Tragedia

18 vittime nelle carceri da inizio 2025, l'ultima a Montorio: 69enne si impicca con un laccio

Il detenuto, originario del Senegal, aveva un fine pena fissato nel 2030. Situazione di sovraffollamento nella Casa circondariale veronese: 590 reclusi su 318 posti disponibili

18 vittime nelle carceri da inizio 2025, l'ultima a Montorio: 69enne si impicca con un laccio
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Le guardie carcerarie non hanno potuto fare nulla. Sono entrati nella sua cella e l'hanno trovato esanime, con un laccio rudimentale legato al collo. In due mesi e mezzo da inizio 2025, nelle carceri italiane si sono tolte la vita 18 persone, 17 detenuti e un agente di polizia penitenziaria. L'ultima vittima in ordine di tempo, un 69enne del Senegal con fine pena nel 2030, è stata registrata nella Casa circondariale di Montorio a Verona.

Sovraffollamento carcere di Verona: 590 reclusi su 318 posti disponibili

Considerando un intervallo temporale che va dal 1° gennaio al 15 marzo 2025, nelle carceri della nostra Penisola è morta una persona ogni quattro giorni circa (18 persone su un totale di 74 giorni).

L'ultima vittima, come anticipato, è stata rinvenuta nel carcere di Montorio di Verona: si tratta di un 69enne senegalese, che si è impiccato in cella con un laccio rudimentale. Una media tragica, che ancora una volta pone l'attenzione sulla situazione altamente delicata che si vive quotidianamente nei nostri istituti penitenziari.

"I detenuti che si tolgono la vita sono sempre più giovani, con un aumento del 40% tra coloro che presentano un disagio psichico. Anche per questo, non avrebbero dovuto trovarsi in istituti penitenziari" ha dichiarato Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sappe.

Don Carlo Vinco, garante dei detenuti, più volte ha chiesto di aumentare le possibilità di lavoro, sia all'interno che all'esterno del carcere, affinché i detenuti possano mantenere un contatto con il mondo esterno, nella possibilità di un reinserimento sociale Nelle carceri, c'è anche la necessità di aumentare la presenza di psichiatri, mediatori culturali e interpreti, perché la mancanza di comunicazione aggrava l'isolamento. Su questo aspetto, infatti, c'è da sottolineare che è aumentato il numero di detenuti stranieri, la maggior parte di origini nordafricane.

Ma tra i problemi principali, i sindacati di polizia penitenziaria e i garanti dei detenuti parlano in primo luogo del sovraffollamento delle Case circondariali. Basta pensare che a Verona, su 318 posti disponibili, ci sono addirittura 590 reclusi. Nel carcere veronese, quindi, ci sono 272 detenuti in più della capienza massima.

Soffre anche il personale penitenziario

A fronte di questi numeri da gestire, il personale penitenziario è in deficit. Gli operatori sono 318 in totale, ma si dovrebbe raggiungere quota 420, quindi ne servirebbero 102 in più. A tracciare un quadro generale dello stato della Casa circondariale di Montorio è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria:

"Anche a Verona la situazione complessiva risente del grave sovraffollamento generale e della straordinaria penuria di agenti della Polizia penitenziaria. Sono 590 i reclusi presenti a fronte di soli 318 posti disponibili, gestiti da 318 operatori di Polizia penitenziaria, quando ne necessiterebbero almeno 420.

Del resto a livello nazionale sono 16mila i detenuti oltre la capienza, mentre ammontano a oltre 18mila le unità mancanti alla Polizia penitenziaria, la quale subisce carichi di lavoro insostenibili e viene sottoposta a turnazioni massacranti con la compressione dei più elementari diritti, anche di rango costituzionale, nella sostanziale indifferenza delle istituzioni".

La carenza di personale comporta quindi turni più lunghi e asfissianti per le guardie carcerarie già operative. Per loro, oltre alla gestione di un numero di detenuti ben superiore alla capienza, c'è anche l'incognita delle aggressioni improvvise da parte di chi si trova in cella. Comportamenti fuori controllo, per i quali può essere compromessa l'incolumità di chi lavora quotidianamente nelle carceri.

"Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il governo Meloni hanno il dovere di fermare la carneficina in atto, così come hanno l'obbligo di legge, politico e morale di garantire condizioni di lavoro accettabili e dignitose alle donne e agli uomini della Polizia penitenziaria, che sono ormai stremati nelle forze e mortificati nel morale - ha concluso De Fazio -. Servono interventi immediati per deflazionare compiutamente il sovraffollamento detentivo, rafforzare gli organici degli agenti, garantire l'assistenza sanitaria e avviare riforme strutturali. Il sistema penitenziario è al collasso".

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