Migranti, Il Segretario provinciale Pd Verona: "No al Cpr a Legnago, un rischio per il territorio"
Dopo la proposta del presidente del Consiglio comunale di Legnago Paolo Longhi di far sorgere il centro nel comune, si scatena l'opposizione
Da lunedì scorso, 18 settembre 2023, dopo la decisione del Consiglio dei Ministri di aprire un Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) in ogni regione, in Veneto ci si interroga su dove nascerà il proprio centro. Al vaglio le strutture delle province di Verona, Venezia e Treviso, ma ancora nessuna certezza.
Cpr per migranti in Veneto: dove potrebbe sorgere
Non è stata presa nessuna decisione al momento su dove sorgerà il nuovo Cpr veneto. E se dal Cdm è scattato il via libera alla nuova strategia e fonti dell’esecutivo assicurano che i Cpr saranno almeno uno per regione nel giro di due mesi, a livello regionale non mancano le opposizioni.
Primo fra tutti il presidente Zaia, seguito dal sindaco di Verona, Tommasi, che continua a sostenere l'accoglienza diffusa.
Il PD: "No al Cpr a Legnago"
Le polemiche sorgono anche a Legnago, dove il presidente del Consiglio comunale di Legnago Paolo Longhi e il responsabile della Pianura veronese di Fratelli d’Italia hanno proposto di far nascere il Cpr proprio nel comune. La proposta è stata poi ritirata.
La dichiarazione ha immediatamente scatenato l'indignazione del PD, che oggi, 22 settembre 2023, ha tenuto una conferenza stampa per ribadire fermamente la propria opposizione al progetto.
“La richiesta di un Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) a Legnago, formulata dal presidente del Consiglio comunale di Legnago Paolo Longhi e dal responsabile della Pianura veronese di Fratelli d’Italia in una conferenza stampa ribadita con una successiva intervista, è stata finalmente ritirata, a seguito dell’azione del PD, delle proteste dei cittadini e del tardivo NO anche di Sindaco, Lega e FI, che spacca la maggioranza legnaghese.
Il Segretario provinciale Pd Verona Franco Bonfante e la Segretaria del Circolo Pd di Legnago Luigina Zappon prendono posizione sul tema:
“Nel voler farsi belli con Meloni e il suo governo, Longhi e Fratelli d’Italia della pianura veronese hanno comunque esposto il territorio ad un grave rischio, ponendo la nostra zona sotto i riflettori, segnalandola così alle autorità nazionali.
Amministratori seri non si comportano così, tanto più su temi delicati che toccano la sensibilità e l’attenzione dei cittadini legnaghesi e della zona: dopo le ridicole uscite del Sindaco con fasce tricolori nel cassetto e bandiere africane, ci mancava anche questa: il Presidente del Consiglio Comunale che fa ufficialmente proposte avventate poi ritirate".
“Gli accordi internazionali che permettono i rimpatri – argomentano gli esponenti Pd - sono molto difficili da ottenere, e i rimpatri effettivi sono circa 2/3.000 l’anno su 100/200 mila arrivi. Di conseguenza, le migliaia di persone identificate sono destinate a rimanere parcheggiate in queste strutture/tendopoli per lunghissimo tempo e in numero crescente, proporzionale agli sbarchi. Tali inumane condizioni sono foriere di tensioni che sfociano spesso in rivolte e fughe. Inoltre, scaduti i 18 mesi di “permanenza” obbligatoria, queste persone tendono a stazionare sul territorio, avendo alle spalle un bagaglio di esperienza molto più simile alla detenzione che non alla integrazione”.
La posizione è condivisa e sostenuta da tutti i Circoli Pd della Pianura Veronese: “Come Pd – sottolinea Bonfante – ribadiamo che l’alternativa non è tra accoglienza e rimpatri, ma tra accoglienza diffusa e grandi hub che creano spesso disordini e insicurezza. Chi delinque va messo in carcere, ma la prima preoccupazione, oggi, deve essere quella di ridare nuova linfa alla rete di accoglienza formata da istituzioni, terzo settore e volontariato sociale, che i decreti Salvini hanno smantellato; l’unica in grado di assicurare oltre ad posto letto e ad un pasto caldo anche gli indispensabili servizi di integrazione (insegnamento della lingua italiana, educazione civica, avviamento al lavoro)”.
Per il Pd veronese serve, dunque “una politica concreta e realista che punti a governare i processi sul territorio e smettere di fare vuota propaganda. L’immigrazione è un fenomeno epocale e come tale va trattato”.
Di qui la proposta e la richiesta della Segretaria Pd di Legnago Luigina Zappon: “I comuni e i territori che ospitano al loro interno un centro di accoglienza dovrebbero essere esentati dai Cpr.”