Vetrerie Riunite e Borromini: rinviato al 26 marzo l'incontro fra le parti, lavoratori comunque in presidio
Sindacati contro l’azienda: "Manca trasparenza". Nonostante il rinvio dell'incontro, davanti allo stabilimento di Colognola ai Colli si è tenuto un presidio dalle 7,30 alle 9

Con una nota stampa diramata nel tardo pomeriggio di mercoledì 12 marzo 2025, è stato proclamato il rinvio dell'incontro tra i rappresentanti dei fondi portoghesi proprietari delle aziende Vetrerie Riunite e Borromini, i referenti della Regione Veneto, le sigle sindacali Filctem Cgil, Fiom Cgil e RSU. Le parti non si incontreranno più giovedì 13 marzo, ma tra due settimane, cioè mercoledì 26 marzo, nella sede di Veneto Lavoro in via Ca' Marcello a Mestre.
Vetrerie Riunite e Borromini: incontro tra le parti rimandato al 26 marzo
Nonostante il rinvio dell'incontro tra le parti, dalle 7.30 alle 9 di giovedì 13 marzo, si è tenuto ugualmente un presidio, visto lo sciopero proclamato sia alla Borromini che alle Vetrerie Riunite, solo davanti ai cancelli degli stabilimenti a Colognola ai Colli, in viale del Lavoro.
La protesta nasce dalla decisione della proprietà di avviare, dal 7 marzo, una procedura di riduzione del personale anche per Vetrerie Riunite, dopo che la stessa sorte era già toccata a Borromini. Sono previsti 49 esuberi tra i dipendenti a tempo indeterminato e il futuro dei 70 lavoratori in somministrazione appare incerto.
Sindacati contro l’azienda: "Manca trasparenza"
Le sigle sindacali denunciano la scarsa trasparenza della proprietà e il mancato rispetto delle rassicurazioni fornite nei tavoli istituzionali.
"A fine 2023, Vetrerie Riunite e Borromini sono state acquistate dai fondi portoghesi Tangor e Teak Capital. In poco più di un anno, il sito di Colognola ai Colli è stato progressivamente smantellato: prima la chiusura di Borromini, ora gli esuberi in Vetrerie Riunite legati allo spegnimento di un forno", denunciano Fiom e Filctem.
L'azienda giustifica i licenziamenti con la necessità di ridurre i costi di produzione a causa della contrazione del mercato e della forte concorrenza estera.
Tuttavia, secondo i sindacati, il vero problema è stata la mancanza di investimenti in tecnologia e automazione, che ha indebolito la competitività dell’azienda.
Fiom e Filctem temono che il vero piano industriale preveda l’abbandono del sito di Colognola ai Colli.
"Abbiamo il fondato sospetto che gli investimenti siano stati destinati a nuove acquisizioni in Cina, lasciando fuori dai progetti di sviluppo sia Vetrerie Riunite che Borromini", affermano i sindacati.
Ora i lavoratori chiedono un intervento deciso delle istituzioni per fermare quella che definiscono una decisione scellerata della proprietà.
"Negli ultimi anni, il gruppo ha ricevuto fondi pubblici per sostenere l’attività. Ora ha il dovere morale di rispettare il territorio e, soprattutto, i lavoratori che hanno contribuito a renderlo un’azienda leader del settore e che oggi vengono trattati come semplici 'esuberi'", concludono i segretari generali di Fiom e Filctem Verona.