Siccità, in Lessinia autobotti per portare l’acqua. Arpav: “Precipitazioni così scarse solo nel 1994”
I modestissimi apporti localmente registrati dai pluviometri delle stazioni Arpav nei primi quindici giorni di marzo sono prevalentemente determinati da fenomeni di condensazione dell’umidità.
La siccità sta perdurando da troppi mesi minacciando l’agricoltura locale e mettendo in crisi anche i fiumi, i laghi e le falde.
Siccità, in Lessinia autobotti per portare l’acqua
Il fiume Adige, secondo Anbi è ai minimi storici, le piogge invernali sono state inferiori del 50% alla media storica e in marzo non è ancora piovuto. La carenza di pioggia ormai si protrae da giorni creando diversi disagi. I modestissimi apporti localmente registrati dai pluviometri delle stazioni Arpav nei primi quindici giorni di marzo sono prevalentemente determinati da fenomeni di condensazione dell’umidità. Arpav ha spiegato:
“Nei primi 15 giorni di marzo sono verificate precipitazioni significative. Se anche nella seconda metà del mese non dovessero verificarsi precipitazioni significative questo marzo potrebbe diventare il più scarso di apporti dal 1994, meno del 2003 (6.8 mm come valore medio in Veneto), del 1998 (8.0 mm) e dello scorso 2021 (8.2 mm)”.
La siccità comporta anche dei problemi per quanto riguarda gli acquedotti e in questi giorni Acque Veronesi ha iniziato a portare l’acqua con autobotti in Lessinia.Negli anni precedenti non era mai successo di dover portare l'acqua a marzo, poteva accadere che l’approvvigionamento diventasse problematico d’estate.
Per ora il livello del lago di Garda è pressoché stabile dall’inizio del mese di dicembre 2021, è ormai inferiore al valore medio e, alla data del 15 marzo, si attesta tra il 25° e il 50° percentile.
A rischio anche le semine
Anche per i frutteti, gli oliveti e le colture orticole c’è necessità di acqua ma è necessario attendere l’inizio della stagione irrigua nei diversi comprensori interessati dai Consorzi di Bonifica.
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Una situazione che conferma come la siccità sia diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti. A peggiorare le cose è un inverno pazzo con una temperatura superiore di 0,55 gradi rispetto alla media lungo la Penisola ma con picchi più alti di tre gradi nel nord ovest ma precipitazioni scarse che hanno prosciugato fiumi e laghi.