«A pochi metri dalla strage». Villafranchesi sulla Rambla
L'incredibile testimonianza di una famiglia che si trovava vicinissima al luogo dove c'è stato l'attentato di Barcellona

L'incredibile testimonianza di una famiglia che si trovava vicinissima al luogo dove c'è stato l'attentato di Barcellona
A pochi metri dalla morte, a pochi secondi dall'inferno. Agar Luppi, psicologa che vive a Villafranca in via Messedaglia, giovedì 17 agosto, attorno alle 17 si trovava in una delle vie parallele della Rambla, cuore di Barcellona. Con lei il marito Cristiano Troiani , ingegnere, e il figlio Aronne, 13 anni: «Eravamo molto vicini alla Rambla ormai, ma c’era molto caldo, eravamo stanchi, ma dovevamo raggiungere Plaça de Catalunya dove avremmo preso l’autobus navetta che ci avrebbe portato nel camping di Matarò dove avevamo il camper. Avevamo deciso di sederci su delle panchine per riposare quando, improvvisamente, abbiamo visto un fiume di persone scappare nella nostra direzione» ci racconta Agar al telefono, mentre si trova ancora nella capitale catalana.
«Urlavano in tutte le lingue, e mentre correvano si guardavano indietro dicendoci di scappare. Subito ci siamo infilati in un negozio “Tiger ”, ma non sapevamo ancora cosa stesse accadendo. Parlavano di un camioncino, di un incidente, di morti e feriti». Dopo un quarto d'ora la famiglia villafranchese esce dal negozio. Non sa ancora che a terra sono rimaste 13 vittime innocenti dell’Isis, tra cui due italiani. «Per strada non c’era nessuno, solo le sirene e gli elicotteri - continua Agar - I mossos d’esquadra, la polizia locale, ci hanno detto con i megafoni di rifugiarci in hotel e negozi e chiuderci dentro. Mentre stavamo decidendo cosa fare, forse a causa della sparatoria, c’è stata una seconda ondata di persone che scappava di nuovo verso di noi. Ci siamo buttati in un hotel in via Laietana, parallela della Rambla. Ci hanno accolti subito e hanno sigillato gli ingressi».
La famiglia Troiani rimane chiusa dentro per oltre due ore. «Alle 19 siamo usciti. Abbiamo scelto di allontanarci da Barcellona usando i mezzi pubblici: con la metro siamo arrivati alla stazione centrale, e da lì abbiamo preso un treno per il campeggio. Da quello che so io nel nostro camping non manca nessuno all’appello». Chiediamo ad Agar cosa abbia pensato in quei momenti: «Quando ho visto la gente urlare non ho pensato ad un attentato... c’era molto panico, e volevamo solo scappare».
E invece si trattava proprio di un attentato, schifoso e sanguinario: «Non avrei mai pensato di trovarmi in mezzo ad una strage. Viaggiamo parecchio, e lo scorso anno eravamo a Parigi. Quando siamo arrivati qui mi sentivo tranquilla per la presenza di polizia che vedevo in ogni luogo, e invece...».