L'intervento

Il nuovo affascinante progetto per riportare alla luce la Chiesa di San Martino in Aquaro

Il progetto, che avrà una durata triennale, prenderà avvio lunedì 25 settembre con i primi scavi.

Il nuovo affascinante progetto per riportare alla luce la Chiesa di San Martino in Aquaro
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Dopo quasi sessant’anni si torna a scavare nel cortile del Museo, con un cantiere aperto visibile al pubblico, che mostrerà le scoperte che saranno via via effettuate in un’area di forte interesse storico/culturale.

Un nuovo affascinante progetto

Il ‘magico’ giardino dell’architetto Carlo Scarpa sarà a breve scenario di un nuovo importante progetto di intervento. Un cantiere speciale, che diventerà l’occasione per tornare a indagare, con metodologie più moderne, un’area già rinvenuta dallo stesso Scarpa negli anni ’60 durante la grande campagna di riqualificazione che portò alla genesi del cortile. Si avrà modo di verificare tramite analisi non invasive la presenza e l’estensione dei resti archeologici, per poi procedere alla successiva attività di scavo, condotta con il coinvolgimento di studenti, dottorandi e docenti dell’Università di Verona, sotto la direzione scientifica del professor Fabio Saggioro.

Gli scavi, per i quali è previsto un primo investimento di circa 120 mila euro, prenderanno il via lunedì 25 settembre 2023. Sarà un cantiere aperto che darà la possibilità alla cittadinanza e ai turisti di sperimentare una speciale esperienza di visita, favorendo la partecipazione della comunità a questo importante momento di studio e riscoperta di un luogo di fondamentale importanza per la storia di Verona.

Il progetto, promosso dal Museo di Castelvecchio, della durata di tre anni, vede la collaborazione del Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona, della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e del Polo territoriale di Mantova del Politecnico di Milano.

“Un progetto importante di scavo e di ricerca archeologica per tutte le parti coinvolte – sottolinea l’assessora alla Cultura Marta Ugolini –. Un cantiere aperto che si mette in dialogo con la città, con proposte di visita diversificate, in particolare per le scuole, per garantire la straordinaria opportunità di vedere dal vivo le diverse fasi di uno scavo e le modalità di indagine portate avanti in questa tipologia di studi sul campo”.

Il cantiere è stato illustrato questa mattina dall’assessora alla Cultura Marta Ugolini insieme ai due curatori del progetto, Luca Fabbri - Curatore delle collezioni di arte medievale e moderna presso Musei Civici di Verona, e Fabio Saggioro - Professore di Archeologia Medievale presso Dipartimento Culture e Civiltà - Università di Verona.

Presenti la  direttrice dei Musei Civici di Verona Francesca Rossi, per la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza Brunella Bruno, il Direttore Dipartimento Culture e Civiltà - Università di Verona Arnaldo Soldani, il Docente al Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito - Politecnico di Milano Filippo Bricolo.

Chiesa di San Martino in Aquaro

L’edificio religioso, attestato già tra l’VIII e il IX secolo, proseguì la sua funzione anche dopo essere stato inglobato all’interno del recinto difensivo scaligero, trasformandosi in cappella castrense, fino alla completa distruzione avvenuta nel corso dell’ammodernamento del complesso dei primi anni dell’Ottocento. Un obiettivo della ricerca sarà anche quello di approfondire la conoscenza del contesto urbano nel quale l’edificio insisteva, mettendo in relazione le nuove acquisizioni di scavo con i ritrovamenti di età romana, altomedievale e scaligera venuti alla luce nella zona, per chiarire la storia e l’evoluzione di uno snodo di fondamentale importanza del tessuto urbano cittadino.

Il sito venne superficialmente indagato negli anni Sessanta del Novecento, quando una campagna di scavo rintracciò parte del perimetro dell’edificio, nel quale erano reimpiegati numerosi elementi di età romana ancora conservati in situ.

Nonostante Carlo Scarpa avesse cominciato a ragionare sulla valorizzazione dei resti archeologici, questi vennero per la maggior parte interrati, e l’area rimase di fatto uno spazio non del tutto risolto all’interno del limpido disegno del cortile elaborato dall’architetto veneziano.

“C’è molto da scoprire con questo progetto di scavo – evidenzia la direttrice Francesca Rossi – in cui partecipano attivamente tutti i soggetti coinvolti, nell’ottica di restituire alla città un luogo fondativo, strategico per capire meglio il contesto e l’importanza che questi spazi avevano anche prima della costruzione del Castello. Un’occasione quindi che interesserà anche il contesto urbano per capire meglio Verona e questa trasformazione di urbanizzazione progressiva. Iniziative come questa mostrano che il Museo è anche fuori dal Museo, occupandosi di ricerca e continuando a produrre scoperte utili ad ampliare la nostra conoscenza”.

“E’ una grande soddisfazione per la Soprintendenza questo coinvolgimento – dichiara Brunella Bruno –. Per la prima volta dopo tanti anni di attività ho avuto la possibilità di assistere a uno scavo in concessione a Verona, un’opportunità mai data prima che siamo lieti di poter condividere con il Comune e l’Università di Verona”.

Visite guidate gratuite per le scuole. In occasione dello scavo il Comune di Verona è lieto di offrire delle visite guidate gratuite alle scuole di ogni ordine e grado. Il costo della visita non è comprensivo di biglietto di ingresso al Museo, che sarà da corrispondere all'arrivo: 1 euro a bambino di età superiore ai 7 anni, gratuito per due insegnanti per classe e per i ragazzi con disabilità e i loro accompagnatori.

Le info per visitare il sito

Visite guidate gratuite per tutti. Anche i cittadini e i turisti avranno la possibilità di scoprire gli scavi, nei giovedì 28 settembre e 12 ottobre alle 16.30 con il percorso di visita ‘La chiesa ritrovata, testimone della vita di una contrada scomparsa’ e i giovedì 5 e 19 ottobre alle 16.30 con ‘Parola all'archeologia: strati e reperti ci raccontano il passato’. Prenotazione obbligatoria da effettuare entro il giorno precedente. Posti limitati.

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