Centro anti-violenze dell’ospedale di Verona: 33 vittime assistite da inizio anno, in 15 anni sono state 300
L'Ulss 9 Scaligera: "Tutti insieme, solo se siamo uniti, possiamo creare e mantenere una società sicura per le donne e libera dalla violenza di genere"
Sono 300 le vittime assistite in 15 anni di attività, 33 da gennaio di quest’anno: il pronto soccorso ostetrico-ginecologico di Borgo Trento di Verona è sede del Centro anti violenze, che è anche hub provinciale per l’assistenza sanitaria delle donne, inviate anche dagli altri ospedali veronesi.
Ideato e coordinato da Massimo Franchi, direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di ostetricia-ginecologia e da Giovanna del Balzo della medicina legale, il centro, secondo i numeri forniti dall’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, ha accolto in 15 anni più di 300 vittime di violenza, di cui 41 nel 2023 e 33 fino a novembre di quest’anno.
Giornata contro la violenza sulle donne a Verona: le iniziative
In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, che si celebra il 25 novembre, l’Azienda ULSS 9 Scaligera, da sempre sensibile a questo tema, ha messo in campo una serie di azioni con l’obiettivo di incoraggiare le donne vittime di violenza a rompere il silenzio per avvicinarsi alla rete di servizi antiviolenza che offre percorsi di accoglienza protetta e sostegno, fornendo strumenti concreti e indirizzi a cui rivolgersi per chiedere aiuto.
Negli Ospedali dell’ULSS 9 sono state esposte le panchine rosse, iniziativa lanciata dagli Stati Generali delle Donne per dare voce alle azioni di contrasto contro la violenza di genere. Inoltre, gli Ospedali dell’ULSS 9 sono stati illuminati di rosso.
Nell'ambito della (H) Open Week di Fondazione ONDA, fino a mercoledì 27 novembre 2024, all’ingresso dei Pronto Soccorso degli Ospedali di Bussolengo e Villafranca sono presenti infopoint con materiale informativo. In collaborazione con il Centro antiviolenza di Legnago, altri infopoint si trovano oggi, lunedì 25 novembre, nell’atrio dell’ospedale di Bovolone, e mercoledì 27 all’Ospedale Mater Salutis di Legnago.
Domani, infine, martedì 26 novembre, nella sala convegni della Gran Guardia a Verona, alle 17:45, è in programma “Cultura, arte, educazione in dialogo”: una tavola rotonda tra rappresentanti del mondo dell'educazione, dello sport, del giornalismo, dei servizi e del sistema giudiziario per contrastare la violenza contro le donne. L'evento è promosso dai Consultori Familiari UOC Infanzia, Adolescenza, Famiglia dei Distretti 1 e 2 e Assessorato alla Parità di Genere del Comune di Verona.
"Ricordiamo in quest'occasione tutte le professioniste dell'ULSS 9 che, in ospedali, ambulatori e consultori, si prendono cura delle vittime di violenza. A queste donne, che ogni giorno curano altre donne, va il ringraziamento di tutta l'Azienda."
"Il percorso terapeutico"
“Le donne – come spiega l’Azienda sanitaria – vengono accolte in un ambiente appositamente allestito e separato dalla comune attività clinica, seguite da solo personale sanitario femminile con esperienza specifica nell’aiuto durante le prime fasi che seguono il dramma della violenza. La presa in carico multidisciplinare prevede le visite da parte di specialisti in malattie infettive, pediatria e anche psicologia, con la collaborazione della Medicina legale per aiutare la vittima nella ricostruzione di se stessa. Proprio perché non si tratta mai di sola emergenza sanitaria, le donne sono accompagnate in uno specifico percorso, che coinvolge tutte le professionalità del gruppo interdisciplinare ‘Violenza Sessuale Femminile’ (Givsf): ginecologi, ostetriche, pediatri, psicologi, medici legali, infettivologi, anatomopatologi e medici di Pronto soccorso. Le casistiche sono infatti molteplici e la rete di specialisti serve a tutelare con efficacia e tempestività le necessità delle donne che hanno chiesto aiuto.
Un percorso diagnostico terapeutico e assistenziale che prevede la possibilità di eseguire lo screening per infezioni sessualmente trasmesse, l’accesso alla profilassi farmacologica post-esposizione e alla contraccezione post-coitale. Ma altrettanto importante è la raccolta di tutto il materiale probatorio (prelievi tossicologici, citologici, di tipizzazione genetica e campioni di liquidi biologici), fino alla successiva corretta catena di custodia per un eventuale contesto forense. I prelievi tossicologici sono significativi perché, spesso, le violenze avvengono in contesti di abuso da sostanze o da alcol e in sede giudiziaria servono per stabilire la capacità reattiva della vittima”.
L'iniziativa “Un posto occupato”
Anche quest’anno, nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il personale dell’ospedale della Donna e del Bambino ha aderito all’iniziativa un ’Posto Occupato’, riservando un posto concreto a tutte le donne vittime di violenza all’interno della hall del Polo chirurgico Confortini e del padiglione 29, nella sala di attesa degli ambulatori e del Pronto soccorso Ostetrico-Ginecologico.
“Siamo riusciti – aggiunge Franchi, direttore dipartimento Materno Infantile – grazie alla dedizione di tutte le ostetriche, specialiste in Ginecologia e Ostetricia e Pediatria, sanitari Ostetrico Ginecologi e pediatri dell’Aoui di Verona, insieme a Giovanna Del Balzo della Medina Legale, a creare un punto di riferimento per donne e bambine oggetto di violenza sessuale. Il nostro gruppo formato da anni a questo difficile compito è dedicato ad aiutare, curare, consigliare e confortare, con capacità tecnica e umana, le vittime di questo orribile reato sempre disponibile a qualsiasi ora tutti i giorni e le notti”.
La missione del Centro Anti-Violenza non si limita, dunque, all’assistenza immediata, ma mira a promuovere un cambiamento culturale, incentivando le donne a denunciare e sensibilizzando la società sulla necessità di prevenire ogni forma di abuso.
Il presidente Luca Zaia: "La Regione c'è e combatte"
"La lotta alla violenza sulle donne deve essere una priorità per tutta la società civile e per le Istituzioni. In Veneto viviamo con particolare trasporto la Giornata Mondiale che ricorre oggi, nel ricordo vivissimo e straziante del femminicidio di Giulia Cecchettin.
La brutalità dell’intera vicenda ha fatto di questa ragazza un simbolo universale, e alla sua memoria vogliamo dedicare questo giorno e tutte le iniziative che la Regione Veneto mette in campo per sostenere e aiutare, fino a nasconderle ai loro aguzzini, le tante donne vittime di violenza a svariati livelli, anche se non può certo esserci una scala di gravità per un reato odioso, più radicato di quanto si pensi, forse ancora poco punito.
Anche quest’anno una sedia rossa campeggia nell’atrio di Palazzo Balbi, a significare che la Regione c’è, combatte e lavora per fronteggiare e rendere meno diffuso questo fenomeno di barbarie. Lo facciamo con tutte le azioni di moral suasion possibili, ma anche con una vasta e concreta organizzazione sul territorio, gestita dal nostro settore sociale, che mette in campo 25 Centri Antiviolenza con 34 sportelli e 31 case rifugio diffusi in tutte le province. In un anno sono stati anche investiti, tra risorse regionali e statali, oltre 4 milioni di euro."