In una vecchia enciclopedia ritrova un buono postale di 1.000 lire, ora vale... 41mila euro
Una piacevole sorpresa per il signor Stelvio Orciani che, una volta trovato il titolo di credito, si è rivolto all'Associazione Giustitalia che lo ha fatto valutare
Mentre si trovava nella casa di famiglia dove ha vissuto da ragazzo, ha ritrovato una vecchia enciclopedia nella quale ha scoperto l'esistenza di un buono postale di 1.000 lire. Un 71enne di Negrar di Valpolicella ha deciso di farlo stimare, ricevendo indietro una piacevole sorpresa: il buono fruttifero, infatti, oggi vale... 41mila euro.
Un buono postale da 1.000 lire nella vecchia enciclopedia, ora vale... 41mila euro
Una piacevole sorpresa. Altre parole non si possono usare per descrivere ciò che è recentemente accaduto al signor Stelvio Orciani, classe 1953, originario di Ancona, ma residente a Negrar di Valpolicella, in provincia di Verona. Il 71enne, infatti, mentre si trovava nella casa della sua giovinezza, ha trovato un buono postale fruttifero di 1.000 lire, emesso nel 1961, nascosto in un libro custodito in una vecchia enciclopedia di quando era ragazzo.
Il signor Orciani, quindi, ha deciso di rivolgersi all'Associazione Giustitalia per farlo stimare e capire se oggi potesse valere qualcosa. Grande è stata la felicità quando ha ricevuto risposta dal consulente che si è occupato della sua pratica. L'Associazione, con il favore degli interessi legali, della rivalutazione e della capitalizzazione, dalla data di emissione a quella del ritrovamento, ha valutato infatti il rimborso di una cifra pari a circa 41 mila euro.
Il 71enne ha così conferito a Giustitalia, associazione che si occupa, tra le altre cose, su scala nazionale ed internazionale del rimborso dei buoni postali e dei titoli di Stato, di agire al fine del recupero della somma presso Poste italiane ed il Ministero dell' Economia e delle Finanze obbligati in solido ad “onorare” tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica Italiana.
Per quanto concerne la presunta prescrizione del diritto al rimborso eccepita da Poste italiane, l'art. 2935 del C.C. statuisce che "la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere". Quindi, nel caso di specie, il giorno di decorrenza della prescrizione che è decennale comincia a decorrere dalla data del ritrovamento del Titolo stesso (e diversamente non potrebbe essere visto che l'interessato prima di tale data ignorava l'esistenza del credito, aveva infatti solo 8 anni).
"In Italia - come riferisce l'Associazione Giustitalia - ci sono circa 10 milioni di Titoli di Credito 'Antichi' (tra buoni postali, libretti bancari, Bot, ecc. non riscossi ed ancora riscuotibili) e, purtroppo, c'è molta disinformazione anche da parte degli Enti preposti al pagamento".
Un breve vademecum per il risparmiatore
E' possibile ottenere il rimborso di titoli "antichi" quali libretti di risparmio, buoni e titoli di stato in genere?
"Sì, è possibile - affermano i consulenti di Associazione Giustitalia - per il titolare o per i suoi eredi, richiedere il rimborso, maggiorato degli interessi oltre alla rivalutazione monetaria, a condizione che non sia decorso il termine prescrizionale di 10 anni.
Tale termine decorre non necessariamente dalla data di emissione del titolo ma da quando il soggetto titolare è in grado di far valere il proprio diritto. In particolare, anche se il titolo è stato emesso oltre 10 anni fa, ma il soggetto interessato lo ha "ritrovato" solo recentemente (ovvero negli ultimi 10 anni) può agire per il rimborso dello stesso e la prescrizione inizierà a decorrere dal momento del ritrovamento".
Quanto può valere attualmente un titolo "antico"?
"E' questa una domanda alla quale non è possibile dare una risposta univoca senza l'ausilio di un consulente contabile esperto che proceda alla valutazione del singolo titolo in relazione all'anno di emissione, al tasso previsto per quel tipo di titolo, al succedersi delle leggi nel tempo, ai periodi di valutazione e svalutazione monetaria, all'introduzione della moneta unica europea ed ad altrettanti ulteriori coefficienti.
In linea di principio - aggiungono - si può avere un'indicazione di massima del valore attuale del proprio titolo considerando il potere di acquisto che aveva la lira all'epoca di emissione del predetto titolo. In altri termini, sempre in linea generale, il titolare o l'erede avrebbe diritto ad ottenere oggi l'equivalente di quella somma di denaro, tradotta in euro, che all'epoca di emissione del titolo gli avrebbe consentito l'acquisto di un determinato bene. Per esempio, se negli anni 40 con 1.000 lire si acquistava fondo agricolo, oggi con la somma rivalutata e ricapitalizzata si avrebbe diritto ad ottenere una somma di denaro in euro che consenta l'acquisto di un terreno dello stesso tipo".