La chiusura

Eataly Verona chiude dopo meno di tre anni dall'apertura: ecco cosa ne pensano gli ex dipendenti

Il punto vendita nei Magazzini Generali chiuderà i battenti: a rischio 33 posti di lavoro. L’azienda parla di perdite operative insostenibili e delude le aspettative di rilancio dell’area ZAI

Eataly Verona chiude dopo meno di tre anni dall'apertura: ecco cosa ne pensano gli ex dipendenti
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A meno di tre anni dalla sua inaugurazione, Eataly Verona annuncia la chiusura del punto vendita situato nell'ex Stazione Frigorifera degli ex Magazzini Generali, nel cuore della ZAI storica. La decisione è stata confermata dall'azienda, che ha avviato incontri con le rappresentanze sindacali per valutare misure a tutela dei 33 dipendenti a tempo indeterminato.

Perché chiude Eataly Verona

Eataly S.p.A. ha spiegato che, nell'ambito di un piano di sviluppo e razionalizzazione che prevede oltre 15 nuove aperture nel 2025, sono emerse criticità specifiche per la sede veronese. Le aspettative di sviluppo attrattivo dell'area non si sono concretizzate e le ingenti perdite operative hanno reso insostenibile la prosecuzione dell'attività.

Nonostante l’ambizione del progetto, il punto vendita ha registrato un’affluenza di clienti inferiore alle aspettative. Prezzi elevati e una proposta culturale che non ha saputo intercettare il grande pubblico hanno contribuito al risultato negativo. Solo i locali di ristorazione sembravano funzionare, ma non sono bastati a sostenere l’intero investimento.

Un progetto da 60 milioni, tra sogni e realtà

Inaugurato il 5 ottobre 2022, Eataly Verona rappresentava un investimento significativo: circa 60 milioni di euro destinati al restauro dell’edificio storico del 1930, noto come la ghiacciaia. Il progetto, curato dall’architetto Mario Botta e finanziato dalla Fondazione Cariverona, mirava a coniugare enogastronomia e cultura, con spazi per la ristorazione, la vendita di prodotti tipici e mostre d’arte.

Con la chiusura di Eataly resta incerto anche il futuro dell’ex Stazione Frigorifera. Si ipotizza la possibilità di ospitare il Museo del Vino, ma la destinazione definitiva non è ancora stata stabilita. Da chiarire anche il destino del Museo della Ghiacciaia, che esponeva i macchinari originali degli anni Trenta.

Le parole di chi ci ha lavorato

Tra i tanti dipendenti rimasti spiazzati dalla chiusura, c’è anche chi racconta un clima teso e segnali silenziosi ma evidenti.

Nessuno ci diceva nulla — racconta un’ex lavoratrice della zona ristorante — ma si poteva intuire qualcosa. Il primo segnale è stato quando non hanno rinnovato il contratto a una collega che era lì fin dall’apertura, bravissima. Era tornata a lavorare da un anno e, per legge, avrebbero dovuto assumerla a tempo indeterminato. Lì abbiamo iniziato a capire l’andazzo.

Nel frattempo, altri tre dipendenti avevano deciso di andarsene spontaneamente, contribuendo a peggiorare l’umore generale.

Eravamo stanchi. A un certo punto sono arrivati dei rinforzi da Milano, che in realtà non erano dipendenti di Eataly Verona ma di Eataly Milano. Lavoravano per noi, ma li pagava un’altra sede. Sembrava che ci stessero mettendo una pezza.

Anche il calo della clientela era evidente:

C’erano molti meno clienti rispetto all’inizio. Una volta ho sentito che faticavano addirittura a pagare l’affitto della cupola. Ma di ufficiale non ci hanno mai detto niente».

Cupola all'interno di Eataly Verona
Cupola all'interno di Eataly Verona

Un altro ex dipendente, invece, racconta di aver accolto la chiusura con sollievo:

Per me è stato un cambio d’aria. Ne avevo bisogno.

Ma conferma il clima pesante:

Il malumore era diffuso, soprattutto verso l’azienda e i capi. Dopo il cambio del quadro del negozio, tutto era gestito peggio. In alcuni periodi si faticava ad andare avanti per la mancanza di personale.

Sulle avvisaglie di una possibile chiusura, non ricorda momenti specifici, ma sottolinea che la situazione era in calo da tempo:

Ha avuto un’andatura calante rispetto agli anni precedenti. Considerando la posizione e il quartiere, c’era da aspettarselo.

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