oltre ad avere solo 33 anni, sarebbe anche riuscito a pubblicare 271 ricerche scientifiche secondo Reaserchgate, 189 delle quali solo nel portale dell’Ateneo. In particolare, contando esclusivamente quelle dell’istituto veronese, significa che ne avrebbe dovuta pubblicare una ogni 14 giorni.

Come riporta L’Arena, anche il predecessore di Pier Francesco Nocini, rettore formale all’inizio dell’iter di selezione del figlio, ha dichiarato che non c’è alcuni dubbio che sia stata violata la Legge Gelmini, la cosiddetta legge anti “parentopoli”.

Come ha affermato la Direttrice dell’Università, Chiara Leardini, “il disagio c’è tutto”, ma secondo lei il processo di selezione è stato regolare e a norma, benché Riccardo Nocini sia stato l’unico candidato.

Andrea Crisanti in Parlamento

La questione ha fatto così tanto clamore che ha raggiunto anche il Parlamento italiano grazie ad Andrea Crisanti: microbiologo, professore all’Università di Padova e all’Imperial College di Londra. Di fatto, oggi è senatore del Partito Democratico e, come ha sottolineato al Corriere della Sera, non c’è mai stato un concorso che non fosse fatto esclusivamente per qualcuno.

In particolare, ha sottolineato che nonostante abbia insegnato in una delle migliori scuole inglesi, ha perso tanti di quei concorsi che non se li ricorda neanche tutti. Tuttavia, ogni volta che arrivava la brutta notizia, lo segnalava finché non gli hanno detto che ne avrebbero fatto uno per lui.

Infatti, lui è diventato professore a 47 anni, ma avrebbe voluto partecipare e vincere un concorso equo. Invece, in Parlamento ha dichiarato che in 40 anni non c’è stato un concorso in cui non si sapesse prima chi sarebbe stato il vincitore.

Per quanto riguarda le pubblicazioni, ha voluto evidenziare come molti specializzandi facciano uno “scambio” per mettere la propria firma su lavori a cui non hanno partecipato, per poi ricambiare il favore.

Il senatore ha voluto chiamare direttamente in causa il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che già deve affrontare il problema del semestre filtro e oltre 96mila persone chiedono le sue dimissioni. Come ha sottolineato Crisanti, l’80% dei professori universitari italiani ha studiato nella stessa università in cui insegna, affermando che ciò ha influenzato la qualità della ricerca, visto che nessun ateneo è presente nella lista dei migliori al mondo.