Mater Salutis sotto pressione: un terzo dei pazienti Covid della provincia ricoverati a Legnago
L’ospedale di Legnago sta ricevendo dal territorio un alto livello di pazienti Covid.
Il sindaco di Legnago chiede a Ulss9 e AOUI una ripartizione corretta tra le varie strutture ospedaliere della provincia.
Mater Salutis sotto pressione
L'ospedale di Legnago è sotto pressoione. Secondo i dati elaborati dall’Azienda Ulss 9 e datata 4 gennaio 2022, si evidenzia l’elevato numero di pazienti Covid ricoverati al Mater Salutis rispetto alle altre strutture ospedaliere della Provincia, in particolare negli ospedali dell'azienda ospedaliera, Borgo Trento e Borgo Roma. A tal proposito nella tabella viene resa palese la situazione, a differenza di quanto accade a Padova e del bacino di utenza che serve un territorio di 300mila abitanti contro i 150mila dell’ospedale di Legnago, appare evidentemente disimpegnata.
Il sindaco di Legnago, Graziano Lorenzetti espone il suo pensiero relativo al carico di pazienti Covid all’ospedale Mater Salutis di Legnago:
“Vorrei fare un intervento relativo al momento difficile che sta vivendo l’ospedale di Legnago Mater Salutis, considerato l’alto livello di pazienti Covid che la struttura sta ricevendo dal territorio. Essendo un tecnico, per me i numeri sono importanti. E in questo momento i numeri non sono proporzionati, non tornano. Abbiamo circa un terzo di pazienti Covid della Provincia ricoverati a Legnago, quando il nostro distretto (il Distretto 3) è circa un settimo degli abitanti della provincia. Non mi tornano i numeri dell’Azienda Ospedaliera e chiedo ai consiglieri regionali di maggioranza di verificare se viene ottemperata la direttiva regionale 552/2020 che prevede un certo tipo di ripartizione a livello provinciale".
Situazione anomale
Il primo cittadino ha ribadito:
"Un’altra situazione anomala da verificare è il servizio di pronto intervento. Mi sembra che l’emergenza a cui fa riferimento il 118 sia gestita dall’Azienda ospedaliera anche sul territorio di competenza dell’Ulss 9 e quindi si capisce che da lì partono le indicazioni relative a dove portare i pazienti Covid nelle varie strutture ospedaliere. Chiedo ai consiglieri di accertare anche questa situazione. Una cosa che mi sento di sottolineare al Direttore Generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi è che mi pare che ci sia un’anomalia sulla ripartizione tra i vari ospedali: nonostante le direttive regionali abbiano indicato Villafranca come riferimento per il Covid, di fatto questo compito lo sta assolvendo l’ospedale di Legnago con tutte le problematiche ad esso connesse, essendo una struttura periferica che dà una risposta a 150mila abitanti su un raggio di 30km e quindi lontana dalle altre presenti nel territorio".
E ha ribadito:
"L’accoglienza di pazienti Covid superiore alla capacità sta bloccando quasi totalmente le attività sanitarie necessarie.
Chiedo al Direttore Generale che ci sia una corretta ripartizione dei pazienti Covid in provincia. Villafranca non mi sembra stia assolvendo al suo compito e San Bonifacio viene toccato marginalmente dalla situazione Covid. Queste situazioni portano a uno stress generale del personale sanitario, che mi sento di ringraziare perché sta operando al di là del proprio dovere da due anni. Non mi sembra il caso di caricare ulteriormente e costantemente la struttura di Legnago. Una corretta ripartizione porterebbe meno stress a medici, infermieri e operatori, considerato che molti di loro da lungo tempo non riescono ad avere turnazione sui riposi. Ringrazio tutto il personale sanitario per il lavoro che da due anni sta assolvendo, augurando buon anno nella speranza che la situazione vada migliorando”.