L'incubo Peste Suina spaventa il Veneto: a Verona firmato piano d'emergenza per evitare l'epidemia
Il fronte di avanzamento delle più vicine Zone di Restrizione della Lombardia e dell’Emilia Romagna dista circa 80 km dal Veronese
Negli ultimi giorni è stato presentato a Verona un protocollo per prevenire il contagio tra animali selvatici da Peste Suina. La situazione è sotto monitoraggio, ma negli allevamenti di Lombardia ed Emilia Romagna sono già stati abbattuti miglia di capi.
Allarme Peste Suina: a Verona firmato un protocollo di prevenzione
Per ora si tratta solo di coordinare la prevenzione, perché non c’è nessun caso di peste suina a Verona e nemmeno in Veneto.
Ma la malattia è diffusa in tutte le regioni confinanti e se dovesse arrivare sarebbe quasi certamente veicolata dagli animali selvatici. La “zona rossa” si estende nel dettaglio da La Spezia a Parma, prosegue per Cremona, Milano, Busto Arsizio, Vercelli, Alessandria e Alba.
La peste suina non infetta l’uomo, ma se raggiunge gli allevamenti costringe all’abbattimento di tutti i capi.
Per questo è sul controllo dei cinghiali che punta l’accordo firmato a Verona da Provincia e Ulss 9 Scaligera, che prevede una serie di azioni concordate per raccogliere, isolare, analizzare eventuali carcasse di cinghiali che potrebbero avere avuto il virus.
“Il cinghiale che raccoglie di tutto – spiega Fabrizio Cestaro direttore dipartimento prevenzione Ulss 9 Scaligera - chiaramente poi si ammala, muore e trasmette agli altri. Quindi il circolo si espande: prima troviamo il primo caso più riusciamo a evitare che ci sia la diffusione. È una battaglia che non possiamo non combattere.”
L'appello a cacciatori e a frequentatori di boschi
L’appello delle autorità sanitarie è ai cacciatori, a chi raccoglie funghi e a chi frequenta i boschi.
L'importante però – sostiene Damiano Cappellari, comandante Polizia Provinciale Verona - è la segnalazione da parte di chi si aggira nei boschi perché solo così possiamo intervenire con rapidità sul primo caso, sennò la diffusione diciamo diventa molto più forte. Nei prossimi giorni stiamo concordando una simulazione per testare il protocollo.”
L'ordinanza del presidente Luca Zaia
Dunque, la Regione Veneto ha ritenuto necessario individuare alcune misure urgenti da adottare per ridurre il rischio di introduzione del virus negli allevamenti e individuare azioni di preparedness della filiera delle carni suine in caso di estensione delle Zone di Restrizione dai territori delle regioni confinanti o in caso di conferma di focolai di PSA sul territorio regionale.
Un'ordinanza firmata dal Presidente della regione Veneto Luca Zaia lo scorso 10 settembre 2024, incentrata sul rafforzamento del controllo dell’adozione di misure di biosicurezza strutturali e gestionali negli allevamenti suini e delle procedure per la movimentazione in sicurezza degli animali, per lo smaltimento sicuro dei prodotti potenzialmente contaminati, per la pulizia e la disinfezione di ambienti, strutture, attrezzature, aree e mezzi.
Inoltre sul territorio regionale devono essere vietate fiere, mostre e mercati che interessino gli animali della specie suina. Negli allevamenti di suini del territorio regionale è vietato l’ingresso di personale non strettamente collegato alle attività di allevamento e alle attività di controllo ufficiale dell’Autorità competente e di controllo e sorveglianza della malattia.
Tutta la popolazione deve essere sensibilizzata perché ci possono essere comportamenti che favoriscono la diffusione del virus: ad esempio, l’abbandono di rifiuti alimentari che potrebbero venire in contatto con i cinghiali o altra fauna selvatica rappresenta un rischio per la diffusione delle malattie degli animali quali la PSA, il cui virus potrebbe essere presente in salumi provenienti da territori in cui il virus è diffuso.