Sito di Interesse Comunitario

Val Borago, firmato l'accordo di collaborazione tra i comuni di Verona e Negrar con l'associazione Il Carpino

Da oggi l’obiettivo comune è la valorizzazione e la salvaguardia dell’area naturalistica

Val Borago, firmato l'accordo di collaborazione tra i comuni di Verona e Negrar con l'associazione Il Carpino
Pubblicato:
Aggiornato:

E’ ufficiale, a tre anni dall’avvio del primo progetto di azione collettiva a salvaguardia del territorio della Val Borago, è stato sottoscritto oggi a Palazzo Barbieri l’accordo finale di collaborazione tra i Comuni di Verona e Negrar con l’associazione Il Carpino, per la valorizzazione dell’importante Sito di Interesse Comunitario.

Val Borago, firmato l'accordo di collaborazione tra i comuni di Verona e Negrar con l'associazione Il Carpino

Un piano d’intervento che riguarda oltre 38 ettari della più ampia area di quasi mille, che si estende a nord dei quartieri di Avesa e Quinzano fino a Montecchio di Negrar. L’obiettivo è quello di promuovere la conservazione della biodiversità della zona, in collaborazione con il Museo di Storia Naturale e con il coinvolgimento dei cittadini, delle comunità locali e delle imprese del territorio.

L’accordo, che avrà una durata di 15 anni con possibile rinnovo, avvallato anche dal Comune di Negrar, permetterà, oltre alla valorizzazione, anche la tutela e la conservazione della ricchezza naturalistica del bosco, con tutte le sue specie di flora e fauna.

Un passaggio chiave, che si inserisce nel piano di salvataggio della Val Borago, chiesto per lungo tempo dai cittadini e sostenuto dalle tante realtà che hanno supportato l’operazione di acquisizione da parte dei Comuni. In primis l’associazione Il Carpino, coinvolta oggi nell’accordo e che, nell’estate 2020, fu promotrice del Fondo Alto Borago, un progetto di azione collettiva che puntava ad acquisire l’ampia area a rischio, attraverso donazioni e crowdfunding.

L’accordo è stato sottoscritto oggi per il Comune di Verona dalla vicesindaca Barbara Bissoli, per il Comune di Negrar di Valpolicella dal sindaco Roberto Grison e per l’associazione ‘Il Carpino’ dal presidente Mario Spezia. Sono intervenuti anche l’assessore al Patrimonio Michele Bertucco, il direttore generale del Comune di Verona Giuseppe Baratta, la responsabile dell’Area Gestione del Territorio del Comune di Negrar di Valpolicella Giorgia Ortolani e l’avvocato Stefano Dindo, che ha supportato il Comune di Verona nell’iter.

“Oggi si conclude un percorso virtuoso – ha sottolineato la vicesindaca Bissoli –, che ha avuto sempre come finalità quella di sottrarre a qualsiasi intervento di tipo speculativo un’ampia porzione di territorio di particolare rilievo da un punto di vista ambientale e naturalistico. Non posso che ringraziare tutti coloro che, con impegno e dedizione, hanno contribuito a raggiungere questo importante risultato, che è anche l’obiettivo di un partenariato pubblico-privato vincente”.

“A partire dalla passata Amministrazione, con l’impegno di tutti – ha ricordato l’assessore Bertucco – si era riusciti a portare ad approvazione la delibera, in modo che questo percorso di salvaguardia arrivasse a compimento. L’idea è partita dall’associazione Il Carpino che aveva da subito mobilitato cittadini e associazioni, e a cui poi si sono aggiunte le Amministrazione comunali coinvolte. Un percorso che non era scontato all’inizio”.

“Oggi questo impegno comune giunge al suo risultato più importante – ha dichiarato il sindaco Grison –, evidenziando il valore della forte collaborazione sostenuta dalle istituzioni e dalle associazioni, ma anche da tutti coloro che si sono battuti per la Val Borago. Va ringraziata in particolare Banca Intesa per la sensibilità e l’apporto significativo per raggiungere questo risultato”.

“E’ stata un’avventura entusiasmante per noi e per tutti coloro che ci hanno sostenuto – ha evidenziato Mario Spezia –. Ci ha permesso di entrare in contatto con una serie di collaboratori di grande livello. Ricordo il grande sostegno finanziario arrivato da parte di Fondazione Cariverona, che insieme alle donazioni dei volontari, ci ha permesso di affrontare un lavoro di studio e di intervento che è già arrivato a metà del suo percorso, per un importo complessivo di circa 282.000 euro”.

Iter Val Borago. L’area boschiva di oltre 38 ettari, a nord ovest della zona speciale di conservazione Borago-Galina, fra i Comuni di Negrar e Verona, rischiava di essere trasformata in un’area ad uso agricolo per la realizzazione di vigneti. Per impedire che ciò avvenisse si era sollevata l’opinione pubblica. Intesa San Paolo S.p.a., interessata dall’operazione d’acquisto, avendo un credito nei confronti dell’allora azienda proprietaria della parte di fondo, ha rinunciato all’asta per realizzare il proprio credito e ha deciso di donare l’area ai Comune di Verona e Negrar. Il Tutto per sostenere la crescita inclusiva e sostenibile del territorio.

Il direttore generale Baratta ha ricordato alcuni dei passaggi principali dell’operazione:

“L’area è stata donata da Banca Intesa ai due Comuni che ne condividono la proprietà. E’ un aspetto molto interessante, che mette in evidenza la sensibilità di un istituto bancario nel venire incontro a quelle che sono le esigenze di un territorio, sostenute da molti cittadini che si sono mobilitati per questo. L’accordo siglato con l’associazione Il Carpino resta aperto per consentire la partecipazione di altri soggetti che vogliano condividere in futuro le stesse finalità. L’idea è quella di aprire un percorso che poi possa anche svilupparsi e dare maggiore consapevolezza ai cittadini della tutela di questi patrimoni”.

“In questa vicenda mi piace sottolineare quella che è la forza straordinaria che può e deve avere il terzo settore all’interno di regole chiare e condivise – ha sottolineato l’avvocato Dindo –, in modo che chi vuole collaborare, lo possa fare in un contesto totalmente trasparente. Più di mille persone hanno donato per mettere a disposizione dell’associazione Il Carpino e del progetto collettivo fondi che verranno utilizzati a beneficio della comunità. C’è quindi molta gente che non ha voltato le spalle alla vendita all'asta di questo bene. Queste persone hanno creato coesione, senso di comunità, dimostrando che, se c’è la volontà, tutti possono agire per cambiare le cose”.

Seguici sui nostri canali