La nuova assistenza sanitaria

Il SSN alla svolta dal Medico di base a quelli della propria Area Funzionale Territoriale

Graduale addio al Medico di Medicina Generale in luogo delle nuove Aree Funzionali Teritoriali: le scelte sono obbligate, il tempo dirà se sono anche buone

Il SSN alla svolta dal Medico di base a quelli della propria Area Funzionale Territoriale
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Un Medico di Medicina Generale (Mmg), altrimenti detto Medico di base o Medico di famiglia, nel Sistema Sanitario Nazionale (Ssn), così come da Accordo Collettivo Nazionale (Acn), può avere un massimo di 1.500 assistiti. In casi particolari, il limite può essere aumentato fino a 1.800 anche se in molte Regioni, in alcuni casi si arriva a 2.000 a causa di deroghe locali o per carenza di medici.

La situazione nel Veneto

In Veneto, la media di assistiti per ciascun Medico di base è di circa 1.546 (dato 2024) pazienti ovvero un numero superiore alla media nazionale che è di 1.374 assistiti per medico ed il 68,7% di essi ne ha più di 1.500 contro una media nazionale del 51,7%.
Stando a questi numeri, in Veneto mancherebbero almeno 785 medici di famiglia, considerando che il rapporto ottimale dovrebbe prevedere 1 medico ogni 1.250 assistiti.

Prestazioni dovute dal medico di base

L’impegno minimo orario settimanale è proporzionale al numero di assititi in quanto un medico di base deve garantire l’apertura del proprio studio per cinque giorni a settimana e deve lavorare:

  • almeno 5 ore settimanali se ha fino a 500 assistiti;
  • almeno 10 ore settimanali se ha tra i 500 e i 1.000 assistiti;
  • almeno 15 ore settimanali se ha tra i 1.000 e i 1.500 assistiti.

Ad ogni buon conto, in considerazione dei bisogni di un così gran numero di pazienti, tale monte ore è immaginabile possa essere ben diverso, ovvero di gran lunga superiore, rispetto ai minimi stabiliti dalla legge.

Compenso dovuto al medico di base:

Il numero di assistiti determina il guadagno del Medico di base il quale, per il solo servizio di medicina generale, riceve:
- 70 Euro lordi all'anno per i primi 500 pazienti;
- 35 Euro lordi all'anno per i pazienti oltre i 500.
Facendo i conti sul numero di 1500 assistiti, un medico di base veneto riscuote mensilmente Euro 7.000 al lordo delle II.DD. ovvero uno stipendio annuo lordo di Euro 84.000 che, considerate le detrazioni per lavoro autonomo (Euro 5.500/anno) e l'applicazione dell'aliquota Irpef per scaglioni di reddito (23% fino a 28.000/anno; 35% sulla parte eccedente i 28.000 e fino a 50.000/anno; 43% sulla parte eccedente i 50.000 e fino ad 84.000 euro/anno), corrisponde ad Euro  4.708,75 netti/mese.

Attività professionale consentita

Consideriamo inoltre che il medico di base può svolgere attività libero professionale, anche se con alcuni vincoli e limitazioni disciplinati dall'Accordo Collettivo Nazionale (Acn) e dalle normative regionali allo scopo di non compromettere la qualità dell'assistenza convenzionale fornita al paziente. 

Possiamo dire: non è malaccio? Ma i medici non ci sono.

Ciò nondimeno, i Medici di base sembrano in via di estinzione e ciò sarebbe dovuto a molteplici fattori tra i quali si potrebbero elencare:
- le responsabilità nei confronti del paziente, considerata la natura pubblica del servizio;
- la spinta del Ssn verso l'assistenza privata che ha creato in sostanza figli e figliastri e la spinta sugli stessi medici a valutare di darsi al servizio privato per questioni di remunarazione e chiarezza nelle responsabilità;
- il venir meno del rapporto di fiducia tra paziente ed il suo medico: soprattutto dopo il Covid19 con tutto quel che ne è conseguito e gli effetti che solo oggi vengono ammessi. Nel periodo Covid non c'era modo di discutere con il proprio medico: per colpa sua, degli ordini cui dovere attenersi senza obiezione pena la radiazione tanto da perdere la sopra vista lauta retribuzione e, con la cancellazione dall'Albo, anche l'esercizio delle professione?
- Elevati carichi di lavoro;
- maggior attrattività delle offerte provenienti dall'estero;
- test di ingresso e numero chiuso nelle facoltà di medicina;
- denatalità: i trentenni che oggi non entrano nel mondo del lavoro, tanto da medici che in quasi tutte le altre professioni, sono i non nati 30 anni fa.

Lunga premessa per poter parlare a ragion veduta delle carenze veronesi e delle soluzioni in arrivo

Ora sembra che i nodi siano arrivati al pettine e, riferisce Claudio Salvatore Consigliere Regionale Federazione Italiana Medici Medicina Generale (Fimmg) Veneto:
"E' dal 2009 che denunciamo. A Verona ci sono 130 zone carenti con 100 mila pazienti senza dottore e dopo il 2027, quando andranno in pensione in tutta Italia altri 7.300 medici di base, la situazione peggiorerà: non c’è un numero sufficiente di specializzandi pronti a rimpiazzarli. Il quadro era già preoccupante e 16 anni dopo esso è peggio di quello che si potesse immaginare».
Il dottor Claudio Salvatore, Consigliere Regionale Fimmg

La lista delle mancanze e delle cure ormai palliative, la Fimmg la saprebbe fare e anche bene e dice che la soluzione proposta dalla politica, a cui il governo sta lavorando, sarebbe quella di far diventare i «nuovi» Medici di famiglia dipendenti come gli ospedalieri del Ssn, ma che tale riforma sarebbe stata:

"Annunciata senza alcuna valutazione degli impatti più negativi che positivi, soprattutto per gli assistiti. Infatti - continua Salvatore - questo impasse affonda le radici nella errata programmazione che non ha garantito il ricambio generazionale in base, appunto, alla lista dei pensionamenti che da tempo si conosceva. Bastava guardare le anagrafiche per capire che saremmo arrivati a questo punto “senza ritorno“.

Sei senza il medico? La risposta passerà attraverso le forme di aggregazione tra professionisti

Tralasciamo solo per brevità altri aspetti non secondari della insoddisfazione della professione medica e della mancanza di addetti qualificati, motivi che hanno spinto verso forme alternative per la erogazione del servizio, ovvero quelle che passeranno per le nuove forme di aggregazione tra professionisti.

A Verona e non solo, si sarà letto, i medici di base possono già scegliere di aggregarsi in diverse strutture, come Associazioni di Medici di Medicina Generale (MMG) o Medicine di Gruppo Integrate (MGI), per migliorare l'accessibilità e la fruibilità dei servizi sanitari ai cittadini.

Nelle Associazioni di Medici di Medicina Generale, i Medici di base si associano per condividere spazi, risorse e competenze, garantendo una maggiore offerta e continuità assistenziale.

Le Medicine di Gruppo Integrate (Mgi), sono più strutturate che riuniscono Medici di base e Pediatri, spesso con un'organizzazione che include anche infermieri e personale amministrativo, per offrire un'assistenza più completa e coordinata.

La costituenda Area Funzionale Territoriale (Aft), invece, è una struttura in cui i Medici di base vengono aggregati per garantire una maggiore copertura territoriale e per coordinare l'offerta di servizi sanitari.

Benefici dell'aggregazione sarebbero: maggior accessibilità; continuità nel servizio e coordinamento per offrire un'assistenza più completa e personalizzata.

Il veronese e la mappa delle 28 «Aft»

Se le criticità sono quelle che vi abbiamo prospettato in premessa e la carenza di Medici di base è tale per una questione strutturale piuttosto che per il cattivo trattamento anche meramente economico del medico, dal 2026 sembra non se ne potrà uscire altro che per Aree Funzionali Territoriali (Aft), il che nelle intenzioni dei programmatori significa che:
- si avrà a disposizione un medico 24 ore su 24;
- si potrà trovare il proprio medico o quello di turno al momento;
- l’assistenza sanitaria territoriale si intreccerà con le nuove Case di comunità - in corso d’opera e pronte entro la primavera 2026 perché legate al Pnrr.
Se i cantieri  delle Case di Comunità sono già avviati, le Aft sono costituende: saranno aggregazioni di 30 medici ogni 30.000 abitanti, dove la Guardia medica sarà la figura di riferimento per i cittadini.

Tempistiche e configurazione delle Aft

Non solo quella di Verona, ma tutte le Ulss venete stanno inviando alla Regione la configurazione delle Aft del territorio: 170 per il Veneto e 28 per il veronese, che avranno sede all’interno o nelle vicinanze delle Case di comunità che in provincia di Verona sono 19, con Bovolone ha già altimato la sua.

Entro il prossimo 30 giugno, la Giunta Regionale approverà le configurazioni delle Ulss e dal mese di settembre i medici di nuova assegnazione vi prenderanno servizio per 38 ore settimanali di servizio che sarà erogato dalle 8:00 alle 20:00.

Gli altri medici - pre riforma, diremo - andranno gradualmente e volontariamente ad integrare le necessità delle Aft.

Opinioni e aspettative dei medici

Viste le premese, tutto quanto sembra essere fatto con le migliori intenzioni ma non essere stato del tutto condiviso con le parti in causa, stando almeno al commento di Giuseppe Palmisano che della Fimmg è il Segretario Regionale:

"Condividiamo la riorganizzazione dell’assistenza territoriale, ma ci aspettiamo di essere convocati per discuterne con la Regione ed arrivare ad un accordo per motivare i vecchi colleghi a partecipare alle nuove aggregazioni. Finché non verranno inseriti i medici del nuoco corso, infatti, il sovraccarico a chi spetta? Inoltre occorre che le Case di comunità siano aperte. Di buono c’è solo che chi inizia ora, a zero pazienti, avrà lo stipendio garantito a fronte delle sue 38 ore di disponibilità a lavorare nelle Aft».

Il dottor Giuseppe Palmisano, Segretario Regionale Fimmg

Nel veronese le Aft saranno 28 e la nuova geografia la si potrà consultare partendo dal sito della propria Ulss di riferimento.

La rivoluzione è in atto. I pazienti?

Per ora avvertono solo che perderanno il rapporto diretto che avevano con il loro Medico famiglia. Speriamo che il tempo sia galantuomo.

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