Politica e istruzione

Il ministro dell'Istruzione Bernini a Verona per l'inaugurazione dell'anno accademico (e l'incontro con gli studenti in tenda)

Da un lato l'evento istituzionale, il compleanno dell'Università. Dall'altro l'atteso confronto con i giovani accampati...

Il ministro dell'Istruzione Bernini a Verona per l'inaugurazione dell'anno accademico (e l'incontro con gli studenti in tenda)
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Oggi è stato il giorno del tanto atteso incontro tra il ministro dell'Istruzione, Anna Maria Bernini, e gli studenti "in tenda" del Veronese. Il ministro, ospite d'onore all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Verona al taglio dei 40 anni di vita.

Il ministro dell'Istruzione Bernini a Verona

Da un lato l'evento istituzionale, il compleanno dell'Università di Verona che taglia il 40esimo anno di vita. Dall'altro lato il confronto con gli studenti accampati. Oggi, venerdì 19 maggio 2023, il ministro dell'Istruzione Anna Maria Bernini è stata ospite nel capoluogo scaligero per guardare al futuro del polo universitario veronese, e anche per cogliere i malumori dei giovani che hanno dato vita a una protesta ormai diffusa su tutto il territorio nazionale. Il tema fulcro del confronto con i ragazzi è stato quello degli affitti.

L'inaugurazione dell'anno accademico

Il ministro ha messo subito sul piatto le proposte già avanzate in sede di Governo. I giovani l'hanno incalzata.

"Oggi sono in Veneto, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Verona, per parlare degli atenei del futuro, del diritto allo studio, del Pnrr e del grande lavoro che il Ministero dell'Università e della Ricerca sta portando avanti per creare nuovi posti letto per gli studenti.

L’impresa che abbiamo di fronte è difficile, titanica, entro il 2026 dobbiamo creare quasi il doppio dei posti letto esistenti oggi in Italia. Ma ci metteremo tutta la forza che abbiamo per riuscirci".

La risposta degli studenti, come già detto, non si è fatta attendere...

"Nella lettera abbiamo presentato la nostra idea di residenzialità, vogliamo che il corpo studentesco possa vivere a 360° le città in cui scelgono di studiare.

La Ministra su questo ci ha dato ragione, sottolineando come anche lei ritenga necessario che la comunità studentesca sia anche una comunità di cittadinanza. Vogliamo però che non siano solo parole".

(e l'incontro con gli studenti in tenda)

Insomma, il dialogo ormai è aperto. E questo indica già una via. I giovani hanno comunque le idee chiare e sembrano non voler indietreggiare nemmeno di un centimetro...

"Chiediamo infatti un confronto continuo col Ministero e l’impegno in quella che è la residenzialità pubblica di qualità. Non esiste infatti un vincolo di legge che stabilisce un numero minimo di posti letto ma una clausola generica.

Quello che chiediamo è la menzione specifica nel decreto di una percentuale minima di posti letto per il diritto allo studio che deve essere la più alta possibile! La ministra infatti ha proposto una soglia del 20%, e sarebbe d'accordo di inserirla nel decreto".

Dialogo e confronto, dunque, come elemento cardine della risoluzione di questa criticità.

"Ho ascoltato a lungo le proposte dei rappresentanti del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, che ritengo legittime ed alcune molto interessanti. Durante l’incontro di oggi ho confermato il mio impegno a stabilire con loro una linea di dialogo costante su tutti i temi, non solo sul caro-affitti.

Ho comunque voluto ribadire quello che il Governo ha già fatto in soli pochi mesi, impiegando quasi un miliardo sul diritto allo studio e realizzando 7.500 nuovi posti letto. Siamo solo all'inizio della nostra azione, il lavoro che stiamo facendo deve basarsi sulla massima collaborazione. Sono certa che insieme possiamo raggiungere il traguardo. Con i rappresentanti degli studenti ci rivedremo l’8 giugno e faremo più avanti anche incontri tematici", ha concluso il ministro.

Il commento dell'assessore regionale Lanzarin

"Il post pandemia è un momento che ci presenta nuove frontiere e obbiettivi. Così come dal 20 febbraio 2020 il sistema sanitario Veneto e i suoi professionisti hanno risposto in maniera straordinaria, adesso dobbiamo continuare a investire su ricerca e formazione, settori nei quali l’apporto e il lavoro dell’Università è essenziale”.

Lo ha detto l’Assessore alla Sanità, intervenendo oggi in rappresentanza del Presidente della Regione impegnato in vari appuntamenti istituzionali pregressi, all’apertura dell’anno accademico dell’Università di Verona.

“Le nuove sfide che abbiamo davanti – ha aggiunto - richiedono investimenti e in questo senso dobbiamo mettere a terra i fondi Pnrr che arriveranno. Ma una grande sfida – ha proseguito - riguarda il settore ospedaliero e territoriale, che devono parlare un linguaggio comune per essere sempre più vicini alla popolazione, la cui aspettativa di vita si è allungata, determinando anche un progressivo aumento delle cronicità”.

“Un forte impegno organizzativo congiunto fra sanità, Istituto Zooprofilattico delle Venezie e ambiente – ha detto poi - è alla base di un'altra grande sfida che ci porta a rafforzare gli investimenti in prevenzione. I cambiamenti climatici, ad esempio, hanno una forte componente di ricerca all’interno dei vari piani regionali, come il nuovo piano di prevenzione, il piano pandemico, il piano contro l’antibioticoresistenza.

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Puntiamo anche ad accrescere ulteriormente la flessibilità organizzativa, fondamentale durante il Covid, e poi il costante aggiornamento tecnologico dei macchinari, lo sviluppo della telemedicina e del telecontrollo, unite all’applicazione dell’intelligenza artificiale da utilizzare nell’ambito delle cure”.

Un fattore vitale, accanto alla tecnologia – ha aggiunto - è vuole il capitale umano. È il grande sforzo, la grande sfida che le Istituzioni, Stato, Regione e Università, devono mettere in campo per garantire non solo la salute ma anche far progredire la ricerca, le cure e il benessere della popolazione".

Il sindaco Damiano Tommasi è intervenuto oggi alla cerimonia di apertura dell’anno Accademico dell’Università degli Studi di Verona. Riportiamo di seguito il suo intervento:

“Non posso che cogliere l’assist della Ministra Anna Maria Bernini – ha esordito il sindaco Damiano Tommasi prendendo la parola al termine dell'intervento della Ministra - che parla di un campionato che bisogna giocare, fatto di partite da fare insieme con un pallone da non bucare. Fare squadra è stata la mia vita, ma in generale credo che tutti abbiano avuto modo di sperimentare cosa significa portare a casa un risultato attraverso il gioco collettivo.

Oggi più che mai anche l’istruzione rappresenta un gioco di squadra, sia dal punto di vista operativo che politico.
Spesso come calciatore il mio ruolo era quello di mettere nelle condizioni altri di fare lo spettacolo e concludere l’azione. Questa è anche la nostra funzione di amministratori, mettere in condizione le università, gli studenti e le studentesse insieme ai docenti, di svolgere il proprio ruolo nel migliore dei modi. Dare la possibilità agli enti nazionali e regionali di concretizzare quella ricchezza che oggi l’occasione europea ci dà.

È un campionato che avrà la sua fine nel 2026, citando la Ministra, ma il nostro obiettivo è quello di non essere ospiti di questa città, ma generatori di iniziative che consentano a tutti di viverla al meglio.

Per l’Amministrazione gli studenti, le studentesse e i docenti devono scegliere Verona come città del loro presente ma anche del loro futuro. Un luogo dove costruire la propria carriera professionale, le proprie famiglie e dove potersi stabilire.

Credo che Verona abbia tutto per essere attrattiva in questo senso, e non può che legarsi alla volontà dell’Università. Spesso il livello accademico dell’Università italiana non è accompagnato parimenti da infrastrutture e da servizi adeguati per il proprio studentato. Resta il fatto che la formazione presente nel nostro Paese è un modello apprezzato all’estero, e gli studenti italiani che si recano oltre confine sono sempre ritenuti all’altezza, con un alto livello di preparazione.

Merito della nostra Università, dei docenti, di quanto la passione leghi questo servizio, questo lavoro, questa missione, che deve essere accompagnata dalle Amministrazioni locali, dalla volontà politica e dalle risorse.

Anche se le risorse oggi non sono l’effettivo problema, manca forse invece la volontà politica di dare velocità alla realizzazione di progetti utili. Noi ci siamo, Verona, come ci è stato chiesto dal Magnifico Rettore, vuole fare la sua parte, vuole mettere nelle condizioni le istituzioni nazionali e regionali di poter lavorare insieme all’Università per creare quei servizi richiesti dai ragazzi e dalle ragazze, che scelgano davvero Verona per poterci rimanere, non solo nel periodo universitario".

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