Il dossier Legambiente

Linea ferroviaria Verona - Rovigo e Rovigo - Chioggia: per Legambiente tra le peggiori d'Italia

Insomma non c'è pace per i pendolari...

Linea ferroviaria Verona - Rovigo e Rovigo - Chioggia: per Legambiente tra le peggiori d'Italia
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L'associazione non ci va molto per il sottile nel suo annuale rapporto. E non usa mezzi termini. Anche perché ora, dopo la pandemia, il "traffico" pendolare è tornato a livelli normali. E sono rispuntate le solite, vecchie, criticità.

Linea ferroviaria Verona - Rovigo e Rovigo - Chioggia: per Legambiente tra le peggiori d'Italia

Esci di casa, vai in stazione, compra il biglietto, dirigiti verso la banchina. E poi... e poi è una questione nota. L'eterna lotta tra l'uomo e il treno. Un viaggio quasi metafisico tra emozioni, attese, ritardi, inaspettati arrivi e molto, molto altro. Ci si interroga spesso su quale sia il vero "metro" di paragone tra le linee ferroviarie italiane, se ne esistano di "buone" e di "cattive".

E insomma, ognuno poi ha la propria versione. C'è chi viaggia sempre in orario e non conosce disagi e chi, invece, dall'altra parte, "combatte" ogni santo giorno. C'è un dossier, però, che offre uno spaccato sulla realtà su rotaia del nostro bel Paese. E si chiama Pendolaria, nell'edizione 2023, prodotto da Legambiente, può aiutare a capire questo mondo.

Quello che emerge, lo diciamo noi, è uno scenario ben poco rassicurante. E tra i protagonisti (non in senso buono, purtroppo) c'è anche il Veneto. Ecco la classifica delle peggiori linee ferroviarie d'Italia.

La classifica delle peggiori linee ferroviarie d'Italia

"Quest’anno torna, dopo il periodo più intenso della pandemia, la classifica delle peggiori linee ferroviarie, ossia quelle situazioni, in diverso modo emblematiche, che evidenziano da dove si dovrebbe partire per rilanciare l’offerta di trasporto pubblico su ferro, con beneficio in termini di meno inquinamento e meno congestione nelle nostre città, ma anche di qualità della vita e ridotta spesa per le persone. Lo è per una ragione molto concreta e di idea del Paese: su alcune di queste linee malgrado l’affollamento dei convogli la situazione non vede miglioramenti, in altre continua a peggiorare e sempre più persone abbandonano i treni proprio perché li trovano sempre più affollati, vecchi e con continue cancellazioni.

Numeri e storie, da diverse parti del Paese. Perché purtroppo su alcune linee ed in alcune città, la situazione in questi anni è peggiorata ed in alcuni casi mancano serie prospettive di miglioramento su linee in cui viaggiano ogni giorno centinaia di migliaia di persone in situazioni disastrose ed inaccettabili.

Il tema dei pendolari e del trasporto su ferro devono diventare una priorità del Governo Meloni se vogliamo cambiare questa situazione. Il nostro Paese ha infatti bisogno di aumentare sensibilmente il numero di passeggeri che viaggiano in metro e in treno, se vuole migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni di CO2 come previsto dall’Accordo di Parigi. Al Ministro Salvini chiediamo di dedicare ai pendolari almeno la stessa attenzione che ha messo in questi mesi per il rilancio dei cantieri delle grandi opere".

  • Ex linee Circumvesuviane Napoli
  • Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo
  • Catania-Caltagirone-Gela
  • Milano-Mortara
  • Verona-Rovigo e Rovigo-Chioggia
  • Genova-Acqui-Asti
  • Novara-Biella-Santhià
  • Trento-Bassano Del Grappa
  • Portomaggiore-Bologna
  • Bari-Bitritto 

Verona - Rovigo e Rovigo - Chioggia (il punto della situazione secondo Legambiente)

Ancora in stallo la situazione della Verona-Rovigo, una tratta ferroviaria di 96,6 km, che manifesta molti problemi, in particolare per le condizioni dei convogli e per i necessari lavori di ammodernamento della linea. Il servizio vede nuovamente il passaggio di 14 coppie di treni al giorno, come avveniva fino al 2012, ma la linea continua ad essere a binario unico se non per due piccoli tratti, per un totale di 15 chilometri. Continui ritardi e cancellazioni sono stati vissuti anche nel 2022 dai pendolari della linea, mentre al momento gli investimenti sul materiale rotabile riguardano solo 2 nuovi treni ibridi che dovrebbero iniziare il servizio a fine 2023, sostituendo i convogli più vetusti.

La Rovigo-Chioggia, di 57 km, ha registrato situazioni critiche durante gli ultimi mesi, con il caso clamoroso di inizio dicembre, quando i passeggeri sono stati lasciati a terra a Loreo, a causa di un guasto. Le condizioni dei bus sostitutivi sono risultate inadeguate alle esigenze degli utenti, prevalentemente studenti, carichi di materiale. Anche in questo caso si tratta di una linea a binario unico, non elettrificata e che non è inclusa in nessun piano di potenziamento e ammodernamento. Recentemente sono emerse novità importanti per queste linee (e sulla Adria-Mestre), con l’assegnazione del servizio a Trenitalia fino alla fine del 2032.

La Regione, tramite la società partecipata Infrastrutture Venete, ha valutato le proposte di gestione in base alle migliorie del servizio, agli investimenti sulle carrozze ed i locomotori, il programma di manutenzione del materiale rotabile, le corse sostitutive dei treni soppressi, la pulizia dei vagoni, il sistema di vendita dei biglietti e le azioni integrative volte a scoraggiare il fenomeno dei viaggiatori che salgono a bordo senza aver acquistato il tagliando per la corsa. La speranza è quella di vedere finalmente un primo miglioramento del servizio su queste linee che da troppo tempo risultano tra le peggiori d’Italia.

In questa regione un’altra linea in una situazione drammatica è la Belluno-Calalzo, lunga 44 km, che, come evidenziato dai comitati del territorio, ha visto numerose chiusure negli ultimi mesi per interventi infrastrutturali di manutenzione, sempre più lunghi e che hanno portato tanti disagi ai pendolari. Da ultimo, l’11 gennaio scorso, la ferrovia del Cadore è stata nuovamente chiusa tra Longarone e Calalzo per circa un mese, con conseguenze rilevanti anche tra Ponte nelle Alpi e Longarone. Il problema riscontrato da RFI riguarda, in questo caso, un ponte tra Ospitale e Perarolo, che ha richiesto un intervento straordinario.

Oltre alle chiusure, che negli ultimi 10 anni sono state frequenti e prolungate, a preoccupare sono anche i tempi di percorrenza, inevitabilmente dilatati, delle corse di autobus sostitutivi, vista la situazione di sistematica congestione delle strade statali 50 e 51. I viaggiatori abituali della linea lamentano quindi l’inaffidabilità del servizio senza che i lavori di manutenzione portino ad alcun miglioramento. La tratta Calalzo-Ponte nelle Alpi (36,2 km) rientra tra le tratte dove RFI ha in corso di valutazione l’avvio dello Studio di Fattibilità per l’elettrificazione.

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