Dati a confronto

Maggiore sfiducia nel futuro: lo dimostra un'indagine sui consumi dei veronesi

L'indagine condotta dal dipartimento di Scienze Umane, insieme ad Adiconsum e Coldiretti

Maggiore sfiducia nel futuro: lo dimostra un'indagine sui consumi dei veronesi
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Dall'indagine condotta dal dipartimento di Scienze Umane, insieme ad Adiconsum e Coldiretti, sono emerse la preoccupazione e la sfiducia verso il futuro, che portano i veronesi a rinunciare ai propri sogni e progetti.

Maggiore sfiducia nel futuro: lo dimostra un'indagine sui consumi dei veronesi

La ricerca "Orientamenti di consumo in un’epoca di restrizioni. Un’indagine sul territorio veronese" è stata condotta lo scorso dicembre su un campione di 1005 residenti nel comune di Verona.

I risultati sono stati presentati giovedì 12 gennaio 2023 all'Università di Verona dal direttore del dipartimento di Scienze Umane Riccardo Panattoni, i docenti e i componenti dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie Debora Viviani e Sandro Stanzani, Davide Cecchinato, presidente di Adiconsum Verona, e Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona.

Cosa è cambiato dal 2018

I dati, comparati con l'indagine svolta nel 2018, hanno messo in luce i sentimenti di sfiducia e di preoccupazione per il futuro: la congiuntura sociale ed economica che si sta vivendo da due anni a questa parte ha generato un clima di incertezza e di paura soprattutto per quelle famiglie che si trovano in grave difficoltà (che passano dall'11,3% del 2018 al 21,6% del 2022).

I veronesi che hanno dovuto rinunciare ai propri sogni non sono pochi: nel 2018 il 50,5% del campione avrebbe voluto restaurare la propria casa, il 50,1% avrebbe voluto comprare un'auto e il 39,4% una casa. Nel 2022, invece, il 36,3% ha deciso di non ristrutturare la propria casa, il 31,6% non ha acquistato un’auto e il 26,2% non ha acquistato una nuova casa. Incertezza che si ripercuote anche sugli affetti, con il 17% dei veronesi intervistati, tra quanti avevano il desiderio di “allargare la famiglia”, che ha rinunciato a concepire un figlio.

“Sullo sfondo di queste scelte degli ultimi due anni, i dati confermano che i veronesi sono preoccupati per la situazione economica familiare che sembra profilarsi nel 2023. Circa la metà del campione si dichiara preoccupato (39,4%) o fortemente preoccupato (8,6%) per il futuro e solamente il 5,9% affronta il nuovo anno con ottimismo. Nel 2018 gli ottimisti erano il 18,4% del campione”,  spiegano Viviani e Stanzani. “Le dinamiche che caratterizzano il sistema economico hanno un’influenza sulla vita dei singoli e delle famiglie ampiamente dimostrata anche dai dati empirici”.

Cambiamenti importanti anche per quanto riguarda gli spostamenti in auto (ridotti per il 35% degli intervistati) e per le scelte alimentari, soprattutto dovuti alla crisi energetica. Maggiore attenzione per la spesa e i prodotti da acquistare, attenzione allo spreco, il 70% cucina maggiormente in casa, evitando di acquistare piatti già cucinati.

Dall'indagine svolta emerge anche che, se durante la pandemia c’era stato un aumento dell’uso del servizio di food delivery, a causa delle restrizioni dovute al lockdown, ora, nel territorio veronese, ma anche in quello nazionale, si registra una decelerazione nell’uso del servizio di consegna di cibo a domicilio. Il 51% dei veronesi, infatti, ammette di non utilizzarlo più (14,4%) o di averlo diminuito (36,6%). 

“Come era immaginabile, raddoppia il livello di difficoltà economica dei nostri concittadini, come la loro preoccupazione per il futuro”, conclude Cecchinato. “Molti veronesi hanno rivisto le proprie abitudini di consumo sia energetico che alimentare. In questi campi sono necessari interventi pubblici più incisivi. Nel settore energia è necessario affiancare i singoli in percorsi equi di transizione energetica. Nel settore alimentare la politica deve alleviare le crescenti difficoltà della cittadinanza per garantire ai consumatori l’acquisto di beni di prima necessità a prezzo calmierato”.

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