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Maltempo in Veneto, allerta arancione in provincia di Verona

Preoccupano soprattutto i bacini idrici della regione...

Maltempo in Veneto, allerta arancione in provincia di Verona
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Il Meteo regionale segnala il passaggio di una significativa perturbazione, associata ad un intenso flusso umido meridionale, che interesserà il Veneto fino alla prima parte di domani, martedì 31 ottobre. La fase più intensa sarà tra il pomeriggio di oggi e le prime ore di domani, con precipitazioni diffuse e persistenti specie sulle zone centro settentrionali, anche a carattere di forte rovescio o temporale. Sono previste precipitazione abbondanti sulle zone centro settentrionali e, localmente, anche molto abbondanti su zone montane e pedemontane. 

Maltempo in Veneto, allerta arancione in provincia di Verona

I venti subiranno un rinforzo dai quadranti meridionali fino a risultare a tratti forti in quota, sulla costa (specie centro settentrionale) e la pianura limitrofa. Nelle ore centrali di martedì ruoteranno da quelli occidentali, ancora con qualche rinforzo.

Considerati i fenomeni meteorologici previsti sul Veneto, il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile regionale comunica che, per criticità idrogeologica, è stata dichiarata la fase operativa di “Allarme” (Rossa) dalle 14:00 di oggi fino alla mezzanotte di domani nei bacini idrografici VENE-A Alto Piave (BL), VENE H Piave Pedemontano (BL – TV), VENE B Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone (VI - BL - TV –VR).

Per la stessa criticità e negli stessi orari e stata dichiarata la fase operativa di “Preallarme” (Arancione) nei bacini VENE-C Adige-Garda e Monti Lessini (VR) e VENE-E Basso Brenta –Bacchiglione (PD-VI-VR-VE-TV). La fase di “Attenzione” (Gialla), invece, è stata dichiarata per VENE-D Po,Fissero-Tartaro-Canal Bianco e Basso Adige (RO-VR), VENE-F Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna (VE-TV-PD), VENE-G Livenza, Lemene e Tagliamento (VE-TV).

Contemporaneamente, per criticità idraulica, è stata dichiarata la fase operativa di “Preallarme” (Arancione) in tutti i bacini della regione. 

“Vista la situazione – commenta l’assessore alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin – soprattutto nelle aree e nei periodi di tempo interessati dalla fase più intensa è raccomandabile ai cittadini di non effettuare spostamenti che non siano strettamente necessari, di mantenere una distanza opportuna dai corsi d’acqua ed evitare di permanere in ambienti interrati. Dalla sala operativa di Marghera stiano seguendo l’evolversi della situazione”.

Possibile innesco di frane e colate rapide sui settori montani, pedemontani, collinari delle zone in allerta; per le zone Vene-A, Vene-B e Vene-H fenomeni anche di grandi dimensioni con probabile rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque piovane con allagamenti di locali interrati e/o sottopassi.

Innalzamenti diffusi dei livelli della rete idrografica secondaria, che potranno risultare rilevanti e con estese inondazioni e diffuso trasporto di sedimenti per le zone Vene-A, Vene-B e Vene-H. Nelle zone in allerta idraulica innalzamento significativo dei livelli dei corsi d’acqua principali, con probabile superamento della seconda soglia idrometrica e inondazione delle aree limitrofe e golenali.

Approfondimento: il dossier Istat

La Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (CC) di Sharm el-Sheikh (2022) ha confermato la necessità di contenere a +1,5°C l’aumento della temperatura media globale rispetto all’era pre-industriale (come definito nell’accordo di Parigi 2015). Nel Rapporto 2023 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite gli scienziati ribadiscono la necessità di attuare azioni urgenti per il clima per garantire un futuro vivibile per tutti gli individui sul Pianeta. L’impatto dei CC nelle città è rilevante. In particolare, per le città capoluogo di Regione gliindicatori meteoclimatici, disponibili in serie storiche ampie, evidenziano la tendenza ad un aumento della temperatura dal 1971.

Nel 2021 temperatura media in aumento rispetto ai valori climatici

Considerato l’insieme dei 109 Capoluoghi di Provincia, la temperatura media nel 2021 è circa 15,6°C (valore in linea con quello medio del periodo 2006-2015). Risulta, invece, in calo la precipitazione totale che è in media 746 mm (-119,4 mm sul valore medio 2006-2015). Per i capoluoghi di Regione, nel 2021 la temperatura media (15,5°C) segna un’anomalia di +0,6°C sulla Normale Climatologica (CLINO, v. glossario)1981-2010 edi +1°C su quella 1971-2000. La precipitazione totale (pari a 708,8 mm) diminuisce di -34,3 mm rispetto al CLINO 1981-2010 e -55,8 mm sul CLINO 1971-2000.

Nel periodo 1971-2021, i valori più alti della temperatura media annua dei capoluoghi di Regione si registrano negli anni 2011-2021 (media del periodo 15,8°C). Nel 2014, per la prima volta sono stati raggiunti i 16°C (+1,5°C sul CLINO 1971-2000). La precipitazione totale presenta nel lungo periodo una variabilità inter-annuale: nel 2011-2021 è in media pari a 769 mm.

Nel 2021, gli Indici di estremi di temperatura mostrano aumenti per gran parte dei capoluoghi di Provincia. I giorni estivi sono in media 120 e le notti tropicali 44 (in crescita di +4 giorni e +6 notti rispetto al valore medio del periodo 2006-2015). Sale anche il numero di giorni senza pioggia (in media pari a 286 nell’anno) di +5 rispetto al periodo 2006-2015.

I Cambiamenti Climatici (CC) sono al centro dell’attenzione del mondo scientifico e istituzionale essendo strettamente interconnessi ai temi dello sviluppo sostenibile e della conservazione del capitale naturale.

La crescita della temperatura dell’aria e l’intensificarsi di eventi meteoclimatici estremi sono segnali di una variabilità del clima in crescita negli ultimi decenni. Fenomeni un tempo rari sono divenuti più frequenti, intensi e diffusi, generando impatti rilevanti e danni economici, sociali e ambientali in molte aree del Pianeta. Il Global Climate Highlights 2022, Report del Copernicus Climate Change Service (Programma di monitoraggio satellitare della Terra della Commissione europea e dell’Agenzia spaziale europea) evidenzia che gli ultimi anni sono stati i più caldi mai registrati in Europa, dove la temperatura media è salita di circa +1,2°C rispetto al periodo pre-industriale.

Nell’ambito dei Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite (UN) il Goal 11 (Sustainable cities and communities) assume che lo sviluppo sostenibile non possa essere raggiunto senza una trasformazione del modo di costruire le città e gestire lo spazio urbano e, allo stesso tempo, il Goal 13 (Climate action) indica la necessità di misure urgenti nei Paesi, per aumentare la resilienza dei territori di fronte a rischi e disastri naturali legati ai CC.

Dopo l’adozione del Glasgow Climate Pact (2021), nell’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sui CC di Sharm el-Sheikh (2022) è stata confermata la soglia obiettivo (già definita nell’Accordo di Parigi 2015) per limitare l’aumento della temperatura globale a +1,5°C rispetto all’era pre-industriale. Nel Rapporto 2023 dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) delle Nazioni Unite gli scienziati ribadiscono che solo un'azione urgente per il clima può garantire un futuro vivibile a tutti gli individui sul Pianeta.

L’Unione europea, nel pacchetto Clima ed energia Fit for 55 (2021) ha adottato strategie di policy nell’ambito del Green Deal (2019), con il fine di fronteggiare i CC, entro il 2030, le Greenhouse Gas Emissions del 55%. Sono state individuate misure statistiche, coerenti tra loro, utili per effettuare il monitoraggio, considerando quanto richiesto dagli SDGs, dal Core set degli indicatori per il Cambiamento Climatico e da quello per gli Eventi estremi e disastri definito nell’ambito della United Nations Economic Commission for Europe (UNECE).

Nelle aree urbane (considerate hotspot climatici) gli effetti dei CC sono più evidenti per l’alta concentrazione di persone, edifici, infrastrutture, servizi, attività economiche e patrimonio artistico-culturale. Ai fini della transizione verso la neutralità climatica, è riconosciuto alle città un ruolo centrale per l’attività di governance.

La disponibilità di dati meteoclimatici in serie storiche ampie e ad elevata risoluzione territoriale risulta fondamentale per le analisi dei fenomeni meteoclimatici e le valutazioni degli impatti nei sistemi urbani, nonché per la definizione di strategie di adattamento che siano dimensionate alle specificità delle aree monitorate e al loro livello di esposizione e rischio. A livello nazionale, le misure statistiche relative al clima sono a supporto del monitoraggio della Strategia nazionale di sviluppo sostenibile (SNSvS) che declina i principi e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDGs), del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC).

 

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