Nella giornata di lunedì 13 ottobre 2025, in sede regionale, è stato trovato un accordo tra Ammann Italy, supportata da Confindustria Verona, e la Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) aziendale per gestire la procedura di licenziamento collettivo sullo stabilimento di Bussolengo.
L’intesa chiude mesi di confronto iniziati ad aprile tra azienda e parti sindacali. Al centro della trattativa ci sono i lavoratori del reparto produzione e magazzino, ritenuti in esubero a seguito di una riorganizzazione motivata dalle difficoltà di mercato.
Su 28 posizioni originarie, i lavoratori interessati dall’accordo sono oggi 19, considerati al netto delle fuoriuscite già avvenute. L’accordo siglato oggi segue una serie di presidi e proteste sindacali iniziate a maggio, quando l’azienda aveva annunciato la delocalizzazione in Turchia e la riduzione di 64 posti di lavoro. L’accordo prevede tre ricollocazioni in altre funzioni aziendali e un incentivo all’esodo per le uscite volontarie.
Vertenza Ammann, ecco perché Fiom CGIL non ha firmato l’accordo
Ma in merito alla vertenza Ammann Italy di Bussolengo non è dello stesso parere la Fiom Cgil di Verona, la quale ha deciso di non sottoscrivere l’accordo, invitando tutti i lavoratori coinvolti ad agire per le vie legali, offrendo loro la piena assistenza per l’impugnazione dei licenziamenti, attraverso i propri uffici legali.
“Si chiude nel peggiore dei modi questa vertenza, iniziata nel mese di aprile di quest’anno con la dichiarazione di 64 esuberi su 157 dipendenti totali. Come Fiom-Cgil di Verona abbiamo provato tutte le strade percorribili per trovare delle soluzioni che potessero sostenere i lavoratori e le lavoratrici e diminuire l’impatto sociale causato da una scellerata scelta di delocalizzare gli impianti da parte della proprietà, ma purtroppo ci siamo scontrati contro l’inflessibilità aziendale e l’inefficace mediazione regionale.

Oggi si scrive una pagina triste, in quanto questo accordo non prevede nessun utilizzo degli ammortizzatori sociali per evitare licenziamenti unilaterali, non prevede alcun piano industriale per la garanzia del futuro dello stabilimento, non prevede alcun progetto formativo per aiutare la ricollocazione interna e/o esterna dei lavoratori coinvolti, ma sancisce unicamente il licenziamento di 26 dipendenti e il solo riconoscimento ad ognuno dei 26 coinvolti di un incentivo economico per l’accettazione del licenziamento.
Come Fiom-Cgil di Verona metteremo a disposizione dei lavoratori coinvolti i nostri uffici legali per l’impugnazione dei licenziamenti, in quanto riteniamo che questo accordo sia fortemente penalizzante e chiediamo alle autorità competenti di fare chiarezza in merito alla gestione di precedenti licenziamenti, effettuati durante questi mesi, già oggetto di una nostra segnalazione nelle scorse settimane”.