Pfas nelle acque del Po il Veneto avverte Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna
Ieri sono state confermate tracce di C6O4, sostanza che appartiene alla famiglia dei composti delle meglio note sostanze perfluoro-alchiliche.
Pfas nelle acque del Po il Veneto avverte Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Ieri sono state confermate tracce di C6O4, sostanza che appartiene alla famiglia dei composti delle meglio note sostanze perfluoro-alchiliche.
Pfas nelle acque del Po il Veneto avverte Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna
Il direttore dell’Area Tutela e Sviluppo del Territorio Nicola Dell’Acqua ha inviato una lettera ai colleghi delle Regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna per comunicare i riscontri dell’ARPAV sulla significativa presenza di C6O4 nelle acque del fiume Po. Si tratta di una sostanza che appartiene alla famiglia dei composti delle meglio note sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), completamente artificiale.
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Cosa sono i Pfas
I PFAS sono composti che, a partire dagli anni cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all'acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. Come conseguenza dell’estensiva produzione e uso dei PFAS e delle loro caratteristiche chimiche questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative nell’ambiente e negli organismi viventi (Fonte Arpav).
Effetti sulla salute dei Pfas
Possibili effetti avversi sulla salute umana:
- Disfunzioni del sistema immunitario: nel 2016, il National Toxicology Program (NTP) ha concluso che il PFOA e il PFOS (due PFAS più comunemente usati e trovati nell'ambiente) sono considerati un rischio per la funzione del sistema immunitario sano negli esseri umani; l'esposizione degli adulti ai PFAS è stata anche associata ad una diminuzione nella produzione di anticorpi.
- Cancro: i dati epidemiologici sulle associazioni tra PFAS e rischio di cancro sono limitati, gli studi condotti mostrano che le persone esposte ad alti livelli di PFAS possono avere un aumento del rischio di cancro al rene o ai testicoli, tuttavia, questi studi potrebbero non aver esaminato altri fattori come il fumo. Altre ricerche condotte su animali hanno dimostrato come PFOA e PFOS possono causare cancro al fegato, ai testicoli, al pancreas e alla tiroide. Tuttavia, alcuni scienziati ritengono che gli esseri umani potrebbero non sviluppare gli stessi tumori degli animali.
- Sviluppo cognitivo e neurocomportamentale dei bambini: alcuni studi epidemiologici sull'uomo hanno mostrato associazioni tra alcuni PFAS ed effetti sullo sviluppo. Uno studio sull'uomo ha rilevato un’associazione tra esposizione ai PFAS durante la gravidanza e diminuzione del peso alla nascita e della circonferenza della testa, solo nei maschi. Altri studi hanno dimostrato relazioni tra esposizione prenatale a determinati PFAS (soprattutto PFOS) ed effetti neurocomportamentali come, ad esempio, abilità cognitive, sviluppo psicomotorio, disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività.
- Disturbi endocrini: gli studi suggeriscono che l'esposizione precoce ad alcuni PFAS può contribuire allo sviluppo di malattie metaboliche, tra cui l'obesità e il diabete di tipo 2. Sebbene sia necessaria un'ulteriore conferma, i risultati di uno studio suggeriscono che l'esposizione ad alcuni PFAS durante la gravidanza possa influenzare il metabolismo dei lipidi e la tolleranza al glucosio. Sembra che alcuni PFAS possano anche influenzare il peso corporeo più avanti nella vita. La fertilità è un altro risultato correlato agli effetti endocrini: una revisione della letteratura sulle recenti prove epidemiologiche umane sull'associazione tra esposizione ad alcuni PFAS e misure di fertilità umana mostra il potenziale di effetti sulla fecondabilità femminile (cioè la probabilità di concepimento) (Fonte Arpat Toscana).
Non può provenire dalla Miteni
Dell’Acqua, che riveste anche il ruolo Commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione Civile in conseguenza della contaminazione da PFAS delle falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova, nella comunicazione ufficiale sottolinea che la presenza in concentrazione anomala dei C6O4 nel fiume Po viene segnalata in quanto non può pervenire dal sito inquinato della ditta Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza, che in Veneto rappresenta il luogo di maggiore concentrazione di sostanza PFAS a livello regionale.
In Veneto il limite Pfas è zero
La comunicazione avviene, altresì, in assenza di limiti nazionali in materia, pur nella consapevolezza che si tratta di un campanello d’allarme che merita attenzione anche nelle altre regioni attraversate dal fiume Po. Va ricordato che, invece, Regione Veneto ha posto nuovi livelli riferimento per i parametri PFAS nelle acque destinate al consumo umano da ottobre 2017, ponendo come limite zero PFAS. Il direttore dell’Area Tutela e Sviluppo del Territorio della Regione Veneto conclude offrendo disponibilità ai colleghi nel fornire ulteriori dati e dettagli relativamente ai rilievi di ARPAV.