Papà veronese resta senza lavoro in Australia: rischia l'espulsione e di non poter più rivedere suo figlio
Senza lavoro non ha più diritti di restare in Australia. E dovrà essere espulso. Ma le conseguenze sono pesantissime perché non potrà più rientrare nel Continente per altri tre anni. E il figlio sarebbe costretto a crescere senza il suo amato papà
L'azienda ha chiuso i battenti temporaneamente. E lui è rimasto senza lavoro. In Australia però succede questo: senza lavoro può non essere confermato il visto e si deve lasciare il Continente. Una situazione che sta vivendo sulla propria pelle un papà veronese che vive lì da 11 anni e che ora è rimasto senza lavoro. Ma con un figlio di nove anni che rischierebbe, se dovesse abbandonare la sua nuova casa australiana, di non rivedere più...
Papà veronese resta senza lavoro in Australia: rischia l'espulsione e di non poter più rivedere suo figlio
Rifiutato il visto permanente. C'è poco da girarci intorno, questa è la sostanza, l'esito di una decisione irrevocabile. Nonostante il contesto: e cioè 11 anni di permanenza sul territorio australiano, nonostante un figlio di nove anni, nonostante tutto, insomma, l'inserimento nella comunità, l'impegno, l'integrazione avvenuta. "Alea iacta est", dicevano i romani, e pare che gli australiani ne abbiano fatta una bandiera sulla coerenza delle decisioni, sul rispetto delle norme. Anche se queste, a volte, fanno male. E sono capaci di colpire al cuore. Come sta succedendo a un giovane papà veronese che si è trasferito diversi anni fa proprio nel continente.
Sta provocando un notevole clamore mediatico la notizia che vede come protagonista Andrea Tindiani, 37 anni, da 11 appunto, trasferito in Australia. Il tribunale, infatti, di recente ha detto "no" al cosiddetto Confirmatori Residence Visa. In altre parole questo significa che il papà di Marley (questo il nome dell'amato figlioletto che rischia di perdere di vista), entro fine agosto non possiederà più i diritti ottenuti grazie al lavoro sul territorio. E dovrà lasciare il continente.
L'unica reale speranza consiste nell'impegno (sperato) da parte del ministero dell'Immigrazione australiano, nella persona dello stesso ministro Andrew Giles, che ha considerato l'eccezionalità della situazione, e che esercitando il proprio potere in virtù delle condizioni (l'allontanamento del padre provocherebbe traumi inevitabili al piccolo Marley) potrebbe opporre un veto. Una sola speranza, insomma. Ma è pure sempre qualcosa... Nel frattempo, evidentemente, la notizia sta facendo letteralmente il giro del mondo. Tindiani ha creato pagine sui social, è protagonista di interviste e servizi sui telegiornali internazionali, e ha creato anche una campagna di raccolta fondi.
La situazione è davvero delicata. Il papà e la mamma di Marley non sono più insieme anche se godono di un rapporto estremamente civile. Se il padre però dovesse lasciare l'Australia ci sarebbero delle pesanti conseguenze. Senza Visa, infatti, non può restare nel continente. Una volta uscito dai confini non potrà farci ritorno per almeno 3 anni. E in questo modo il figlio sarebbe costretto a crescere, proprio in anni importanti dello sviluppo, senza la guida dell'amorevole papà. L'impegno di Tindiani in questa "missione" è estremamente visibile: sta facendo letteralmente di tutto per riuscire a sensibilizzare il governo australiano sulla vicenda. C'è anche un sito, "Help Marley Keep His Dad", dal quale sostanzialmente si può facilmente ricostruire l'intera, delicata vicenda.