76enne di Sorgà truffata da due finti Carabinieri, fermati mentre scappano nel Mantovano
Intercettati dai veri Carabinieri con contanti e ori che avevano appena rubato mediante lo stratagemma: "Signora, il bottino di una rapina è in casa sua"

I carabinieri di Porto Mantovano, in provincia di Mantova, hanno arrestato due truffatori in fuga: avevano appena messo a segno un colpo ai danni di un'anziana nel Veronese (in copertina: immagine di repertorio).
Intercettati durante la fuga
Come raccontato da Prima Mantova, i truffatori sono stati intercettati a Porto Mantovano, quando avevano da poco lasciato la provincia di Verona, in fuga dopo aver messo a segno una truffa ai danni di una 76enne residente a Sorgà.
A dare l'allerta ai Carabinieri della provincia di Mantova, e in particolare a quelli di Porto, erano stati i colleghi veronesi che, appunto, erano alle prese con l'episodio che si era verificato poco prima. I militari portuensi, che in quel momento erano impegnati in una serie di controlli del territorio, si sono così messi alla ricerca dell'automobile che era stata segnalata, e nel giro di pochi istanti l'hanno rintracciata.
A bordo la refurtiva
A bordo dell'auto si trovavano due persone corrispondenti alla descrizione che era stata fornita dall'anziana veronese truffa poco prima. Ma non solo. Nel corso del tragitto, accortisi di essere tallonati dai Carabinieri di Porto, i due soggetti hanno provato a disfarsi di un fagotto che è stato poi prontamente recuperato dai militari.
All'interno vi erano 1.200 euro in contanti, oltre a numerosi gioielli in oro: si trattava di ciò che era stato sottratto alla pensionata, la quale ai carabinieri veronesi aveva minuziosamente descritto gli oggetti che le erano stati rubati.
Dopo poco i militari della stazione di Porto sono riusciti a fermare l'auto: a bordo, come da segnalazione arrivata dal veronese, vi erano un 50enne e una 41enne originari della provincia di Napoli già noti alle forze dell'ordine.
Scatta l'arresto per entrambi
Nel pieno dell'attività di collaborazione con i colleghi Carabinieri veronesi, sono così stati ricostruiti gli spostamenti della coppia. Non solo. A bordo dell'auto sono anche stati trovati telefoni cellulari utilizzati per compiere le truffe, nonché informazioni sugli indirizzi di potenziali vittime e istruzioni operative dettagliate su come presentarsi per ingannare le proprie vittime.
Dal canto suo la 76enne veronese, interpellata dai Carabinieri, ha riconosciuto la 41enne durante la ricognizione fotografica.
A quel punto per la coppia di malfattori è scattato l'arresto con l’accusa di truffa aggravata in concorso e, dopo le formalità di rito, i due sono stati tradotti in carcere a Mantova, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Il denaro e i preziosi, interamente recuperati, su disposizione della Procura di Mantova saranno riconsegnati alla legittima proprietaria nelle prossime ore.
La truffa del finto carabiniere
I due, come ricostruito dai militari nel corso delle rapide indagini, avevano messo in atto la truffa del finto carabiniere. In pratica il 50enne, individuata la pensionata veronese come vittima del raggiro, l'aveva chiamata al telefono spiegandole che poco prima, in zona, era stata consumata una rapina e c'era il sospetto che parte della refurtiva si trovasse proprio nell'abitazione della 76enne e di lì a poco una donna carabiniere (ovviamente "finto carabiniere"), si sarebbe presentata alla porta di casa per un controllo.
La pensionata è caduta nella trappola: poco dopo la truffatrice, fingendosi appartenente all'Arma, si è presentata alla sua porta di casa. Una volta all'interno, avrebbe chiesto alla 76enne di mostrarle denaro e preziosi in suo possesso, che nel giro di pochi istanti con l'inganno è riuscita ad arraffare per poi tagliare l'angolo.
Solo a quel punto l'anziana si è resa conto dell'accaduto e ha dato l'allarme. L'intervento, perfettamente riuscito, dei Carabinieri di Porto Mantovano e dei colleghi, ha portato a due risultati: i truffatori sono stati arrestati, e la pensionata ha potuto ridare fiducia all'Arma e, in generale, al prossimo.
Reati come quello messo a segno ai danni della 76enne, infatti, sono particolarmente odiosi e minano la fiducia delle vittime - spesso anziani soli - sia nelle forze dell'ordine sia, in generale, nel prossimo. Il rapido epilogo della vicenda ha però ridato fiducia alla 76enne e curato la "ferita" provocata dalla truffa perpetrata ai suoi danni.