a Verona

23enne aggredita in centro, la baby gang al femminile verso un Daspo urbano

La giovane era stata adescata sui social da una coetanea. Poi, l'imboscata in un bar della città

23enne aggredita in centro, la baby gang al femminile verso un Daspo urbano
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Le quattro ragazze responsabili di un'aggressione ai danni di una 23enne rischiano ora un Daspo urbano: è quanto attestato dal Questore di Verona Roberto Massucci.

23enne aggredita dalla babygang in centro

Arrivano aggiornamenti sulla vicenda che ha visto una 23enne vittima di una brutale aggressione fuori il Bar Bra a Verona lo scorso lunedì 22 luglio 2024.

La giovane era stata adescata da una coetanea su Instagram: le due erano, apparentemente, accumunate da una stessa accusa: essere state in contatto con dei ragazzi già fidanzati.

Già in passato, infatti, la 23enne era stata minacciata da una giovane rumena per essersi scambiata dei messaggi con il suo ragazzo.

L'episodio di lunedì pomeriggio era, infatti, un'imboscata: sorpresa alle spalle, la malcapitata ha riportato un trauma cranico e una lesione al timpano.

Le autrici rischiano ora un Daspo urbano

“E’ un contesto al femminile in cui la storia che vedeva un meccanismo tra virgolette di gelosia si è tradotta in un'aggressione vera e propria, in un contesto di evidente degrado valoriale che vede protagoniste giovani ma non giovanissime ragazze che hanno architettato una vera e propria aggressione.”

Roberto Massucci, Questore di Verona

Queste le parole del Questore di Verona Roberto Massucci, che sta valutando la possibilità di un Daspo urbano per le responsabili della violenta aggressione.

“Questo è uno strumento che la legge mette a disposizione – prosegue il Questore - e quindi va utilizzato. Ha una vocazione di misure di prevenzione e serve appunto per prevenire ulteriori comportamenti che abbiamo osservato in questa vicenda che, come ripeto stiamo approfondendo, è un po’ espressione di un contesto in cui viene accettato l'uso della violenza per la risoluzione di problematiche che appaiono normali, ma la metodologia di soluzione, cioè con la violenza, ovviamente non può essere accettata.”

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