Pfas il Governo decreta lo stato di emergenza

La decisione comporta il commissariamento delle zone colpite compresa la provincia di Verona

Pfas il Governo decreta lo stato di emergenza
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Pfas il governo decreta lo stato di emergenza. Questa decisione comporta il commissariamento dell'area colpita, compresa tra le province di Verona, Vicenza e Padova.  Da più di cinquant'anni le falde acquifere di questa vasta area del Veneto sono state avvelenate dall'acido perfluorottansolfonico, Pfas appunto, utilizzato dalle industrie per rendere resistenti ai grassi e all'acqua tanti oggetti di uso quotidiano come carta, contenitori di alimenti, tessuti e detergenti per la casa.

Zaia: "Un passo importantissimo per mettere la parola fine al problema"

"Dico che il tempo e' galantuomo. Ricordo che quando ho fatto la richiesta dello stato di emergenza per i PFAS a settembre dello scorso anno sono stato attaccato da mezzo mondo, dicendo che erano pure fantasie quelle di pensare ad un commissario e che il governo non l'avrebbe mai concesso. Vedo invece che ora la proposta che ho fatto e' stata accolta, anche se ai tempi supplementari, da un governo che in pratica non esiste più'. Peccato, perché' cosi' si sono persi un sacco di mesi". A dirlo e' il presidente della Regione Luca Zaia, commentando la dichiarazione dello stato di emergenza per i PFAS in Veneto da parte del Consiglio dei Ministri con la contestuale nomina di un commissario. "La notizia che il governo ha deliberato lo stato di emergenza - aggiunge il presidente - e' comunque un passo importantissimo per mettere la parola fine in tempi brevi a una tematica tanto delicata. Viene premiata la nostra lungimiranza nell'aver affrontato con assoluto rigore un problema sul quale il Veneto sta facendo scuola anche ad altre esperienze simili: siamo stati infatti i primi a porre dei limiti, quando ancora lo Stato non si era mosso, ponendo quelli più' restrittivi al mondo per le acque potabili; abbiamo approfondito e intensificato le indagini anche epidemiologiche in materia per garantire la salute dei cittadini; stiamo sviluppando un nuovo sistema acquedottistico all'avanguardia". "Ora l'obiettivo - conclude Zaia - e' fare bene e fare in fretta, attraverso una struttura commissariale che ci permetterà' di snellire le procedure e quindi anche realizzare velocemente il nuovo acquedotto. Conto che, nel giro di un anno, noteremo già' i primi benefici e in due o tre potremmo arrivare al completamento dell'opera, cosa che in condizioni normali implicherebbe un tempo almeno doppio".

Dalla Regione si chiedono tempi brevi

"Ora con lo stato di emergenza e la nomina di un commissario - afferma  l'assessore regionale Gianpaolo Bottacin - si potranno sensibilmente ridurre i tempi nella realizzazione dei nuovi acquedotti, con la definitiva soluzione del problema. Avendo infatti il commissario la possibilità' di emettere anche delle ordinanze si potranno accelerare le procedure e conseguentemente gli interventi necessari per riportare il tutto in condizione di assoluta normalità'. E' una buona notizia il fatto che arriveranno gli 80 milioni di euro che, come spiegato dai tecnici del ministero nel corso del recente incontro con le Mamme No PFAS svoltosi a Roma , dovranno, in base alla normativa nazionale, necessariamente essere cofinanziati dai consigli di bacino. Resta pero' inteso che vale il principio del chi inquina paga e quindi al termine del procedimento relativo al danno ambientale, la Regione, che si è già' costituita, chiederà' i danni ai responsabili".

Una battaglia vinta dai cittadini

Sono i cittadini i primi ad essere felici della notizia. In questi anni, infatti, in molti hanno dovuto fare esami medici e screening per valutare il grado di esposizione agli Pfas.

 

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