Sacro Cuore

Obesità e colon-retto: IRCCS di Negrar ottiene certificazione ERAS per il miglior recupero dopo l’intervento

Per il “Sacro Cuore Don Calabria” si tratta di una doppia certificazione.

Obesità e colon-retto: IRCCS di Negrar ottiene certificazione ERAS per il miglior recupero dopo l’intervento
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L’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria è Centro Qualificato per l’applicazione di ERAS, il protocollo chirurgico che ha come obiettivo - come recita l’acronimo Enhanced Recovery After Surgery - il miglior recupero dopo un intervento chirurgico.

Obesità e colon-retto: IRCCS di Negrar ottiene certificazione ERAS

A certificarlo, ERAS Society, la società scientifica mondiale che si occupa della diffusione di questa “buona pratica clinica” tesa a una ripresa rapida del paziente, grazie al controllo ottimale del dolore e della nausea post-operatoria, alla drastica riduzione delle infezioni post chirurgiche e alla diminuzione dei giorni di degenza che per la chirurgia colon-rettale passano da 6 a 4, mentre per quella bariatrica le dimissioni sono entro le 48 ore.

Per il “Sacro Cuore Don Calabria” si tratta di una doppia certificazione: infatti è il primo Centro Qualificato ERAS in Italia per la chirurgia bariatrica nel trattamento dell’obesità grave e il terzo (dopo l’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo e l’ospedale Infermi Rimini) per la chirurgia colon-rettale, anche oncologica. Nel mondo ci sono solo altri 66 Centri Qualificati e quello di Negrar è risultato uno degli ospedali con un livello di aderenza più alto a tutto il percorso del paziente (dalla fase pre-operatoria a quella post-operatoria) avendo superato la soglia del 94% su entrambe le specialità chirurgiche.

Iter triennale intrapreso

La certificazione di Centro Qualificato è il primo step di un iter triennale intrapreso dall’Ospedale di Negrar che si conclude con il riconoscimento di Centro di Eccellenza passando per quello di Centro Trainer, grazie al quale il team ERAS del “Sacro Cuore Don Calabria” potrà formare altre strutture.

“Se l’obiettivo di ERAS è quello di far tornare il paziente chirurgico il prima possibile alle sue occupazioni quotidiane, la condizione perché ciò avvenga è un percorso che inizia prima della chirurgia, con il raggiungimento da parte del paziente di una forma fisica ottimale” spiega il dottor Giacomo Ruffo, direttore della Chirurgia Generale del “Sacro Cuore Don Calabria”. “Questa condizione si unisce poi a una chirurgia mini-invasiva (laparoscopica o robotica), a uno specifico trattamento anestesiologico che prosegue dopo la sala operatoria con un ottimale controllo del dolore e della nausea, e a una mobilizzazione precoce. L’applicazione di ERAS, possibile per ogni tipo di chirurgia, è un vantaggio per tutti i pazienti, ma in particolare per gli anziani e per coloro che subiscono interventi ad alta complessità”.

“Il percorso di certificazione ha avuto la durata di un anno, nel corso del quale abbiamo seguito diversi momenti di formazione con il Centro Trainer (Centre Hospitalier de Valenciennes-Francia), implementato ulteriormente il protocollo ERAS e inserito i dati relativi ai nostri pazienti (221 per la chirurgia colon-rettale e 95 per quella bariatrica) sulla piattaforma internazionale EIAS che ci ha permesso di misurare e analizzare l’aderenza al protocollo e i risultati post operatori”, spiega la dottoressa Elisa Bertocchi, chirurgo colon-rettale. “Ora parte la seconda fase per diventare Centro Trainer e che consiste nel mantenimento nel tempo degli ottimi risultati ottenuti”.

Sono due i fulcri principali del protocollo ERAS: la presa in carico del paziente da parte di un team multidisciplinare, attivo a Negrar già nel 2018 per la chirurgia colon-rettale, e il ruolo attivo e consapevole del paziente nella preparazione all’intervento e nella gestione del recupero post-operatorio. Del team fanno parte oltre ai chirurghi e agli anestesisti, anche i nutrizionisti, i farmacisti ospedalieri, i fisiatri, i fisioterapisti e il personale infermieristico dedicato. A questi specialisti per i pazienti bariatrici si aggiungono lo psicologo e il gastroenterologo che assieme al nutrizionista seguono il candidato alla chirurgia almeno da due mesi prima dell’intervento.

"Diario digitale"

Per agevolare invece l’aderenza attiva del paziente alle indicazioni che riguardano la corretta alimentazione, l’adeguata attività fisica e il monitoraggio dei parametri fisiologici nel post operatorio, dal 2019 viene proposta a tutti i pazienti l’APP iColon, ideata dalla Chirurgia Generale di Negrar e unico esempio in Italia di applicazione digitale per la chirurgia colon-rettale. Si tratta una sorta di diario digitale in cui il paziente, a partire da sette giorni prima dell’intervento e fino a 5 giorni dopo la dimissione, registra il suo contributo per il raggiungimento un’ottimale forma fisica e nutrizionale in preparazione alla chirurgia e quindi l’aderenza al recupero una volta tornato a casa.

“Il coinvolgimento attivo è ancora più importante per il paziente affetto da obesità grave – sottolinea la dottoressa Irene Gentile, chirurgo bariatrico -. In particolare sotto l’aspetto dell’alimentazione e dell’attività fisica: il calo ponderale è fondamentale sia per la candidabilità all’intervento sia per la buona riuscita dello stesso”.

“Le tecniche di controllo del dolore permettono la mobilizzazione precoce del paziente che deambula già il giorno stesso dell’intervento diminuendo così drasticamente le polmoniti dovute all’allettamento; il mantenimento del catetere vescicale spesso solo in sala operatoria, e comunque non oltre le 12 ore, ha quasi cancellato le infezioni urinarie così come nettamente ridotte quelle del sito chirurgico, per l'uso sempre minore di drenaggi addominali. Restano le complicanze chirurgiche che, tuttavia, in un paziente in buona forma hanno un esito più favorevole”, conclude la dottoressa Bertocchi

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