Fratelli Vogadori: come innovare con il vino dealcolato senza tradire la tradizione
Alberto Vogadori, uno dei tre fratelli che dirigono la cantina Fratelli Vogadori, condivide la sua visione sul vino dealcolato e sull'adattamento alle tendenze

Situata nel cuore di Negrar di Valpolicella, la Cantina Fratelli Vogadori è gestita con passione dalla famiglia Vogadori da tre generazioni. Fondata dal nonno dei fratelli Alberto, Gaetano ed Emanuele, l'azienda ha radici profonde nel territorio. Il nonno acquisì i terreni da un conte locale, tramandando l'amore per la viticoltura.
Intervista ad Alberto Vogadori
Abbiamo intervistato Alberto Vogadori per conoscere la sua opinione sul vino dealcolato e sull'impatto delle nuove tendenze sul mondo del vino. La sua azienda, pur essendo fermamente radicata nella tradizione, ha dimostrato una notevole apertura verso le innovazioni, come testimoniano i suoi anni di produzione di vino senza alcol.
Lei pensa che il vino dealcolato possa essere considerato un’evoluzione del mercato o secondo lei è un controsenso?
Penso che il vino dealcolato rappresenti un’evoluzione del mercato, piuttosto che un controsenso. L’evoluzione del consumatore e le sue diverse esigenze sono parte integrante della tradizione stessa, che si adatta nel tempo. Il vino senza alcol non solo offre un’alternativa per chi cerca di limitare il consumo di alcol, ma mantiene anche il piacere della degustazione, con aromi e profumi che rimandano alla tradizione, senza gli effetti negativi dell’alcol.
L’innovazione non deve necessariamente snaturare la cultura del vino, ma può arricchirla, rispondendo a nuove necessità senza perdere di vista l’autenticità e la qualità. Il vino dealcolato non è un controsenso, ma una risposta intelligente a un mercato che cambia.
Credete che il vino senza alcol possa trovare spazio tra i consumatori del Veneto?
Lo ha già: abbiamo diversi clienti veneti che vengono in cantina ad acquistare il vino senza alcol. Nulla toglie che poi si portino con sè anche delle bottiglie di vino “tradizionale”.
Pensate che la crescente domanda di vini senza alcol sia solo una moda o una tendenza duratura?
Penso sia una tendenza duratura, sono già sei anni che lo produciamo ed ogni stato c’è stato un incremento della richiesta.

Impatto del nuovo Codice della strada
Avete notato un calo nelle vendite o una variazione delle abitudini dei clienti dopo le nuove norme?
Non abbiamo notato un calo significativo nelle vendite o un cambiamento drastico nelle abitudini dei clienti dopo le nuove norme. I consumatori continuano ad apprezzare i vini tradizionali, pur manifestando interesse per le alternative senza alcol, ma senza che queste abbiano sostituito il consumo di vino alcolico.
C’è stato un incremento nella richiesta di vini a bassa gradazione alcolica o alternativi?
Si, c’è stato un aumento delle vendite in Italia ma la percezione da parte dei consumatori è la stessa. Le nuove norme vanno ad inasprire le pene ma che chi guida non deve bere valeva prima e vale dopo.

Tradizione vs Innovazione
Come bilanciate la necessità di innovare con il mantenimento della tradizione e dell’identità dei vostri vini?
Bilanciare innovazione e tradizione è una sfida stimolante per Fratelli Vogadori. Da un lato, siamo profondamente legati alla storia vitivinicola della Valpolicella, mantenendo metodi di produzione artigianali che rispettano il territorio e le sue caratteristiche uniche. Dall’altro, riconosciamo l’importanza di rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, che cercano alternative più leggere senza rinunciare alla qualità e al piacere del vino.
Per questo, accanto ai nostri vini della tradizione, come l’Amarone e il Valpolicella Classico, abbiamo introdotto anche vini dealcolati, frutto di un processo attento che preserva aromi e struttura. L’innovazione non è mai fine a sé stessa, ma è guidata dal desiderio di offrire un’esperienza autentica, rispettando l’identità del nostro vino e del nostro territorio.
Avete mai pensato di produrre una versione a bassa gradazione alcolica o dealcolata di uno dei vostri vini? Se no, perché?
Abbiamo già due etichette di vini dealcolati disponibili: Essenza ottenuto dalla dealcolazione di un rosso strutturato e la bollicina ottenuta dalla dealcolazione di un bianco.
Quali sfide incontrate nel cercare di innovare senza compromettere la qualità del prodotto?
Innovare senza compromettere la qualità è una delle sfide più grand: ogni scelta deve rispettare la nostra identità e i valori della tradizione vinicola della Valpolicella. Alcune delle principali sfide che affrontiamo sono:
- Mantenere l’autenticità – I nostri vini tradizionali hanno un forte legame con il territorio e la loro qualità deriva da processi consolidati. Quando innoviamo, ad esempio con la produzione di vini dealcolati, dobbiamo assicurarci che il risultato rispecchi comunque l’anima dei nostri vini.
- Tecnologia vs. natura – La dealcolazione è un processo delicato che deve preservare aromi, struttura e complessità del vino. Non tutte le tecniche sono adatte, e il rischio è quello di alterare le caratteristiche organolettiche. La sfida è trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e rispetto della materia prima.
- Educare il consumatore – Il vino è cultura e tradizione, e molti consumatori sono scettici verso i vini dealcolati. Far comprendere che si tratta di un prodotto di qualità, e non di un semplice succo d’uva, è una sfida che affrontiamo con trasparenza e degustazioni guidate.
- Regolamentazioni e mercato – Il settore vitivinicolo è regolato da normative precise, e l’introduzione di nuovi prodotti deve rispettare standard di qualità e conformità. Inoltre, il mercato del vino è in costante evoluzione, e dobbiamo adattarci alle richieste dei consumatori senza snaturare la nostra filosofia.
Alla base di tutto c’è un impegno costante: innovare con rispetto, sperimentare senza stravolgere, e offrire sempre vini che raccontino la nostra storia con qualità ed eleganza.
In che modo l’innovazione può essere vista come un’opportunità anziché una minaccia per la tradizione vinicola?
L’innovazione è un’opportunità per valorizzare la tradizione senza comprometterla. Produciamo vini dealcolati per rispondere a nuove esigenze, ampliando il pubblico senza perdere autenticità. Tecnologie avanzate migliorano i processi produttivi, rendendoli più sostenibili e rispettosi del territorio. Inoltre, offriamo nuove esperienze di degustazione per educare il consumatore e far apprezzare le diverse sfumature del vino. Innovare significa proteggere e far evolvere la nostra storia, mantenendo viva la passione per il vino.

Aspetti tecnici e culturali
Pensate che il vino senza alcol possa avere un ruolo nella promozione di uno stile di vita più sano?
Sì, il vino senza alcol può sicuramente contribuire a uno stile di vita più sano. Offrendo un’alternativa con meno calorie, permette di godere del piacere del vino in modo più leggero e accessibile. È ideale per chi vuole ridurre il consumo di alcol senza rinunciare all’esperienza sensoriale del vino, mantenendo un equilibrio tra gusto e benessere.
Secondo voi, il vino senza alcol potrebbe educare le nuove generazioni al consumo consapevole o potrebbe ridurre l'apprezzamento per il vino tradizionale?
Il vino senza alcol può essere un'opportunità per educare le nuove generazioni a un consumo più consapevole, avvicinandole alla cultura del vino senza eccessi. Permette di apprezzarne aromi, struttura e tradizione, senza gli effetti dell'alcol, favorendo un approccio più responsabile.
D'altra parte, è fondamentale che non sostituisca l’esperienza del vino tradizionale, ma la integri, aiutando a comprendere le diverse sfumature di questo mondo. Se comunicato correttamente, il vino dealcolato non riduce l’apprezzamento per il vino classico, ma anzi ne rafforza il valore, promuovendo la qualità oltre il solo contenuto alcolico.
Ritenete che la cultura del vino tradizionale sia incompatibile con l’idea del vino senza alcol?
No, non riteniamo che la cultura del vino tradizionale sia incompatibile con il vino senza alcol. La tradizione vinicola si basa su storia, territorio e qualità, elementi che possono essere preservati anche nei vini dealcolati, se prodotti con cura.
Piuttosto che un contrasto, vediamo un’integrazione: il vino senza alcol risponde a nuove esigenze senza sostituire il vino tradizionale. Entrambi possono convivere, offrendo esperienze diverse ma sempre legate alla passione per il vino e alla valorizzazione del terroir.
Prospettive future
Credete che il vino dealcolato sia una moda passeggera o una tendenza destinata a durare?
Crediamo che il vino dealcolato non sia una semplice moda passeggera, ma una tendenza destinata a durare. La crescente attenzione a stili di vita più sani, le normative più rigide sulla guida e il desiderio di alternative alcol-free di qualità stanno cambiando il mercato del vino.
Se prodotto con cura, il vino senza alcol può affiancare quello tradizionale senza sostituirlo, offrendo nuove opportunità a chi vuole godere dell’esperienza del vino in modo diverso. L’innovazione e la richiesta dei consumatori suggeriscono che questa categoria continuerà a evolversi e a guadagnare spazio nel tempo.
Come vedete il futuro della cultura del vino in un contesto dove il consumo di alcol potrebbe essere sempre più regolamentato?
Il futuro della cultura del vino, in un contesto di regolamentazioni più severe sul consumo di alcol, potrebbe evolversi in modo positivo e dinamico. L'industria vinicola si adatterà, mantenendo la qualità e l'autenticità dei vini tradizionali, ma con un'attenzione crescente verso alternative a bassa o nulla gradazione alcolica, come i vini dealcolati.
L’educazione al consumo consapevole e responsabile diventerà sempre più centrale, con un focus sulle esperienze sensoriali, sul terroir e sulla sostenibilità, anziché sull’alcol. La cultura del vino si arricchirà di nuove modalità di fruizione, senza compromettere il legame con la tradizione, favorendo un approccio equilibrato che promuove il piacere del vino in modo responsabile e inclusivo.
Come pensate che si evolverà il mercato del vino nei prossimi 10 anni, con l’incremento delle alternative senza alcol?
Nei prossimi 10 anni, ci aspettiamo che il mercato del vino evolva con un'attenzione crescente verso le alternative senza alcol, ma senza che queste sostituiscano i vini tradizionali. Piuttosto, l'industria vinicola sarà caratterizzata da una maggiore diversificazione, offrendo una gamma più ampia di prodotti che rispondono a diverse esigenze dei consumatori.
L'incremento delle alternative senza alcol potrebbe portare a un aumento della consapevolezza sul consumo responsabile, con i consumatori che apprezzeranno sempre più vini che uniscono qualità e benessere. Allo stesso tempo, il mercato del vino tradizionale rimarrà solido, ma dovrà adattarsi, valorizzando la sostenibilità, la tracciabilità e l’autenticità del prodotto.
L’educazione al consumo consapevole contribuirà a rafforzare l'interesse per entrambe le categorie, creando un equilibrio tra tradizione e modernità.