Valorizzazione dell’ex campo di concentramento di Montorio: Demanio firma concessione al comune
Fino allo scorso gennaio era una struttura fatiscente, danneggiata dal trascorrere del tempo e dall’aggressione della vegetazione.
Parte la valorizzazione vera e propria del Campo di Concentramento di Montorio. Obiettivo: aprirlo presto per le visite al pubblico, soprattutto alle visite scolastiche.
Valorizzazione dell’ex campo di concentramento di Montorio
Il Demanio, proprietario dell’area, in questi giorni ha sottoscritto l’atto di concessione temporanea del sito storico al Comune di Verona. Si tratta del primo fondamentale step per arrivare al trasferimento definitivo. Ora le associazioni Figli della Shoah e Montorioveronese.it, che nei mesi scorsi hanno pulito e riordinato il luogo della Memoria, potranno stipulare con l’Amministrazione comunale un Patto di Sussidiarietà per proseguire l’opera di sistemazione. Ed attivare una raccolta fondi per finanziare la messa in sicurezza dell’immobile. Nel frattempo si procederà con la stesura del progetto di rigenerazione del sito storico, che aprirà la strada per il trasferimento definitivo della proprietà al Comune, prevista dal federalismo demaniale culturale.
Sul posto, il sindaco di Verona, Federico Sboarina, ha consegnato ai volontari l’atto di concessione temporanea firmata dal Demanio. Presenti, oltre all’assessore al Patrimonio, anche il referente dei Figli della Shoah Alberto Castagna, in rappresentanza del consigliere Roberto Israel, il presidente dell’associazione Montorioveronese.it Roberto Rubele, assieme ad Alberto Speciale, il presidente di Agsm-Aim Stefano Casali e l’architetto Federica Guerra.
Luogo di detenzione
Lo stabile, oggi chiamato “DAT Colombara”, è stato utilizzato nella Seconda Guerra Mondiale come campo di concentramento e luogo di detenzione per prigionieri politici ed ebrei. È stato individuato nel 2017 grazie ad una ricerca storica svolta dall’associazione Montorioveronese.it, a partire da una lettera datata 21 giugno 1945, inviata dall’Ufficio Accertamenti e Amministrazione Beni Ebraici al Prefetto, dove si chiedeva riscontro delle spese sostenute per il campo di concentramento per ebrei di Montorio. A seguito del ritrovamento iniziarono, da parte di alcuni studiosi, le ricerche per la sua individuazione, nelle campagne tra Montorio e San Michele Extra.
Fino allo scorso gennaio era una struttura fatiscente, danneggiata dal trascorrere del tempo e dall’aggressione della vegetazione. I lavori di pulizia hanno permesso di rimuovere dall’area i rifiuti, posare le recinzioni per la limitazione del percorso di visita e procedere con la messa in sicurezza degli spazi attorno allo stabile non ancora recuperato. La struttura è stata liberata nella parte esterna dalla vegetazione, così da consentirne una migliore visione. Infine, sono stati posizionati cartelli informativi, sulla storia del luogo e sul suo ritrovamento, nell’area antistante lo stabile, a supporto della visita.
Un polo dedicato alla memoria
L’intervento, ad opera delle associazioni Figli della Shoah e Montorioveronese.it, è stato realizzato in collaborazione con la Regione Veneto, Comunità ebraica di Verona, Comune, Agsm-Aim che ha provveduto anche ad installare un palo luminoso e Amia che ha smaltito tutti i rifiuti.
“Da questo momento in poi, la memoria scaligera sarà contestualizzata. Questo luogo, infatti, è un segno tangibile di quanto successo 70 anni fa – ha sottolineato il sindaco –. Valorizzandolo e aprendolo al pubblico, sarà possibile far comprendere soprattutto alle nuove generazioni le atrocità e il dolore che sono stati generati dall’odio per l’umanità. E fare un salto indietro nel tempo affinchè cresca la percezione di quanto avvenuto in passato e certe tragedie non si ripetano mai più”.
“Questo sito dà adito ad una elevata importanza storica documentale che contribuisce alla conservazione della memoria come valore insegnante per il nostro futuro – ha scritto Israel nella missiva inviata a margine dell’incontro -. In questo lager si sono consumate due realtà perfettamente distinte, mai messe in evidenza dai vari ricercatori e storici: la Seconda Guerra Mondiale e la tragedia della Shoah, troppo spesso confuse”.
“Trasformeremo questo sito in un polo dedicato alla memoria storica – ha concluso Speciale -. Siamo pronti a progettare e siglare, con il Comune e l’associazione Figli della Shoah, un Patto di Sussidiarietà per proseguire l’opera di riqualificazione dell’area e arrivare, quanto prima, all’apertura al pubblico. Attraverso una raccolta fondi sosterremo i costi della messa in sicurezza del Campo”.