Verona

Inaugurato 54° Vinitaly, Zaia: "Serve golden power per il vino"

Torna ad accogliere il pubblico, dopo due anni di stop forzato, la più importante fiera dedicata al vino.

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Partita ufficialmente a Verona la 54° edizione del Vinitaly, la più importante fiera dedicata al vino che, come ogni anno, richiama migliaia di esperti del settore e visitatori da ogni parte d'Italia e non solo.

Verona capitale mondiale del vino

“Verona torna ad essere la capitale mondiale del vino con Vinitaly che riapre le sue porte a visitatori ed operatori dopo l’edizione del 2019. Una vetrina importante per il Veneto, che con i suoi 11 milioni e mezzo di ettolitri di vino prodotti, rimane anche la prima regione in Italia con il 36% delle esportazioni nazionali. Una conferma importante che attesta la qualità dei vini veneti, una eccellenza della nostra terra che in questi anni ha saputo conquistare la fiducia anche dei clienti e dei mercati mondiali. Sono 150 i Paesi del mondo verso cui il Veneto ha esportato il suo vino e oltre metà del valore delle esportazioni ha riguardato Stati Uniti, Germania e Regno Unito, seguiti, a distanza, da Canada e Svizzera. Questo per comprendere il valore del vino nell’economia del Veneto, un prodotto che rappresenta circa un terzo circa dell’export agroalimentare veneto e il 3,5% di tutte le merci esportate”. Lo dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, salutando l’apertura della 54^ edizione di Vinitaly, che torna in presenza, dopo 2 anni di stop, fino al 13 aprile a Veronafiere, 6 mesi dopo la Special edition di ottobre scorso.

Il momento difficile e la risposta del mercato

“Sicuramente il tema della guerra in Ucraina sta pesando moltissimo anche su questo comparto e sulla reperibilità delle materie prime – prosegue il Governatore del Veneto -. Le capsule per l’imbottigliamento dei vini, ad esempio, sono quasi tutte acquistate nel mercato ucraino, oltre alle evidenti difficoltà nel trovare il cartone per il packaging.
Dobbiamo mettere da parte le prove muscolare a livello internazionale e puntare sul linguaggio della diplomazia per arrivare al più presto alla pace”. “Il mercato è libero, e io sono un incallito difensore del liberismo, ma c’è qualcuno che vuole mettere gli occhi sui nostri brand, sulle nostre aziende – conclude Zaia -. Lo ripeto, serve un ‘golden power’ per il vino, uno scudo per difendere le nostre imprese, le nostre eccellenze, la nostra tradizione”.

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