A breve il volo di rientro

Liberi dalla Striscia di Gaza, quattro italiani tornano a casa

Sono Giuditta Brattini, Maya Papotti, Laura Canali e Jacopo Intini i quattro volontari internazionali che hanno raggiunto la base ONU di Rafah ieri

Liberi dalla Striscia di Gaza, quattro italiani tornano a casa
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Quattro cittadini italiani, impegnati come volontari in organizzazioni non governative internazionali, di cui uno è sposato con una donna di origine palestinese, sono riusciti a raggiungere la base Onu nella cittadina palestinese di Rafah, sul confine con l'Egitto. Giuditta Brattini, Maya Papotti, Laura Canali e Jacopo Intini, quest'ultimo con sua moglie palestinese Amal Khayal, rientreranno presto in Italia.

Liberi dalla Striscia di Gaza

Giuditta Brattini, Maya Papotti, Laura Canali e Jacopo Intini nelle ultime settimane si trovavano presso la base Unrwa a Rafah, presto rientreranno in Italia.

Tutti e quattro cooperanti per diverse ONG internazionali erano a Gaza per svolgere il proprio servizio quando è scoppiata la guerra. Dopo settimane sotto i bombardamenti sono riusciti a raggiungere la base Onu nella cittadina palestinese di Rafah, sul confine con l'Egitto.

Una volta giunti al Cairo, con il primo volo utile decolleranno alla volta dell'Italia per farvi rientro. Il viaggio dall'Egitto all'Italia dovrebbe avvenire nel giro di una manciata di ore e quindi dovrebbero rientrare in tempi relativamente rapidi.

Quattro italiani tornano a casa

Sono in quattro gli italiani che torneranno a casa dalla Striscia di Gaza. La volontaria bresciana della ONG Gazzella, Giuditta Brattini; la cooperante mantovana della Ong Azione Contro la Fame, Maya Papotti; Laura Canali, volontaria milanese di Human Rights Watch e Jacopo Intini, aquilano, il capomissione di Cooperazione internazionale Sud Sud, che rientrerà in Italia con la moglie palestinese Amal Khayal, responsabile di Area CISS.

La 35enne cooperatrice Maya Papotti (foto da LinkedIn)

La testimonianza di Giuditta Brattini

Da Gaza la testimonianza della volontaria bresciana: "La situazione negli ospedali è drammatica", aveva raccontato Brattini lo scorso 23 ottobre 2023.

"Un aggiornamento da Rafah dove come cooperanti e operatori umanitari siamo ancora dentro nel campo messo a disposizione dall’UNRWA e devo dire che viviamo nelle stesse condizioni dei palestinesi e stante che anche noi siamo senza sufficienti servizi igienici e comunque non è una struttura attrezzata per poter accogliere le persone e per quanto mi riguarda ovviamente questo non può che farmi sentire più vicina alla popolazione di Gaza".

"Le Nazioni Unite riferiscono, l’UNRWA in particolare che ovviamente è attiva qui a Gaza, di 544.000 persone che sono sfollate in 147 scuole dell’UNRWA, circa altre 70.000 persone invece sono sfollate in 67 scuole governative e più di 110.000 persone si trovano distribuite presso centri religiosi, chiese sempre che non vengano bombardate come quella nel quartiere di Zaitun in Gaza City, e rifugiati presso gli ospedali negli spazi messi a disposizione esternamente dagli ospedali e dobbiamo pensare che tutta questa popolazione sta vivendo in situazioni di estremo disagio senza servizi igienici, senza possibilità comunque di poter usufruire di acqua perché qui l’acqua è ormai selezionata e viene portata nei campi solo con le taniche quando arriva ovviamente. L’UNRWA distribuisce un basketfood quotidiano che è composto da una scatoletta di carne e del pane questo è quanto l’UNRWA è in grado oggi di garantire agli sfollati, ovviamente le famiglie quelle che possono acquistano ancora qualcosa nei pochi negozi rimasti aperti e con molto disagio hanno , dove possono, organizzato nel campo degli angoli adibiti a cucina".

"La situazione negli ospedali è drammatica non ci sono più scorte di farmaci, oramai sono al limite per cui i malati cronici, i pazienti che erano negli ospedali sono praticamente senza cure mediche e mancano soprattutto tutti i materiali sanitari monouso che possono essere utili per curare i feriti che arrivano numerosi negli ospedali. I dati ultimi in generale che l’UNRWA ha stimato potrebbero essere circa 1.400.000 cioè il 60% della popolazione della Striscia di Gaza che praticamente è uscita, è stata costretta ad abbandonare le proprie case perché o bombardate o danneggiate trovando appunto ripari o nelle scuole governative o nell’UNRWA o negli spazi esterni agli ospedali sempre perché la popolazione pensa che questi siano luoghi sicuri oppure si sono trasferiti presso famigliari in altri governatorati in particolare nella zona centrale e a sud della Striscia di Gaza".

"Devo dire che in questi due giorni ci sono stati pesanti bombardamenti a Gaza, tutti i governatorati a nord della striscia di Gaza, BeitLahiya, BeitHanun, Jibaliya e Gaza City sono stati continuamente e pesantemente bombardati, pesantemente è iniziato anche il bombardamento qui a Rafah e khan Younis questa notte è stata veramente una notte molto difficile, è stato un sonno che non c’è stato e comunque quando si riusciva un attimo a dormire veniva interrotto dai bombardamenti e dalle immediate sirene delle ambulanze che andavano a soccorrere i feriti. Tanto per darvi un’idea di dove siamo messi, ieri mattina un F16 ha colpito delle abitazioni vicino alla moschea a poche centinaia di metri da noi e ha causato 4 morti e 10 feriti".

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