La decisione

Il lupo non è più una specie "rigorosamente" protetta, il capodelegazione Lega Borchia: "Un passo in avanti"

Più di 300 organizzazioni ambientaliste e per il benessere degli animali avevano chiesto agli Stati membri dell’Unione europea di respingere la proposta

Il lupo non è più una specie "rigorosamente" protetta, il capodelegazione Lega Borchia: "Un passo in avanti"
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Negli scorsi giorni più di 300 organizzazioni ambientaliste e per il benessere degli animali avevano chiesto agli Stati membri dell’Unione europea di respingere la proposta della Commissione europea volta a declassare il lupo da “rigorosamente protetto” a semplicemente “protetto”. Ad esprimere il proprio parere dopo l'esito positivo da parte dell'UE al declassamento, il capodelegazione della Lega Paolo Borchia.

Paolo Borchia

Il lupo declassato a specie "protetta"

Si è tanto parlato negli ultimi mesi del possibile declassamento del livello di protezione della specie lupo nell’Unione Europea.

Una scelta auspicabile secondo chi ritiene che i lupi siano “ormai troppi” e “troppo pericolosi” e scelta deleteria secondo chi ritiene che tale misura andrebbe a minare tutti gli sforzi compiuti negli ultimi decenni per la conservazione della specie sul territorio europeo.

Il capodelegazione Lega Borchia: "Un passo in avanti"

L'ok del declassamento dal Consiglio dell'UE è arrivato oggi, 25 settembre 2024, e sulla questione si è espresso Paolo Borchia, capodelegazione della Lega al Parlamento europeo e segretario provinciale della Lega di Verona.

“L’ok del Consiglio dell’Unione Europea alla proposta di declassare il lupo da ‘rigorosamente protetto’ a ‘protetto’, per chiedere una modifica della Convenzione, è un passo in avanti che ci riempie di soddisfazione. Inaccettabile che ci siano voluti anni per riconoscere una realtà sotto gli occhi di tutti. Il problema, finalmente preso in considerazione anche in conformità con la Convenzione di Berna, rappresenta un primo passo fondamentale verso l'implementazione di strumenti di gestione efficaci.

In vista del Consiglio COMPET, ho già richiesto al ministro Urso di sostenere questa proposta, sottolineando l'importanza di mettere in campo strumenti di gestione adeguati. È fondamentale, come avevo già ribadito attraverso un’interrogazione al Consiglio dell’Ue la settimana scorsa, riportare il numero di lupi a livelli sostenibili, tenendo conto delle esigenze del territorio e delle comunità locali - ha sottolineato Borchia.

Finalmente l’Ue prende atto della reale consistenza dei branchi di lupo che è cambiata negli ultimi anni e sulla quale la Lega richiamava l’attenzione di Bruxelles da molto tempo. Continueremo a impegnarci affinché vengano adottate misure concrete, e non ideologiche come qualcuno vorrebbe, per garantire la sicurezza degli agricoltori e la convivenza con la fauna selvatica” - ha concluso.

Il commento di Coldiretti

Anche Coldiretti torna sul tema del lupo dopo la notizia del declassamento del carnivoro da specie “particolarmente protetta” a “protetta”.

“Siamo molto soddisfatti – afferma il presidente dell’organizzazione agricola scaligera, Alex Vantini – per il fatto che la problematica venga finalmente affrontata in modo molto concreto anche a Bruxelles e siamo grati verso chi si è fatto carico di portare le istanze degli allevatori in Europa”.

Coldiretti Verona si prepara a incontrare i consiglieri del Veneto nei prossimi giorni proprio per assicurarsi il sostegno della Regione per il piano ideato con l’esperto di lupi Duccio Berzi in collaborazione con l’Università di Sassari. Il progetto mira alla mitigazione del conflitto tra il predatore e l’attività zootecnica in Lessinia partendo da un attento monitoraggio sul territorio per una consapevolezza realistica e condivisa del fenomeno.

“Pur non essendo certamente risolutivo, - continua Vantini - il piano di Coldiretti rappresenta un primo passo per garantire la sopravvivenza di imprese allevatoriali che ad oggi sono in grave difficoltà. Siamo ben lontani dal poter già programmare dei veri e propri piani di gestione, ma con il sostegno della Regione potremmo già ridimensionare il fenomeno attraverso azioni mirate a disincentivare i soggetti più confidenti”.

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