Polemica

Pedane rialzate per disabili all'Arena di Verona, ma mancano i posti per gli accompagnatori

La denuncia è partita da una mamma che non ha potuto assistere allo spettacolo "Una, nessuna, centomila" accanto al figlio disabile. Verrà ora convocato un tavolo tecnico in Comune

Pedane rialzate per disabili all'Arena di Verona, ma mancano i posti per gli accompagnatori
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Si accende una polemica sulla mancata disponibilità di posti per accompagnatori di persone con disabilità all'Arena di Verona. Per questo, verrà presto convocato un tavolo tecnico dal Comune della città scaligera, coinvolgendo gli assessori competenti, la Consulta della disabilità e gli enti che si occupano dell'extralirica.

Pedane rialzate per disabili in Arena, ma mancano i posti per gli accompagnatori

Per alcuni genitori non poter essere vicini ai propri figli durante i concerti all'Arena di Verona è un fatto discriminatorio.

La denuncia è partita da una mamma, che non si è potuta sedere vicino al figlio disabile durante il concerto “Una, nessuna, centomila”.

Le pedane rialzate, posizionate dopo un'ordinanza del Tribunale in fondo alla platea, garantiscono alle persone in carrozzina di assistere al meglio agli eventi nell’anfiteatro scaligero ma i posti sono limitati, quindi riservati solo a loro e non anche ai familiari.

Sollecitato un tavolo tecnico dal Comune

“L'ufficio del conservatore dell’Arena, – spiega Barbara Bissoli, vice sindaca Verona - che è un nostro ufficio comunale, e la Sovrintendenza hanno sempre sollecitato l'attivazione di un tavolo tecnico, appunto per verificare se davvero quella è l'unica soluzione possibile o se è la soluzione migliore.”

Barbara Bissoli, vice sindaca Verona

Il tavolo tecnico verrà attivato dal Comune, coinvolgendo gli assessori competenti, la Consulta della disabilità e gli enti che si occupano dell'extralirica.

“Da un punto di vista funzionale – prosegue Bissoli - questa soluzione consente loro di vedere lo spettacolo anche quando gli altri spettatori si alzano in piedi. Tuttavia, li relega appunto in due posizioni specifiche e sopraelevate e quindi c'è il dubbio che non sia un'assoluzione pienamente inclusiva. Verificheremo se ce ne sono altre di più adeguate anche da questo punto di vista”.

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