Azienda distrutta

Salumificio Coati Arbizzano, dopo l'incendio scatta la cassa integrazione per 300 lavoratori

Oltre agli ammortizzatori sociali, avviata anche una collaborazione con un altro salumificio per riavviare la produzione

Salumificio Coati Arbizzano, dopo l'incendio scatta la cassa integrazione per 300 lavoratori
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Salumificio di Arbizzano distrutto dall'incendio: scatta la cassa integrazione per 300 lavoratori.

Salumificio Coati Arbizzano, dopo l'incendio scatta la cassa integrazione per 300 lavoratori

Come provare a rialzarsi da una simile devastazione? Cassa integrazione straordinaria per i dipendenti e collaborazione per riprendere quanto prima la produzione. Così il salumificio Coati di Arbizzano (Negrar) muove i primi passi dopo il drammatico incendio che ha completamente distrutto il sito produttivo.

Da subito e fino al 13 maggio scattano dunque gli ammortizzatori sociali per i lavoratori, 180 dipendenti diretti e 120 di una cooperativa che si occupa di una fase della lavorazione della carne. A darne conferma la Cgil di Verona. Ma non è tutto: avviata anche una collaborazione con una un altro salumificio, la società Pavoncelli, di Santa Lucia a Pescantina, che metterà a disposizione spazi e macchinari per integrare la produzione della Coati.

Una realtà, quest'ultima, da oltre 100 milioni di fatturato, che però ora è in ginocchio. Il sito produttivo è andato infatti distrutto nel rogo del 9 febbraio scorso, che ha bruciato 25mila metri quadri. Per salvarsi dalle fiamme, un operaio si era gettato dalla finestra cadendo nel vuoto e rimanendo gravemente ferito. Oltre ai danni, nei giorni successivi, anche la paura per eventuali rischia legati alla salute pubblica, vista l'alta colonna di fumo che si era sprigionata.

Domenica scorsa, non a caso, Arpav aveva rilevato importanti concentrazioni di polveri sottili nell'aria attorno alla stabilimento, tanto da indurre i comuni di Negrar e Verona a chiudere per il lunedì alcune scuole. Provvedimento poi revocato l'indomani, martedì.

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